Ticino

Il Dazio Grande: da porta del Ticino a hub culturale

Dalla sua funzione originaria di dogana a luogo di cultura, ospitalità, condivisione, grazie a un fitto programma di eventi e una Locanda - Il Dazio Grande di Rodi-Fiesso chiude una stagione di successo e si prepara alla prossima
Red. Online
18.12.2025 10:38

In un’epoca storica in cui i dazi sono pane quotidiano del dibattito pubblico, c’è un Dazio che non divide, ma unisce. Un Dazio che non impone barriere, ma le abbatte. È il Dazio Grande di Rodi-Fiesso: una casa di pietra incastonata nelle Gole del Piottino, che dal 1500 custodisce storie di transiti, scambi, speranze, tornata oggi ad essere punto d’incontro e baricentro di una comunità vivace.

Sorto attorno al 1561 come punto doganale sul traffico del Gottardo, il Dazio Grande ha rappresentato per secoli la porta d’ingresso al Ticino: luogo di controllo, ma anche tappa obbligata per viandanti e merci. Il divieto di dazi stradali (1848) e l’avvento della ferrovia (1882) cambiarono per sempre le rotte commerciali privando l’edificio della sua funzione: abbandonato ma non dimenticato, il Dazio trovò nuova vita nel 1989 con la nascita della Fondazione che ne avviò il restauro. Dal 1° luglio 1998 la struttura ha riaperto come spazio culturale e luogo d’incontro, affermandosi in breve come punto di riferimento per la Leventina. Oggi tra le antiche mura sorge una Locanda, con cinque camere, e un ristorante che strizza l’occhio alla tradizione pur innovandone la forma con creatività e ricerca di materie prime d’eccellenza. Al piano terra, nelle vecchie stalle, è possibile visitare il suggestivo Museo dedicato alla storia del transito alpino sulla Via delle Genti: un racconto, corredato da materiale didattico e da oggetti del passato, che ripercorre il tema del viaggio nei secoli, e che nel 2025 ha contato oltre 1500 ingressi, tra scuole e visitatori.

Non solo pietra e storia

Più di cinquemila sono state, invece, le presenze attestate durante i quaranta appuntamenti che hanno caratterizzato la stagione 2025, tra eventi culturali e mostre. Sul palco si sono alternati attori del mondo culturale, politico ed economico, tra cui Sergio Ermotti, AD di UBS, e Denise Tonella, direttrice del Museo nazionale Svizzero. Successo di pubblico per il Festival tematico “Alpi in transizione”, una riflessione sui profondi cambiamenti in corso nella regione alpina, come pure per i due cicli di conferenze dedicati al tema energetico, e a quello legato a finanza e territorio. Ma non solo: l’ampio giardino e le sale interne hanno ospitato anche corsi di yoga, concerti, rappresentazioni teatrali, letture e atelier, oltre che aperitivi, pranzi e cene presso la Locanda.

“La nostra vuole essere proposta sfaccettata e poliedrica – dichiara Monica Sartori Lombardi, Presidente della Fondazione Dazio Grande – perché crediamo nell’importanza della diversità. È attraverso la varietà di prospettive, stili e contenuti, che possiamo offrire un’esperienza più ricca e capace di parlare a pubblici differenti, valorizzando ciò che rende unico ogni elemento del nostro progetto. La missione della Fondazione Dazio Grande — valorizzare e far spendere questo bene storico — è viva, fortificata da una consapevolezza: che il passato è una ricchezza condivisa, e il futuro una pagina da scrivere insieme”.

Uno sguardo al domani

Il futuro inizia anche dai bambini: per questo motivo anche nell’estate 2026 il programma del Dazio si arricchirà di numerosi incontri pensati per i più piccoli, da laboratori creativi a letture animate. Il tema della tecnologia in valle sarà poi un altro argomento che allungherà lo sguardo verso nuovi scenari, così come gli incontri dedicati all’avvenire della montagna. Perché un hub culturale non può prescindere dal suo contesto, e quello del Dazio è proprio questo: boschi, vette, sentieri, percorsi storici. Un patrimonio da preservare e da raccontare, radicato nel territorio, aperto al mondo. Non un museo immobile, ma una storia che dà voce ai pellegrini, ai passi dei cavalli, ai viandanti in cerca di riparo. Per ritrovare, tra le gole e le valli della Leventina, il senso di un viaggio che non è mai finito.

Per maggior info: www.daziogrande.ch