Nucleare

Giappone-Cina: colloqui sul rilascio dell'acqua trattata di Fukushima

Secondo il ministero degli Esteri di Tokyo si tratta del primo confronto pubblico tra studiosi, sebbene discussioni sulla questione siano state tenute a vari livelli
© Kyodo News via AP
Ats
31.03.2024 14:47

Il Giappone e la Cina hanno organizzato un «dialogo tra esperti» sul rilascio delle acque trattate dalla centrale nucleare di Fukushima, per tentare di dirimere le controversie tra i due Paesi.

Lo ha dichiarato il ministero degli Esteri di Tokyo in un comunicato, spiegando che durante i colloqui di ieri a Dalian, nel nord-est della Cina, la delegazione giapponese ha spiegato i dettagli sulle operazioni di riversamento del liquido, che considera sicure, e illustrato le attività di monitoraggio delle radiazioni in corso.

Secondo il ministero si tratta del primo confronto pubblico tra studiosi, sebbene discussioni sulla questione siano state tenute a vari livelli. Per il Giappone, oltre ai funzionari del dicastero degli Esteri, hanno partecipato rappresentanti del ministero dell'Economia e del Commercio e dell'Industria, membri dell'Autorità di regolamentazione nucleare (Nra) e del gestore dell'impianto di Fukushima, la Tokyo Electric Power (Tepco).

Per la parte cinese erano presenti numerosi studiosi di centri di ricerca. Le recenti discussioni seguono quelle del 20 marzo, quando alti funzionari del ministero degli Esteri dei due Paesi hanno avuto colloqui a Guangzhou, nel sud della Cina, sia sul rilascio dell'acqua che su altre questioni ancora in sospeso, concordando di continuare a negoziare.

Dall'agosto dello scorso anno, quando il Giappone ha iniziato le attività di sversamento dell'acqua trattata nell'oceano, la Cina ha deciso il divieto di importazione di tutti i prodotti ittici dal Paese del Sol Levante, accusando Tokyo di trattare il mare come una «fogna». Nei quattro cicli di scarico dell'anno fiscale 2023 effettuati fino ad oggi, la Tepco ha rilasciato circa 31'200 tonnellate di acqua trattata che si trova all'interno delle oltre 1000 cisterne disposte attorno l'impianto colpito dal triplice disastro nel marzo 2011, utilizzate per raffreddare ciò che resta dei reattori ancora altamente radioattivi.

Nel corso di diverse ispezioni, l'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea) ha stabilito che il piano dell'esecutivo giapponese è in linea con gli standard globali di sicurezza e avrebbe un «impatto radiologico trascurabile su persone e ambiente».