Ignazio Cassis: «Bisogna condannare le violazioni da entrambe le parti a Gaza»

«Tutte le violazioni devono essere condannate, e ci sono violazioni da entrambe le parti», ha dichiarato Ignazio Cassis al telegiornale romando rispondendo alle domande sulle decine di morti durante le distribuzioni di aiuti a Gaza, controllate da Israele.
«Condanno qualsiasi violazione del diritto internazionale, sia da parte di Hamas che di Israele», si è limitato a ribadire il capo del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE).
In merito agli spari contro i palestinesi durante la distribuzione degli aiuti nei giorni scorsi, il ticinese ha affermato che si tratta di una «guerra dell'informazione»: «Ci sono stati spari; chi ha sparato dove, non lo sapremo mai. Non possiamo credere a nessuna delle due parti», ha detto.
«Ma dobbiamo condannare il fatto che nessuna delle due parti permette agli aiuti umanitari di entrare nella Striscia di Gaza e di essere distribuiti correttamente», ha aggiunto Ignazio Cassis. «Se Hamas avesse restituito gli ostaggi a Israele, avremmo avuto un cessate il fuoco molto tempo fa», ha affermato.
Interrogato sulla decisione di non firmare la lettera di 22 Paesi europei che chiedeva che gli aiuti umanitari fossero gestiti dalle Nazioni Unite e dalle ONG e non da Israele, Cassis ha sottolineato che la lettera era «un processo alle intenzioni contro una fondazione di cui non sapevamo nulla», riferendosi alla Gaza Humanitarian Foundation (GHF). Ha poi criticato «una posizione che non è neutrale».
La GHF, l'organizzazione finanziata in modo opaco che sta dietro alle distribuzioni di aiuti degli ultimi giorni, è sostenuta dagli Stati Uniti e da Israele.
Il ministro del PLR è stato oggetto di pesanti critiche per il suo atteggiamento nei confronti della situazione a Gaza e del conflitto israelo-palestinese in generale.
In una lettera aperta al capo della diplomazia, 56 ex diplomatici svizzeri hanno dichiarato domenica di essere scioccati dal «silenzio e dalla passività» della Svizzera di fronte ai «crimini di guerra» commessi da Israele nell'enclave palestinese. Hanno chiesto che vengano prese misure immediate contro il Paese.
Secondo il SonntagsBlick, il ticinese ha ricevuto anche una lettera dai dipendenti del suo stesso dipartimento che gli chiedevano di «condannare fermamente le operazioni indiscriminate dell'esercito israeliano a Gaza e in Cisgiordania».
Mercoledì scorso, più di 80 organizzazioni e personalità, tra cui le ex consigliere federali Micheline Calmy-Rey e Ruth Dreifuss, hanno inviato una lettera aperta al Consiglio federale invitandolo ad agire. Un appello del Partito socialista per condannare «l'inazione sempre più intollerabile della Svizzera ufficiale» ha raccolto 130.000 firme, che sono state consegnate lunedì alla Cancelleria federale.
Anche Ii Consiglio di Stato ticinese ha inviato una lettera formale al Consiglio federale, chiedendo che «la Svizzera assuma una chiara e coraggiosa posizione di condanna nei confronti dell'occupazione israeliana e delle violazioni del diritto internazionale umanitario, onorando così la tradizione umanitaria elvetica, come esplicitato anche dall'articolo 54 della Costituzione federale, e soprattutto dalla sua responsabilità di Paese depositario delle Convenzioni di Ginevra».