Sanità

Farmaci con il contagocce: «Situazione problematica»

Il Consiglio federale ha istituito una task force per far fronte alle gravi difficoltà di approvvigionamento – Giovan Maria Zanini: «Le persone abituate ad acquistare determinati medicinali dovranno essere più flessibili»
© Gabriele Putzu
Luca Faranda
02.02.2023 06:00

In Svizzera mancano medicinali. E a scarseggiare sono anche farmaci di importanza vitale. Nelle farmacie, negli studi medici e anche nelle cure a domicilio la situazione si fa sempre più problematica. Oltre agli ospedali, adesso anche nel settore ambulatoriale molti medicamenti arrivano con il contagocce.

Questa penuria ha spinto ieri il Consiglio federale ad istituire una task force per valutare alcune misure a breve termine. L’obiettivo dichiarato è di ridurre al minimo le interruzioni, anche sul lungo periodo. «Oltre ai gruppi di lavoro già esistenti che lavorano con un orizzonte più a lungo termine, l’istituzione della task force a livello federale è necessaria per risolvere le criticità immediate», afferma il farmacista cantonale Giovan Maria Zanini.

Confinamenti e strozzature

Da ormai diversi anni la disponibilità di agenti terapeutici continua a peggiorare, spiega il Consiglio federale. Tuttavia, nel corso degli ultimi mesi, la situazione si è deteriorata ulteriormente anche a causa della pandemia e dalle strozzature nella produzione dei principi attivi dovute ai lockdown, soprattutto in Cina.

Il problema è di dimensioni globali e le ripercussioni interessano pure la Svizzera: nella Confederazione l’offerta non è più un grado di coprire la domanda. «Le difficoltà non riguardano solo il Ticino, ma l’intera Svizzera e tutto il mondo occidentale», afferma il farmacista cantonale, secondo cui a influire sono numerosi fattori. «Non mancano solo i principi attivi dei medicamenti, ma anche altri materiali come alluminio per i blister, il vetro per i flaconcini e a volte anche il cartone per gli imballaggi. È chiaro che se non arriva ogni singola componente diventa difficile soddisfare il mercato».

Serve flessibilità

A mancare, spiega Zanini, sono soprattutto antidolorifici specifici per bambini e prodotti per le malattie influenzali in ambito pediatrico.

Per quanto riguarda invece la penuria di ibuprofene e paracetomolo, il farmacista cantonale è chiaro: «Non sono particolarmente preoccupato. Se un bambino non può essere curato con l’ibuprofene ci sono altri prodotti validi ed efficaci su cui ripiegare. Sarebbe molto più problematico se venissero a mancare determinati antibiotici, perché rischiamo di non avere alternative», sottolinea Zanini, secondo cui «le persone che ormai da tempo si sono abituate a comprare un determinato farmaco ora dovranno essere più flessibili. Quando ero bambino io non c’era certo l’ibuprofene».

Differenze regionali

Dove trovare, quindi, alcuni prodotti che in Ticino sono irreperibili? «La prima cosa è affidarsi al proprio farmacista e al proprio medico, che riescono sempre a trovare un’alternativa valida per qualsiasi paziente», afferma Zanini, secondo cui le farmacie italiane difficilmente rappresenteranno la soluzione. «Il problema è lo stesso al di qua e al di là del confine. Tuttavia, ci sono differenze regionali con farmaci che mancano da noi e che sono invece disponibili in altri Paesi. E viceversa. Non è una situazione uniforme, perché le aziende farmaceutiche sono diverse, possono avere politiche di produzione e fornitori differenti. Inoltre, sono anche due mercati diversi. Ma sono convinto che i prodotti che mancano da noi siano introvabili anche in Italia. In ogni caso - sottolinea - affidarsi a internet non è mai una scelta intelligente, anche perché c’è il rischio molto elevato che si trovino farmaci contraffatti».

Possibili razionamenti

Il quadro generale non è però destinato a migliorare nel prossimo futuro. «Questa è una fase acuta che si somma a una situazione strutturale già problematica da diversi anni», aggiunge Zanini, senza escludere che in futuro ci possano essere contingentamenti per i grossisti e razionamenti per i clienti.

E cosa si è fatto fino ad ora? «A livello ospedaliero già da anni vengono allestite riserve che potrebbero garantire una copertura di alcuni mesi. Ma queste scorte devono poi essere ricostituite. Con determinati prodotti, anche su indicazione di Berna, abbiamo potuto predisporre riserve più elevate del normale. Pure le farmacie si sono ormai abituate ad accumulare qualche scatola in più del necessario». A ciò - conclude il farmacista cantonale - «si aggiungono le scorte obbligatorie dei produttori che possono essere liberate dalla Confederazione».