Vacanze pasquali

Il turismo invade Como, il Ticino pieno solo a metà

I dati delle prenotazioni oltreconfine sfiorano il tutto esaurito, mentre nel nostro cantone i numeri sono attualmente fermi al 45% - Massimo Perucchi (Hotelleriesuisse): «Confidiamo nelle previsioni meteo» - Luca Leoni (associazione Albergatori): «Dobbiamo gestire la popolarità del Lario»
©Gabriele Putzu

Luca Leoni è davanti all’imbarcadero di Bellagio. Osserva la fila di turisti che attendono di salire sui battelli. «Una fila clamorosa», dice. E poi aggiunge: «E pensare che siamo solo a metà marzo». Il presidente provinciale dell’associazione Albergatori ci conferma le previsioni per la Pasqua - riportate ieri dalla Provincia -, e c’è un dato che spicca sugli altri: «Siamo abbondantemente oltre il 90% di prenotazioni». Va oltre: «Attorno al 95%, insomma». E in Ticino? Avevamo fatto il punto negli scorsi giorni con Massimo Perucchi. Il presidente per il Sopraceneri di Hotelleriesuisse Ticino ci parlava del 40%. «Oggi siamo al 45%». Nel dettaglio: «Parliamo di un 46,3% di stanze occupate nel Luganese e di un 45,4% nel Locarnese». Ci sono molti possibili perché.

Le incognite del tempo

Uno è legato al meteo. Leoni infatti afferma: «Siamo sulla falsariga dello scorso anno. Ma in questo caso, la Pasqua arriva presto, e allora è sempre un terno al lotto per via del tempo. Il “tutto esaurito” dipenderà da sole e pioggia. E le previsioni non sembrano ottime». E infatti Perucchi spiega: «Con le previsioni meteo che annunciano un tempo instabile per la settimana in arrivo, c’è anche chi ha già disdetto la prenotazione. Personalmente, nella mia struttura (un hotel di Ascona, ndr) ero al 60% di camere occupate, ma sono già sceso al 51% per via del brutto tempo». Prosegue: «Il problema è sempre lo stesso: siamo ancora troppo dipendenti dal meteo, e se le previsioni non saranno dalla nostra parte, difficilmente faremo i numeri della Pasqua dello scorso anno». Del resto, prosegue, «lo sapevamo: quando la Pasqua è bassa, esiste questo rischio, oltre al fatto che si creerà un buco nelle settimane successive». Buco che toccherà anche Como. Leoni: «Subiremo un piccolo calo dopo la Pasqua, ma a partire dal 20 aprile la stagione esploderà». Lo dicono i numeri. «Il lago di Como ha raggiunto una grande popolarità». Leoni risale con la memoria nel passato, a caccia dei principali elementi di questa popolarità. In principio fu George Clooney. «Sì, all’epoca era stato un motore importante. Oggi, a creare attenzione sono le nuove persone famose, gli influencer, che vengono regolarmente sul lago e che portano il nostro nome in giro per il mondo». Insomma, da Ferragni in giù.

Tra «overtourism» e sinergie

In certe zone del lago, il problema semmai è un altro: «L’overtourism». Leoni spiega l’esigenza di «gestire la situazione», anche perché «altrimenti rischiamo di vanificare quanto di buono fatto per attirare qui i turisti». E allora anche in Italia si parla di «destagionalizzare», ma anche di «delocalizzare». «Vogliamo promuovere anche posti meno conosciuti nell’alta stagione, ma allo stesso tempo portare turisti nei posti più conosciuti durante la bassa stagione». Leoni parla di gestire i numeri, quasi di alleggerire il carico. In questo senso «la sinergia con il canton Ticino è una prospettiva interessante». E Perucchi infatti conferma: «Se a Como ci sarà il pienone, forse sarà un bene per Lugano, perché magari i turisti non trovando più camere libere in Italia si sposteranno qui». Guarda oltre: «Sarei favorevole a collaborare con gli addetti ai lavori italiani. Ho tentato di portare avanti alcune sinergie sul Verbano. Il problema, però, è trovare gli interlocutori sul lato italiano. E questo complica le cose». Dal canto suo, Luca Leoni ci fa sapere che negli scorsi giorni c’è stato, in effetti, un incontro proprio con gli omologhi ticinesi nell’ambito di una collaborazione in divenire, i cui dettagli verranno svelati prossimamente. «Poi vedremo di arrivare a fatti concreti, magari anche nell’ambito della promozione», il punto forte del lago di Como. Come ammette lo stesso Massimo Perucchi: «La potenza del brand del lago di Como non è paragonabile alla nostra. Negli anni, sono stati capaci di vendersi molto bene, grazie ai loro attori turistici ma anche alla presenza di personaggi di caratura internazionale. Noi non abbiamo un Clooney che ci può sponsorizzare nel mondo». Lo stesso Perucchi però chiude con una nota di ottimismo: «Preoccupati? Solo in parte, perché se guardo i numeri annuali, nella mia struttura siamo sotto solo del 2-3% rispetto allo scorso anno. Le prenotazioni per l’estate stanno arrivando».

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