La denuncia

Fiorenzo Dadò trova un proiettile nella bucalettere

Un «atto intimidatorio molto grave, promosso da qualcuno che evidentemente non condivide la necessità di fare chiarezza su un fatto noto oramai a tutti»
©Chiara Zocchetti
Red. Online
18.04.2024 16:17

Una lettera contenente un proiettile e «minacce molto pesanti». È quanto recapitato, mercoledì, al presidente del Centro Fiorenzo Dadò. A renderlo noto è lo stesso deputato in Gran Consiglio tramite un comunicato stampa con cui denuncia un «atto intimidatorio molto grave, promosso da qualcuno che evidentemente non condivide la necessità di fare chiarezza su un fatto noto oramai a tutti». Il riferimento è al «caso Gobbi» – l'incidente avvenuto il 14 novembre 2023 che ha visto il coinvolgimento del consigliere di Stato – emerso proprio da un'interpellanza di Dadò.

«Questa volta viene toccata pesantemente la mia persona e la mia famiglia, la prossima volta, avanti di questo passo, potrebbe toccare a qualcuno d’altro», scrive Dadò, che ha già denunciato quanto accaduto. «È proprio per combattere questo pericoloso modo di pensare e di agire che azioni come le mie, volte a determinare la verità e soprattutto a preservare la fiducia che ogni singolo cittadino di questo Cantone deve poter conservare nei confronti delle autorità e dei rappresentanti dello Stato, devono poter essere fatte senza alcuna paura. Non bisogna assolutamente tacere di fronte al dubbio di presunte ingiustizie. È un principio che deve valere per tutti. Ogni cittadino libero e onesto di questo Cantone deve poter confidare nella certezza del diritto, confidando che le Autorità siano dalla sua parte, che le Istituzioni siano lì per garantire giustizia, in egual misura per tutti. Il rischio che stiamo correndo è l’insinuarsi anche alle nostre latitudini di comportamenti omertosi e malavitosi che nulla hanno a che vedere con la nostra tradizione culturale ticinese e la fierezza Svizzera. Infatti il radicamento e la forza di modi di agire come questi, che usano l’arma dell’intimidazione e della minaccia, si basano sull’omertà, sulla mancanza di fiducia nello Stato, sulla percezione della debolezza di esso».

Il presidente del Centro, in conclusione, sottolinea che «la fiducia della popolazione nei confronti delle Istituzioni e dei suoi rappresentanti è un bene collettivo prioritario e rappresenta senza alcun dubbio il principale fondamento del nostro Stato di diritto.  Come tale, questo valore va promosso e preservato con convinzione, indipendentemente dagli interessi dei singoli o di una cerchia ristretta di persone. Per questo è necessario continuare a trovare il coraggio di parlare e di porre domande a testa alta di fronte al dubbio che la Legge potrebbe non essere uguale per tutti».

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