Il caso

Harry e il rancore covato per anni: «Campa vendendo i panni sporchi»

Dopo le numerose anticipazioni e le interviste, da oggi è in vendita in tutto il mondo il libro-confessione del duca di Sussex – Dai rapporti con il padre e con «Willy», fino alla tragedia mai superata della morte della madre – Antonio Caprarica: «È una richiesta di aiuto»
©ANDY RAIN
Martina Salvini
10.01.2023 21:30

Chissà se anche questa volta i reali britannici rimarranno fedeli al motto di famiglia «Never complain, never explain», mai lamentarsi, mai spiegare. Per ora, a Buckingham Palace le bocche rimangono cucite, mentre nel resto del mondo da giorni non si fa altro che parlare delle rivelazioni contenute nel libro Spare - Il minore, uscito oggi nelle librerie dopo una serie di interviste e anticipazioni. Lungo le 520 pagine del volume - scritto insieme al premio Pulitzer J.R. Moehringer - il figlio minore di re Carlo III si racconta senza filtri. Così veniamo a scoprire dettagli più o meno sconosciuti della sua giovinezza: il primo rapporto sessuale - con una donna più grande - consumato dietro a un pub; gli spinelli fumati durante gli studi a Eton; e la cocaina, provata per la prima volta durante una festa in campagna («Non era molto divertente, e non mi rendeva particolarmente allegro ma mi faceva sentire diverso ed era quello lo scopo principale», si legge nel libro).

Ragazzate e traumi

Confessioni di un ragazzo qualunque, si direbbe. Intervallati dal peso - costante - della tragedia vissuta da bambino, con la perdita della mamma, Lady Diana. Così rivediamo il dodicenne Harry la sera del 31 agosto del 1997, quando il padre entra in camera per comunicargli la notizia. Il suo rifiuto di credere la madre morta («Lei non è morta, si sta solo nascondendo»), fino all’incapacità di piangere, se non nel momento in cui la bara viene calata nel terreno. «Il libro, del resto, è la confessione di un uomo profondamente disturbato dalla tragedia della madre, da cui non si è mai ripreso. È, insomma, più un grido di aiuto che un libro di memorie», commenta Antonio Caprarica, giornalista e scrittore, tra i massimi esperti della famiglia reale. Del resto, il ricordo della madre, l’incapacità di accettarne la drammatica fine spingono Harry, nel 2007, a ripercorrere in auto lo stesso tragitto compiuto da Diana la notte dell’incidente. «A 105 chilometri orari», precisa all’autista che è al volante. «La velocità esatta a cui si suppone andasse l’auto di mamma al momento dello schianto», scrive il principe. «Quella - ricorda poche righe dopo - fu la notte in cui tutti i dubbi svanirono. È morta, pensai». Per poi aggiungere: «Credevo che attraversare il tunnel avrebbe portato una fine, o una breve cessazione del dolore, del decennio di implacabile dolore. Invece portò l’inizio del Dolore».

Il secondo, il piano B

Un malessere acuito anche dal suo ruolo di secondogenito, destinato a rimanere sempre un passo indietro rispetto al fratello «Willy». «E in effetti - dice Caprarica, che sul rapporto tra i due ha scritto William&Harry. Da inseparabili a nemici - nel libro non c’è alcuna rivelazione da far tremare i polsi, ma soltanto la manifestazione di tutto il rancore che si è sedimentato nell’arco degli anni - a dispetto dell’affetto e della tragedia che li accomuna - davanti al problema di essere un secondogenito, che si vede quindi condannato all’inesistenza rispetto al destino dell’erede al trono. Ed è la tragedia che pesa sulla sorte di tutte le famiglie reali». Quello che Harry ci mostra nel libro, insomma, secondo il giornalista è nient’altro che questo: lo sfogo di un fratello minore, che ora si toglie qualche sassolino (o macigno?) dalle scarpe. «Io ero l’ombra - scrive il duca di Sussex - il sostegno, il piano B. Tutto questo mi era stato esplicitato da quando ho memoria e ribadito regolarmente. Avevo vent’anni quando ho saputo della presunta frase che papà avrebbe detto a mamma il giorno della mia nascita: “Splendido! Adesso mi hai dato un erede e una riserva: il mio lavoro è finito!”».

Ed è proprio il rapporto con il fratello maggiore a finire più volte nel mirino. «L’attacco frontale al fratello, dipinto come collerico e problematico, è l’unica cosa che possa fare davvero male alla famiglia reale», sostiene Caprarica. L’episodio è stato raccontato da Harry anche in un’intervista alla CBS: «Io stavo difendendo mia moglie e lui la stava attaccando anche se lei non era presente. Ci siamo spostati da una stanza alla cucina. Lui ha cominciato a urlare, anche io ho urlato. Alla fine lui ha perso la pazienza e mi ha buttato a terra». Poi sono arrivate le scuse, ma non la riappacificazione. I rapporti tra i due - prima unitissimi, come traspare anche dal libro - oggi sono praticamente inesistenti.

E, alla luce delle parole spese nei confronti di Camilla, anche con il padre Carlo la relazione potrebbe complicarsi. Lei, che nel libro compare la prima volta con l’appellativo l’Altra Donna, si sarebbe mostrata «disposta a tutto» pur di riabilitare la sua immagine di fronte all’opinione pubblica. Tanto da far trapelare alcune conversazioni private avute con i figli di Carlo alla stampa britannica. «Ma non ci sarà alcuna reazione da parte della Royal family - dice convinto Caprarica - se non la cancellazione di fatto di Harry e dei suoi discendenti dalla lista dei reali britannici». Improbabile pure la presenza di Harry e Meghan all’incoronazione di re Carlo III, prevista il 6 maggio prossimo. «Non converrebbe a lui per primo, dopo quanto ha combinato. Già era stato accolto dai fischi durante il Giubileo della regina Elisabetta, all’uscita dalla cattedrale di St. Paul. Stavolta lui e la moglie rischiano di scatenare una reazione ancora più avversa». Anche perché oltremanica l’indice di gradimento del fratellino minore è ormai ai minimi, e il solco scavato tra lui e il popolo britannico sempre più profondo. Secondo un sondaggio di YouGov, la popolarità di Harry non è mai stata così bassa: il 64% degli inglesi ha una visione negativa di lui. «La reazione dell’Inghilterra è unanimemente furiosa. Umanamente, Harry fa molta tristezza. È un uomo che ha rinnegato il suo Paese e la sua funzione. In pratica, ha rinnegato se stesso. E ora campa vendendo ai media i panni sporchi della famiglia».