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Il Bangladesh condanna a morte l'ex premier Hasina

L'ex prima ministra è stata condannata a morte in contumacia per crimini contro l'umanità, per la repressione delle proteste studentesche nel luglio 2024 in cui morirono 1400 persone e che portarono alla sua estromissione dal potere
© EPA/MAK REMISSA
Ats
17.11.2025 18:09

L'ex prima ministra del Bangladesh Sheikh Hasina è stata condannata a morte in contumacia per crimini contro l'umanità, per la repressione delle proteste studentesche nel luglio 2024 in cui morirono 1400 persone e che portarono alla sua estromissione dal potere.

Per il leader ad interim del paese, il premio Nobel per la Pace Muhammad Yunus, è un «verdetto storico». Per l'ex premier, ora in esilio in India, si tratta di sentenza e di una condanna «parziali e politicamente motivate». Il Bangladesh ha già chiesto all'India la sua estradizione. È però improbabile che il paese guidato da Narendra Modi la conceda. Una mossa che potrebbe acuire le già forti tensioni tra i due Paesi.

Hasina è stata processata dal Tribunale penale internazionale (Ict) a Dacca e la condanna era ampiamente attesa. Durante il suo governo di 15 anni la leader aveva spesso usato un pugno duro per mettere a tacere l'opposizione. Le proteste l'anno scorso erano iniziate per chiedere l'abolizione delle quote riservate ai parenti dei veterani della guerra d'indipendenza nei posti di lavoro governativi. Ma le contestazioni si erano presto trasformate in un movimento antigovernativo, fino a che Hasina era stata costretta a fuggire, e Yunus si era insediato a capo di un governo ad interim.

Un rapporto dell'Onu ha documentato 1400 morti nelle proteste, con sparatorie a bruciapelo, arresti arbitrari e torture. Non a caso assieme a Hasina (condannata per istigazione, ordine d'uccidere e inazione nell'impedire le atrocità) è stato condannato a morte anche l'ex ministro dell'Interno Asaduzzaman Khan Kamal. Un altro coimputato, l'ex capo della polizia Chowdhury Abdullah Al-Mamun, ha ricevuto una pena di cinque anni.

Imponenti le misure di sicurezza a Dacca. Una manifestazione di giubilo ha accolto la sentenza, e centinaia di persone hanno tentato di assaltare la casa del padre della donna - Sheikh Mujibur Rahman, il primo presidente del Bangladesh - oggi trasformata in museo, per demolirla, scontrandosi con la polizia. Yunus ha invitato alla calma, mettendo in guardia contro qualsiasi «tentativo di violare l'ordine pubblico». L'Onu, pur riconoscendo che la condanna segni «un momento importante per le vittime» si è espressa contro la pena capitale.

ONU: «Bene la condanna, ma contrari alla pena di morte»

Sebbene la condanna dell'ex prima ministra del Bangladesh Sheikh Hasina per crimini contro l'umanità segni «un momento importante per le vittime», non avrebbe dovuto essere condannata a morte. Lo ha detto la portavoce dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani, Ravina Shamdasani.

La funzionaria ha espresso preoccupazione per il fatto che il processo in contumacia potrebbe non aver rispettato tutti gli standard internazionali di giusto processo e di equo processo, aggiungendo: «Ci rammarichiamo anche per l'imposizione della pena di morte, a cui ci opponiamo in ogni circostanza».