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Il Consiglio federale deplora i licenziamenti

UBS integrerà le attività svizzere di Credit Suisse – Ermotti: «Una transizione molto complessa, ogni licenziamento è doloroso» – «In Svizzera saranno tagliati circa 3.000 posti di lavoro», l'impatto maggiore a Zurigo – Ermotti: «Ogni licenziamento è doloroso» – Natalia Ferrara (ASIB): «CS scompare, ma non le persone» – SIC soddisfatta dell'accordo – TUTTI GLI AGGIORNAMENTI
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Il Consiglio federale deplora i licenziamenti

Ecco il video della conferenza stampa del CEO di UBS Sergio Ermotti:

Red. Online
31.08.2023 07:05
15:22
15:22
«L'integrazione è la migliore soluzione»

La completa integrazione di Credit Suisse in UBS era la migliore soluzione possibile. È l'opinione del Consiglio di Stato zurighese, il quale si rammarica tuttavia della soppressione di posti di lavoro. Detto ciò, l'esecutivo si dice fiducioso, visto il piano sociale e il contesto di mercato del lavoro favorevole.

Quest'ultima osservazione è condivisa anche dal Consiglio federale, che in una dichiarazione sostiene come a suo avviso non dovrebbero esserci sconvolgimenti significativi sul mercato del lavoro. Cionondimeno, l'esecutivo esprime «il suo rammarico per le persone colpite dai licenziamenti».

«Il Consiglio federale - prosegue la dichiarazione - constata con piacere che è stato raggiunto un accordo tra le parti sociali del settore bancario, UBS e CS». Quanto ai piani di UBS, per il governo «sono in linea con le sue aspettative iniziali». Sulla piattaforma X, il consigliere federale Guy Parmelin sottolinea come i posti d'apprendistato siano salvi.

Da parte sua, la sindaca di Zurigo Corine Mauch ha definito i licenziamenti «dolorosi». Ora l'importante è l'attuazione di un buon piano sociale e UBS ha il dovere di farlo, ha sostenuto. Per Daniel Leupi, capodicastero finanze al comune, l'integrazione di CS in UBS rappresenta un punto di svolta per la piazza finanziaria, ma Zurigo ha le possibilità per sopportare eventuali perdite fiscali.

Il consigliere nazionale Thomas Aeschi (UDC/ZG), e capogruppo democentrista alle Camere federali, ha invece sottolineato sulla piattaforma X l'utile trimestrale di UBS pari di 29 miliardi di dollari e fatto il confronto con i 3 miliardi pagati da UBS per rilevare la concorrente. Lo zughese non ha risparmiato critiche alla consigliera federale Karin Keller-Sutter.

Sulla stessa piattaforma, il PLR ha deplorato la scomparsa di Credit Suisse. I tagli ai posti di lavoro devono essere effettuati in modo socialmente accettabile, commenta il partito, che ha depositato una mozione in Parlamento per chiedere una nuova strategia per la piazza finanziaria.

Il co-presidente del PS e consigliere nazionale Cédric Wermuth (AG) ha affermato che quanto pubblicato oggi non fa altro che confermare i suoi sospetti: gli effetti principali dell'acquisizione sono stati i giganteschi utili di UBS. I costi saranno invece scaricati sulla collettività attraverso la riduzione dei posti di lavoro. Per il socialista è ormai chiaro che quella trovata dal Consiglio federale si è rivelata essere una «pessima soluzione».

Anche i Verdi hanno criticato il fatto che i contribuenti hanno dovuto assumersi rischi elevati a causa del salvataggio della banca mentre gli «utili giganteschi» sono ora appannaggio della sola UBS. E nulla è cambiato per quanto riguarda il rischio enorme e insostenibile per l'economia nazionale rappresentato dalla nuova «megabanca», affermano gli ecologisti.

Per l'Alleanza del Centro, «il fatto che ci siano meno soppressioni d'impieghi di quanto si temeva non deve essere una scusa per ritenersi soddisfatti di questa situazione». Il partito non usa mezze parole: «il dissesto del Credit Suisse è inaccettabile». Ha messo in pericolo i posti di lavoro, l'economia e la reputazione della Svizzera, viene sottolineato sulla piattaforma X.

14:37
14:37
Per controllare UBS alla Finma saranno attivi 22 funzionari

L'Autorità federale di vigilanza sui mercati finanziari (Finma) intende potenziare il controllo della nuova UBS, nata dopo l'acquisizione di Credit Suisse (CS): non meno di 22 funzionari saranno direttamente incaricati della supervisione del colosso bancario, un numero superiore e con maggiori risorse di quanto fosse in precedenza previsto per le verifiche dei due singoli istituti.

A ciò si aggiungono, come di consueto, le ampie e specializzate funzioni trasversali della Finma, ha spiegato oggi all'agenzia Awp un addetto alla comunicazione. Inoltre saranno anche attivate società di revisione. La Finma sorveglierà la grande banca risultante dalla fusione «in modo molto intenso», ha indicato il portavoce. UBS dovrà rispettare i requisiti di vigilanza «in ogni costellazione».

L'autorità non ha invece preso posizione sulla decisione dell'istituto guidato da Sergio Ermotti di integrare completamente le attività svizzere di CS. «La Finma non commenta le decisioni strategiche delle parti sottoposte a vigilanza», ha dichiarato l'addetto stampa. Tuttavia come di consueto in queste situazioni la Finma è stata informata in anticipo della decisione.

Come noto la Finma non ha svolto un ruolo secondario nell'acquisizione orchestrata dal Consiglio federale, che ha messo in campo garanzie statali ed è uscito dall'ordinamento giuridico ordinario: essa ha in particolare adottato la decisione di portata storica di azzerare il valore delle ormai famose obbligazioni convertibili AT1 (Additional Tier 1) di Credit Suisse, per un valore totale di circa 16 miliardi di franchi. Questo ha provocato un terremoto sui mercati finanziari - e sono fioccati centinaia di ricorsi e richieste di risarcimento nei confronti della Confederazione - ma ha ridotto in modo drastico i debiti di CS, che è stata acquistata da UBS per 3 miliardi di franchi. L'effetto si è visto nei risultati trimestrali odierni: UBS ha conseguito un utile netto di 28,9 miliardi di dollari (25,4 miliardi di franchi) che include un utile contabile di pari importo (cosiddetto goodwill - avviamento - negativo) proprio in relazione all'acquisizione.

13:25
13:25
Il Consiglio federale deplora i licenziamenti, anche se responsabili

Il Consiglio federale deplora i licenziamenti decisi in seguito all'acquisizione di Credit Suisse (CS) da parte di UBS. «Dietro ogni taglio di un posto di lavoro ci sono persone e famiglie», si legge in una dichiarazione scritta del governo. Le stesse parole che il consigliere federale Guy Parmelin ha ripetuto ai microfoni dei media. In totale in Svizzera saranno soppressi 3.000 posti.

L'esecutivo ricorda le sue aspettative, formulate in marzo, secondo le quali occorre cercare soluzioni socialmente accettabili per la riduzione dei posti di lavoro e rispettare gli obblighi esistenti. I piani di UBS sono in linea con le aspettative iniziali del Consiglio federale. «Ho incontrato personalmente e accolto nel mio ufficio Credit Suisse, UBS e le parti sociali. È tradizione in Svizzera che il partenariato sociale giochi il suo ruolo in questi casi», ha aggiunto il ministro a capo del Dipartimento federale dell'economia, della formazione e della ricerca.

Il Consiglio federale è soddisfatto dell'accordo raggiunto tra le parti sociali del settore bancario, UBS e CS. Il governo le ringrazia «per aver assunto in modo responsabile il loro ruolo» e per il loro continuo sostegno al processo di integrazione delle due banche. «Ne prendiamo atto con soddisfazione. Una convenzione è stata negoziata e attendiamo che le parti sociali accompagnino l'evoluzione della soluzione – ha concluso Parmelin –. Il mercato del lavoro è attualmente piuttosto dinamico e dovrebbe permettere di evitare turbolenze nel settore delle professioni bancarie».

12:28
12:28
«La completa integrazione era la miglior soluzione possibile»

La completa integrazione di Credit Suisse in UBS era la migliore soluzione possibile. È l'opinione del Consiglio di Stato zurighese, il quale si rammarica tuttavia della soppressione di posti di lavoro. Detto ciò, l'esecutivo si dice fiducioso, visto il piano sociale e il contesto di mercato del lavoro favorevole.

La sindaca di Zurigo Corine Mauch ha definito i licenziamenti «dolorosi». Ora l'importante è l'attuazione di un buon piano sociale e UBS ha il dovere di farlo, ha sostenuto. Per Daniel Leupi, capodicastero finanze al comune, l'integrazione di CS in UBS rappresenta un punto di svolta per la piazza finanziaria, ma Zurigo ha le possibilità per sopportare eventuali perdite fiscali.

Da parte sua, il consigliere nazionale Thomas Aeschi (UDC/ZG), e capogruppo democentrista alle Camere federali, ha sottolineato sulla piattaforma X l'utile trimestrale di UBS pari di 29 miliardi di dollari e fatto il confronto con i 3 miliardi pagati da UBS per rilevare la concorrente. Lo zughese non ha risparmiato critiche alla consigliera federale Karin Keller-Sutter.

Sulla stessa piattaforma, il PLR ha deplorato la scomparsa di Credit Suisse. I tagli ai posti di lavoro devono essere effettuati in modo socialmente accettabile, commenta il partito, che ha depositato una mozione in Parlamento per chiedere una nuova strategia per la piazza finanziaria.

Il co-presidente del PS e consigliere nazionale Cédric Wermuth (AG) ha affermato che quanto pubblicato oggi non fa altro che confermare i suoi sospetti: gli effetti principali dell'acquisizione sono stati i giganteschi utili di UBS. I costi saranno invece scaricati sulla collettività attraverso la riduzione dei posti di lavoro. Per il socialista è ormai chiaro che quella trovata dal Consiglio federale si è rivelata essere una «pessima soluzione».

Anche i Verdi hanno criticato il fatto che i contribuenti hanno dovuto assumersi rischi elevati a causa del salvataggio della banca mentre gli «utili giganteschi» sono ora appannaggio della sola UBS. E nulla è cambiato per quanto riguarda il rischio enorme e insostenibile per l'economia nazionale rappresentato dalla nuova «megabanca», affermano gli ecologisti.

12:15
12:15
L'Associazione padronale delle banche approva «l'approccio responsabile»

L'Associazione padronale delle banche in Svizzera (Arbeitgeberverband der Banken in der Schweiz) approva l'operato di UBS in relazione all'annuncio odierno di 3.000 licenziamenti nella Confederazione, sulla scia dell'acquisizione di Credit Suisse.

«Data la situazione iniziale, purtroppo si doveva presumere che i tagli di posti di lavoro sarebbero stati inevitabili in qualsiasi scenario», scrive l'organizzazione in un comunicato odierno. «Le dimensioni ora annunciate, lo scaglionamento su più anni e, in particolare, la messa disposizione di un piano sociale molto generoso sono la prova di un approccio prudente e responsabile da parte di UBS».

L'associazione osserva anche che le soppressioni di impieghi avverranno in un contesto di mercato del lavoro favorevole. Nel comparto bancario sussiste infatti una carenza di lavoratori qualificati superiore alla media dell'economia nel suo complesso.

12:12
12:12
Addio a Credit Suisse, 3.000 licenziamenti e altri risparmi

Addio a Credit Suisse (CS): le ultime speranze di chi auspicava ancora un'entità elvetica indipendente in seno alla galassia UBS si sono infrante oggi, con l'annuncio della completa integrazione. L'operazione porterà a 3.000 licenziamenti in Svizzera. Intanto UBS realizza un utile trimestrale stellare, grazie all'acquisizione di un concorrente - con l'aiuto di garanzie statali - a prezzo di sconto.

La soluzione scelta - fusione completa - è di gran lunga la migliore possibile, ha affermato il CEO Sergio Ermotti in teleconferenza. È anche la più favorevole per i clienti. Le analisi effettuate negli scorsi mesi hanno confermato la necessità dell'acquisizione. Per CS non era solo una questione di liquidità: l'istituto non avrebbe più potuto sopravvivere da solo, ha argomentato il 63.enne.

Ogni impiego cancellato è doloroso, ha aggiunto il dirigente. Ma la soppressione di posti - 1.000 riguardano l'integrazione di CS Svizzera nel gruppo bancario, mentre altri 2.000 concernono altre aree di attività locali dell'istituto rilevato - viene considerata inevitabile. Va peraltro rilevato che l'organico di CS si era già ridotta in modo sostanziale negli ultimi mesi a causa della forte fluttuazione: a metà anno 8.000 persone in meno lavoravano per CS rispetto alla fine del 2022, ha indicato il responsabile delle finanze Todd Tuckner.

E all'orizzonte potrebbero esserci ulteriori tagli: UBS ha infatti annunciato oggi che entro il 2026 intende ridurre i costi di 10 miliardi di dollari (la valuta in cui tiene i conti), un valore superiore agli 8 miliardi fin qui ventilati dalla dirigenza. A titolo di confronto gli interi oneri di Credit Suisse sono ammontati nel 2022 a 18 miliardi. Il portale Inside Paradeplatz ha già messo online un calcolo speculativo, secondo cui il programma di risparmio dovrebbe comportare nei prossimi anni la cancellazione di 30-35.000 posti. In Svizzera - sempre secondo questa fonte - sarebbero a rischio 10.000 impieghi.

Nel frattempo UBS archivia un utile da primato, nel secondo trimestre, proprio grazie all'acquisizione di CS: la grande banca ha conseguito un profitto netto di 28,9 miliardi di dollari (25,4 miliardi di franchi) che include un utile contabile di pari importo derivante dal fatto che l'istituto concorrente è stato rilevato a un prezzo nettamente inferiore al suo valore. Al netto di questo fattore - il cosiddetto goodwill (avviamento) negativo - nonché delle spese legate all'integrazione e degli oneri di acquisizione, l'utile ante imposte del gruppo è stato di 1,1 miliardi di dollari.

Il guadagno netto della sola UBS si è attestato a 2,0 miliardi, in linea con i 2,1 miliardi dello stesso periodo del 2022. Per il solo CS, che da giugno appartiene ufficialmente al nuovo gruppo UBS, si registra una perdita ante imposte di 8,9 miliardi di dollari, che scende a 4,3 miliardi escludendo gli effetti legati all'acquisizione.

La base di clientela di Credit Suisse si è «sostanzialmente stabilizzata», con una raccolta netta di depositi di 18 miliardi nel periodo aprile-giugno e un andamento positivo che sta proseguendo anche nel terzo trimestre, si legge nel comunicato diffuso di primo mattino. UBS ha da parte sua continuato ad attrarre denaro: nell'amministrazione patrimoniale ha raggiunto il più alto afflusso netto di nuovi capitali in un secondo trimestre da oltre dieci anni a questa parte, con 16 miliardi di dollari. Anche in questo caso, lo slancio continua. In totale, a fine giugno il gruppo UBS aveva in gestione patrimoni per 5.530 miliardi di dollari, rispetto ai 4.184 miliardi di fine marzo, cioè prima dell'acquisizione di CS.

La banca è ottimista anche per quanto concerne il futuro degli affari: le incertezze rimangono, ma la fiducia dei clienti nella gestione patrimoniale è migliorata. «Prevediamo flussi netti positivi di nuovi attivi nelle nostre attività di gestione patrimoniale e asset management», dicono i vertici.

«A due mesi e mezzo dalla chiusura dell'acquisizione di Credit Suisse, non sprechiamo tempo per creare vero valore per tutti i nostri stakeholder» - letteralmente portatori di interesse: termine che include azionisti, clienti, dipendenti, ecc. - «da una delle fusioni bancarie più grandi e complesse della storia», afferma Ermotti, citato nella nota. «Stiamo riconquistando la fiducia dei clienti, riducendo i costi e intraprendendo le azioni necessarie per realizzare economie di scala che ci permetteranno di focalizzare meglio le nostre risorse e indirizzare gli investimenti per la crescita futura», ha proseguito il manager che ha assunto la guida operativa del gruppo il 5 aprile (dopo essere già stato CEO dal novembre 2011 all'ottobre 2020). «Questa combinazione rafforzerà la nostra posizione globale come azienda di primo piano: una di cui il nostro mercato svizzero può essere orgoglioso», si dice convinto Ermotti. «Siamo onorati di questo compito e della responsabilità che ci è stata affidata».

Gli investitori gli stanno per il momento dando ragione: alla borsa di Zurigo il titolo UBS guadagnava in mattinata circa il 6%, con l'azione scambiata a oltre 23 franchi: per tornare a questi livelli bisogna risalire al 2008. Da notare che 20 marzo, cioè all'indomani dell'annuncio (domenicale) dell'acquisizione di CS, il titolo UBS aveva toccato un minimo dell'anno a 14,38 franchi. Da allora però fortemente aumentato. La performance da inizio 2023 è ora del +29%.

10:54
10:54
Sergio Ermotti: «A very complex transition»

«A very complex transition» (una transizione molto complessa). Così Sergio Ermotti ha definito in conferenza stampa l'integrazione completa delle attività svizzere di Credit Suisse in UBS, con l'obiettivo di mantenere le quote di mercato in Svizzera. La «soluzione migliore», quando si era discusso anche di un eventuale scorporo della banca e di preservare il marchio Credit Suisse.

Il CEO di UBS ha quindi aggiunto di essere convinto di potere preservare la parte migliore di Credit Suisse: «Le persone e le loro capacità, i clienti, le competenze».

«Con la piena integrazione possiamo salvare più posti di lavoro e questo è anche la cosa migliore per l'economia svizzera», ha quindi aggiunto Ermotti. Ma prima che possa aver luogo l'integrazione, è necessaria una ristrutturazione. In merito alla riduzione di 3.000 posti di lavoro – «la maggior parte a Zurigo, dove si trovano le sedi centrali di UBS e Credit Suisse –, il CEO ha dichiarato che «ogni licenziamento è doloroso». E ha assicurato che ogni persona coinvolta verrà seguita, convinto della possibilità di reinserimento professione (oltre alle «fluttuazioni naturali»). «Sul mercato del lavoro, in Svizzera, chi ha lavorato presso UBS e Credit Suisse ha buone possibilità di trovare un nuovo lavoro. Ma questo certamente non facilita la decisione».

La nuova «megabanca», assicura quindi Ermotti, non costituirà alcuna concentrazione pericolosa. Perché oggi, con e banche cantonali e gli istituti privati, la situazione è diversa rispetto a 20 anni orsono, quando le banche svizzere avevano un peso maggiore. «L'integrazione non darà vita alla più grande banca della Svizzera».

10:25
10:25
L'ASIB: «Il Credit Suisse scompare, ma non le persone»

«Il Credit Suisse scompare, ma non le persone». È questo il titolo del comunicato stampa dell'ASIB, l'Associazione svizzera degli impiegati di banca, in riferimento all'annuncio di 3.000 licenziamenti in Svizzera. «L'annuncio di oggi segna la fine di un'epoca: anche in Svizzera il Credit Suisse sarà completamente integrato in UBS e scomparirà nel tempo come marchio e nome. Tuttavia, le migliaia di dipendenti che da molti anni lavorano per Credit Suisse con passione e impegno rimarranno».

Dal 19 marzo 2023, l'ASIB chiede che venga salvaguardato il maggior numero possibile di posti di lavoro e che la ristrutturazione avvenga in modo «socialmente equo» sull'arco di diversi anni. Negli ultimi mesi, i negoziati al riguardo sono stati intensi. L'Associazione fa sapere che «i dipendenti interessati beneficeranno di un buon piano sociale», che «UBS si assume la propria responsabilità sociale» e che il processo verrà «accompagnato», con il sostegno delle persone «laddove necessario». L'ASIB chiede che i 37.000 dipendenti delle due banche in Svizzera siano trattati in modo equo e paritario durante il processo di integrazione, secondo il principio «best-of-both». E annuncia che «seguirà a vicino il dibattito politico sulla piazza finanziaria svizzera».

Natalia Ferrara, co-direttrice dell’ASIB, ha precisato: «Non dobbiamo parlare solo di cifre e leggi, ma anche di persone. Gli ultimi mesi sono stati difficili e impegnativi per tutti, soprattutto per i dipendenti e i comitati del personale delle due grandi banche. Abbiamo bisogno di un'attuazione coerente delle norme, non di leggi sbagliate. UBS deve rimanere una banca svizzera, deve incarnare e vivere i valori svizzeri. Questo include la tradizione di un sano partenariato sociale che prevale da decenni. Anche se abbiamo divergenze di opinione, dobbiamo trovare un accordo, nell'interesse dei nostri dipendenti».

09:53
09:53
«Partner sociali integrati nel processo»

Il ruolo dei partner sociali esterni nel processo di integrazione di Credit Suisse in UBS è stato definito nell'ambito di un accordo: lo ha indicato la Società degli impiegati del commercio Svizzera (SIC), che si dice soddisfatta di quanto raggiunto.

Le richieste principali dell'organizzazione consistevano nell'auspicare che le parti sociali fossero coinvolte nell'intero processo di fusione e che vi fosse una comunicazione aperta e trasparente per quel che concerne tutti i processi e le misure adottate, spiega SIC in un comunicato odierno. «L'intesa soddisfa queste richieste».

«La nostra attenzione si concentra su soluzioni socialmente accettabili per i collaboratori interessati e sul rafforzamento delle loro competenze nel mercato del lavoro», spiega il CEO - così nella nota - di SIC Christian Zünd, citato nello stesso documento per la stampa. «Il nuovo piano sociale di UBS e di CS garantisce entrambe le cose». La Società degli impiegati del commercio accoglie con favore anche le prestazioni supplementari volontarie fornite da UBS nei piani sociali armonizzati di entrambi gli istituti.

SIC dice di rammaricarsi per ciascuno dei posti di lavoro che verrà soppresso durante la fusione. «È importante che la direzione di UBS si astenga dall'effettuare tagli di impieghi in anticipo: un approccio graduale sarebbe auspicabile», argomenta Zünd. L'organismo sostiene attivamente i dipendenti interessati, offrendo i suoi servizi di consulenza e materiale informativo utile.

09:51
09:51
UBS: la borsa brinda, titolo in rialzo del 6% e ai massimi da 2008

I mercati finanziari accolgono con favore le indicazioni diffuse oggi da UBS: nei primissimi scambi alla borsa di Zurigo il titolo della grande banca guadagna il 5,87%, in un mercato di che si presenta generalmente in rialzo frazionale, e sale ai massimi da 15 anni, cioè dal 2008.

L'azione dell'istituto guidato da Sergio Ermotti si presenta tonica da ormai diverse sedute: nelle ultime quattro settimane e fino alla chiusura di ieri aveva già guadagnato il 18%.

La settimana scorsa il corso aveva raggiunto i 22 franchi per la prima volta da otto anni a questa parte. Da notare che il 20 marzo il valore aveva invece toccato il minimo dell'anno a 14,38 franchi.

Fuori portata sembra invece il massimo assoluto di 75,54 franchi raggiunto nel 2007, prima della crisi finanziaria.

09:13
09:13
«In Svizzera saranno tagliati circa 3.000 posti di lavoro»

L'acquisizione di Credit Suisse (CS) da parte di UBS comporterà probabilmente un totale di 3.000 licenziamenti in Svizzera: 1.000 di questi riguardano l'integrazione di CS Svizzera nel gruppo bancario, mentre altri 2.000 concernono altre aree di attività locali dell'istituto rilevato. Lo ha indicato poco fa il presidente della direzione di UBS Sergio Ermotti in una teleconferenza con gli analisti.

Di primo mattino, con un comunicato, la grande banca aveva annunciato che avrebbe integrato completamente l'unità elvetica di Credit Suisse. Questa soluzione è «di gran lunga» la migliore, ha sostenuto Ermotti.

Le analisi hanno inoltre anche confermato la necessità dell'acquisizione. Per CS non era solo una questione di liquidità: l'istituto non avrebbe più potuto sopravvivere da solo, ha argomentato il 63.enne.

Attualmente CS impiega ancora 17.000 persone in Svizzera e UBS 21.000.

08:34
08:34
Lo sponsoring di Credit Suisse proseguirà almeno sino al 2025

Probabile sospiro di sollievo per le società sportive e le associazioni culturali che ricevevano finora finanziamenti da Credit Suisse: il denaro continuerà ad essere elargito da UBS anche dopo la fusione, perlomeno per alcuni anni.

«Siamo consapevoli dell'importante ruolo che entrambe le aziende svolgono nelle comunità in cui operiamo, ragion per cui manteniamo in pratica tutte le sponsorizzazioni di attività civiche, sportive e culturali programmate in Svizzera almeno fino alla fine del 2025», afferma il CEO di UBS Sergio Ermotti nel comunicato odierno in cui la banca annuncia la piena integrazione di Credit Suisse e un utile trimestrale da primato che sfiora i 29 miliardi di dollari (25 miliardi di franchi).

Come noto Credit Suisse era sponsor della nazionale svizzera di calcio, di diversi eventi sportivi, di musei e di festival, sia in Svizzera che all'estero. In non pochi casi gli importi in gioco sono assai rilevanti.

08:31
08:31
Ermotti: «Non abbiamo sprecato tempo, benefici per tutti»

UBS sta lavorando con forza al suo progetto, per raggiungere una posizione di forza che andrà a beneficio dell'intera piazza finanziaria: è il pensiero del CEO Sergio Ermotti, nel giorno in cui la società ha presentato i tanto attesi conti trimestrali.

«A due mesi e mezzo dalla chiusura dell'acquisizione di Credit Suisse, non sprechiamo tempo per creare vero valore per tutti i nostri stakeholder» - letteralmente portatori di interesse: termine che include azionisti, clienti, dipendenti, ecc. - «da una delle fusioni bancarie più grandi e complesse della storia», afferma il presidente della direzione, citato nel comunicato diffuso di primo mattino.

«Stiamo riconquistando la fiducia dei clienti, riducendo i costi e intraprendendo le azioni necessarie per realizzare economie di scala che ci permetteranno di focalizzare meglio le nostre risorse e indirizzare gli investimenti per la crescita futura», prosegue il dirigente che ha assunto la guida operativa del gruppo il 5 aprile (dopo essere già stato CEO dal novembre 2011 all'ottobre 2020).

07:52
07:52
Utile record nel secondo trimestre grazie all'acquisizione di Credit Suisse

Utile record nel secondo trimestre per UBS, grazie all'acquisizione di Credit Suisse (CS): la grande banca ha conseguito un profitto netto di 28,9 miliardi di dollari (25,4 miliardi di franchi) che include un utile contabile di pari importo derivante dal fatto che l'istituto concorrente è stato rilevato - anche con l'aiuto di garanzie statali - a un prezzo nettamente inferiore al suo valore.

Al netto di questo fattore - cosiddetto goodwill (avviamento) negativo, nonché delle spese legate all'integrazione e degli oneri di acquisizione, l'utile ante imposte del gruppo è stato di 1,1 miliardi di dollari, si legge in un comunicato diffuso di primo mattino.

Il guadagno netto della sola UBS si è attestato a 2,0 miliardi, in linea con i 2,1 miliardi dello stesso periodo del 2022. Per il solo CS, che da giugno appartiene ufficialmente al nuovo gruppo UBS, si registra una perdita ante imposte di 8,9 miliardi di dollari, che scende a 4,3 miliardi escludendo gli effetti legati all'acquisizione.

La base di clientela di Credit Suisse si è «sostanzialmente stabilizzata», con una raccolta netta di depositi di 18 miliardi nel periodo aprile-giugno e un andamento positivo che sta proseguendo anche nel terzo trimestre.

UBS ha da parte sua continuato ad attrarre denaro: nell'amministrazione patrimoniale ha raggiunto il più alto afflusso netto di nuovi capitali in un secondo trimestre da oltre dieci anni a questa parte, con 16 miliardi di dollari. Anche in questo caso, lo slancio continua. In totale, a fine giugno il gruppo UBS aveva in gestione patrimoni per 5.530 miliardi di dollari, rispetto ai 4.184 miliardi di fine marzo, cioè prima dell'acquisizione di CS.

La banca è ottimista anche per quanto concerne il futuro degli affari: le incertezze rimangono, ma la fiducia dei clienti nella gestione patrimoniale è migliorata. «Prevediamo flussi netti positivi di nuovi attivi nelle nostre attività di gestione patrimoniale e asset management», conclude l'istituto.

07:48
07:48
UBS punta a ridurre i costi lordi di circa 10 miliardi di dollari

UBS non ha fornito cifre concrete sul numero di posti di lavoro che saranno eliminati nel corso dell'integrazione. Tuttavia, i risparmi sui costi che UBS intende realizzare nel corso dell'integrazione del CS forniscono un'indicazione. UBS punta a ridurre i costi lordi di circa 10 miliardi di dollari (8,8 miliardi di franchi).

L'istituto vuole inoltre raggiungere un rapporto costi-ricavi – un indicatore chiave nel settore – inferiore al 70%, rispetto all'attuale 88,9%.

Alla fine di giugno, l'agenzia di stampa statunitense Bloomberg ha riferito, sulla base di fonti anonime, che la metà dei dipendenti di Credit Suisse, ossia circa 35.000 posti, sarebbero stati soppressi. I dipendenti della banca d'investimento a Londra, New York e in Asia sarebbero i più esposti al rischio di perdere il posto di lavoro.

Secondo i documenti pubblicati oggi, alla fine di giugno i due gruppi bancari riuniti contavano circa 119.100 posti equivalenti a tempo pieno. Alla fine del 2022, i due gruppi combinati avevano 123.077 dipendenti.

07:45
07:45
«L'integrazione è la soluzione migliore nell'interesse di tutti»

L'integrazione è la soluzione migliore nell'interesse di tutti, scrive la banca. La concorrenza sul mercato svizzero rimane forte, sostiene UBS. Le banche cantonali continueranno infatti a detenere insieme la maggiore quota di mercato.

07:43
07:43
«L'integrazione delle attività presenta rischi significativi»

Nel comunicato stampa di 11 pagine viene pure precisato che: «L'integrazione delle attività di Credit Suisse nella struttura UBS dovrebbe durare da tre a cinque anni e presenta rischi significativi, tra cui il rischio che UBS Group AG non sia in grado di conseguire le riduzioni dei costi e altri vantaggi previsti dall'operazione. Questo crea un’incertezza significativamente maggiore sulle dichiarazioni previsionali».

07:28
07:28
UBS e Credit Suisse opereranno separatamente fino al 2024

UBS e le attività svizzere di Credit Suisse opereranno separatamente fino alla chiusura legale della loro fusione nel 2024. «Il marchio così come le attività di Credit Suisse saranno mantenuti fino a quando non avremo completato la migrazione dei clienti al nostro sistema previsto nel 2025», si legge nel comunicato di questa mattina.

«Il nostro obiettivo è rendere la transizione per i clienti il più agevole possibile – spiega il CEO Ermotti –, le due entità svizzere opereranno separatamente fino alla loro integrazione legale prevista nell’anno 2024, tramite una graduale migrazione della clientela verso i sistemi UBS che dovrebbe completarsi nel 2025. Nulla cambierà quindi per i clienti nel prossimo futuro. Mentre avanziamo nell'integrazione, rimaniamo pienamente impegnati nei confronti dei nostri clienti privati, istituzionali e aziendali».

07:23
07:23
Ermotti: «Rafforzeremo la nostra posizione come azienda di primo piano»

«A due mesi e mezzo dalla chiusura dell'acquisizione di Credit Suisse, non sprechiamo tempo per creare vero valore per tutti i nostri stakeholder da una delle fusioni bancarie più grandi e complesse della storia», ha dichiarato il CEO del gruppo Sergio Ermotti. «Stiamo riconquistando la fiducia dei clienti, riducendo i costi e intraprendendo le azioni necessarie per realizzare economie di scala che ci permetteranno di focalizzare meglio le nostre risorse e indirizzare gli investimenti per la crescita futura. Questa combinazione rafforzerà la nostra posizione globale come azienda di primo piano – una di cui il nostro mercato svizzero può essere orgoglioso. Siamo onorati da questo compito e dalla responsabilità che ci è stata affidata». 

07:10
07:10
UBS: «Utile netto di 29 miliardi di dollari»

Nel secondo trimestre UBS ha conseguito un utile record di 28,9 miliardi di dollari (25,6 miliardi di franchi) che include un utile contabile di pari importo derivante dall'acquisizione di Credit Suisse, indica oggi il colosso bancario in una nota.

07:05
07:05
UBS integrerà completamente Credit Suisse

UBS integrerà completamente le attività svizzere di Credit Suisse. Il trasferimento, graduale, a UBS dovrebbe essere completato nel 2025, ha annunciato giovedì il colosso bancario in una nota. Ancora non si sa quanti posti di lavoro saranno eliminati.