Il velivolo

Il primo schianto di un Boeing 787 Dreamliner

Lanciato 14 anni fa per i voli a lungo raggio, il modello aveva da poco raggiunto il traguardo del miliardo di passeggeri trasportati
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Marcello Pelizzari
12.06.2025 14:38

Lo schianto del volo AI 171 di Air India, avvenuto poco dopo il decollo dall’aeroporto di Ahmedabad, è il primo incidente con esito letale del Boeing 787 Dreamliner. Nell’attesa dei primi elementi che emergeranno dalle indagini, anche se gli esperti iniziano a sospettare che di mezzo ci sia il cosiddetto fattore umano, il costruttore nordamericano si trova di fronte a un’altra crisi di immagine.

Il Dreamliner, detto che non ha nulla a che vedere con i problemi di qualità e sicurezza del progetto 737 MAX, era stato lanciato 14 anni fa. Poche settimane fa, Boeing aveva elogiato pubblicamente il fatto che il modello avesse raggiunto l’ambizioso traguardo del miliardo di passeggeri trasportati. Per celebrare questa pietra miliare, l’azienda aveva spiegato che, globalmente, la flotta di 787 ha coperto quasi 5 milioni di voli per 30 milioni di ore in aria.

Questo incidente, ora, al di là di ciò che emergerà dalle indagini getta un’ombra sinistra su Boeing, azienda come detto alle prese con una crisi tentacolare e apparentemente senza fine, costretta negli scorsi anni a far fronte a due incidenti mortali legati al citato 737 MAX. L’amministratore delegato Kelly Ortberg, indubbiamente, dovrà rispondere a più di una domanda.

Dicevamo, comunque, del Dreamliner: negli anni, il modello ha avuto non pochi problemi. Nel 2013, fresco di lancio, due incendi alla batteria APU avevano portato al grounding dell’intera flotta. Il problema? Una runaway termica legata a un cortocircuito interno, aggravata dalla progettazione Boeing e da controlli FAA insufficienti. L’anno successivo, erano state notate delle crepe nei longheroni d’ala. E ancora: nel 2020, erano emersi casi di improper fuselage shimming, ovvero di pezzi installati male o omessi che avevano generato depressioni nella coda e nella fusoliera. Mesi fa, a marzo, due aziende pugliesi erano invece finite nel mirino degli inquirenti per aver fornito componenti del 787 non a norma.

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