Investimenti per il turismo ticinese, dopo lo scontro arriva il sì ai crediti

Dopo uno «scontro» tra sinistra e centro-destra su come portare avanti i sussidi dedicati al settore alberghiero, il Gran Consiglio ha approvato (con 54 voti favorevoli e 14 contrari) due importanti crediti quadriennali per il periodo 2026-2029 in favore del turismo ticinese: uno di 24 milioni per il finanziamento delle attività dell’Agenzia turistica ticinese (ATT, che si occupa di marketing territoriale); e uno di 16 milioni a sostegno degli investimenti e delle attività per il turismo in base alla Legge sul turismo (LTur), che in pratica serve per sussidiare la creazione o la ristrutturazione di strutture alberghiere. Proprio su quest’ultimo credito, come vedremo, si è consumata la «battaglia», con il PS in particolare a mettere in dubbio la reale efficacia di questo strumento (considerato allo stato attuale un «foraggiamento» di aziende che non ne hanno bisogno) tramite un rapporto di minoranza che chiedeva al Governo di rivederlo.
Il dibattito
Ma partiamo dalla visione della maggioranza, rappresentata da diversi relatori. Il primo dei quali, il presidente del PLR Alessandro Speziali, ha in primis rivendicato la bontà di quei 16 milioni dedicati alla LTur: «Parliamo di una cosa molto semplice: se il Ticino vuole continuare ad avere un turismo degno di questo nome, oppure se preferisce bloccare uno strumento che negli ultimi 10 anni ha funzionato molto bene». Speziali ha quindi elencato le cifre a sostegno della sua tesi: «Quei 16 milioni non sono un regalo a pioggia, bensì un cofinanziamento selettivo con un effetto leva impressionante: ogni franco pubblico ha attivato 14 franchi di capitale privato». E, dunque, «parlare di sprechi è semplicemente errato». Ma non solo, per il liberale radicale «bloccare il credito sarebbe un autogoal annunciato», in particolare poiché ci sono già «molti investimenti in attesa». E nella pratica, dunque, significherebbe fermare «per almeno un anno la creazione di nuove strutture o di progetti innovativi». Tutto ciò, «in un momento in cui il turismo in Svizzera è ai massimi storici e il Ticino sta recuperando terreno».
A sostegno della visione della maggioranza, poi, è intervenuto pure il leghista Michele Guerra, il quale ha parlato di uno strumento «con efficacia comprovata (per via del suo effetto leva), ben ponderato e misurato rispetto a ciò che si chiede al promotore di fare». E questo perché si sussidia al massimo il 30% del progetto per al massimo un milione di franchi. Per Guerra, dunque, «mettervi mano significherebbe tagliare il ramo su cui siamo seduti». Anche Tiziano Galeazzi (UDC) ha evidenziato l’importanza degli aiuti per «osare» nel mondo del turismo e per portare avanti «proposte uniche e un prodotto turistico nuovo».
È poi stato il turno del relatore di minoranza, Fabrizio Sirica (PS), il quale – dopo aver premesso che le sue critiche riguardano unicamente il secondo credito e non quello dedicato all’ATT – ha stroncato il modo in cui i 16 milioni per gli investimenti vengono spesi: «Otto milioni nello scorso credito sono andati a 10 aziende: due immobiliari e otto alberghi». Si tratta, ha evidenziato, «della concentrazione di tante risorse per poche persone». Ma non solo: «In 10 anni abbiamo già dato 46 milioni a 109 alberghi». Tuttavia, ha fatto notare, quelli che potrebbero potenzialmente accedervi sono 163. E quindi – si è chiesto – «fino a dove vogliamo arrivare? Fino a sussidiare il 100% delle strutture?». Sirica ha poi posto l’accento pure sulle condizioni salariali precarie nel settore: «Il 44% dei lavoratori sottoposti al CCL sono ‘schiacciati’ sul salario minimo, che è di 3.700 franchi al mese», ha affermato a tal proposito. In sintesi, dunque, secondo il co-presidente socialista con questo credito «stiamo foraggiando aziende che non ne hanno necessità e imprese immobiliari che quelle operazioni commerciali le avrebbero fatte comunque».
Sul fronte opposto, a sostegno della maggioranza è infine intervenuto il consigliere di Stato Christian Vitta, il quale ha ribadito la volontà del Governo di «dare continuità a questa politica del settore turistico che ha dato risultati interessanti» e che rappresenta uno «stimolo per i professionisti a continuare a innovare» in un «settore che conta il 10% del PIL cantonale e il 12% dell’occupazione».
Dopo una lunga serie di emendamenti, tutti bocciati, il plenum come detto in principio ha approvato il rapporto di maggioranza. E i 40 milioni per il settore, dunque, hanno incassato il sì del Gran Consiglio.
