La Bellinzona del futuro nel segno della prossimità

Una realtà cittadina dove ogni servizio è comodamente raggiungibile con una camminata di al massimo 10 minuti. È l’idea contenuta nello studio «Quartieri da 10 minuti», presentato negli scorsi giorni a Bellinzona da Sibylle Wälty, docente e ricercatrice del Politecnico di Zurigo. Nei suoi studi, Wälty immagina dei punti chiave in ogni città che fungono da «mini mondi». Piccoli ma essenziali centri di interesse dove le necessità quotidiane possono essere soddisfatte nel giro di pochi minuti: nel raggio di 500 metri, infatti, si deve poter trovare tutto: dal fornaio, alla farmacia, passando per l’ufficio postale, la fermata del bus, la banca e i negozi. Per fare questo è necessario però disporre del giusto contesto, spiega l’esperta. Come avere in quell’area almeno 10 mila persone, di cui la metà attive lavorativamente. All’idea è dedicata anche una piccola mostra allestita in piazza Buffi e visitabile fino al 1. luglio. Su questo studio e su una sua possibile applicazione anche a Bellinzona abbiamo interpellato il municipale Mattia Lepori, capodicastero Territorio e mobilità.
Riflessioni in corso
«Si tratta di un tema estremamente interessante e rilevante, sul quale come Città stiamo già riflettendo e agendo», spiega Lepori, aggiungendo che nella Turrita è già stato avviato un processo per diventare una «Città in 15 minuti», e questo promuovendo uno sviluppo urbano basato sulla prossimità. «Un approccio che mira a garantire che i cittadini, in tutti i quartieri, possano accedere ai servizi essenziali in una quindicina di minuti a piedi o in bicicletta». Il concetto di «Quartiere da 10 minuti» è ancora più ambizioso, rileva il capodicastero. «In un contesto urbano esteso e policentrico come quello di Bellinzona, con 13 quartieri distribuiti su un territorio vasto e variegato, questo modello risulta difficilmente applicabile. Condividiamo tuttavia lo spirito dell’iniziativa che va nella direzione di un’urbanistica a misura di persona».
Calibrati sulla realtà
Complicato, quindi, riprodurre questo concetto dei «Quartieri da 10 minuti» in un contesto urbano come quello di Bellinzona. Ma ci si può comunque avvicinare all’idea. «Il concetto presentato nello studio implica necessariamente una densità urbana molto elevata, tipica dei grandi centri metropolitani come Zurigo o Ginevra e che difficilmente si può replicare in una città come la nostra, articolata e distribuita». Il Municipio, spiega Lepori, intende leggere il territorio in maniera più ampia, «adottando un approccio funzionale e calibrato sulla nostra realtà». Inoltre, spiega, una concentrazione come quella promossa dallo studio «è eccessiva e non replicabile a Bellinzona». L’idea è invece quella di promuovere uno sviluppo equilibrato «che valorizzi la pluralità e l’identità dei vari quartieri, densificando laddove possibile». Un esempio concreto che il capodicastero porta è quello del progetto in corso attualmente a Camorino e realizzato in collaborazione con la SUPSI. «Grazie alla disponibilità degli insegnanti e delle famiglie degli allievi che frequentano le scuole elementari, stiamo lavorando per individuare i tracciati che verranno percorsi a piedi e in bicicletta per gli spostamenti quotidiani». Un modo - rileva il nostro interlocutore - per raccogliere dati utili a migliorare pianificazione e sicurezza della mobilità lenta. «Si tratta di un approccio che ci permette di costruire strategie pragmatiche basate sui bisogni reali dei cittadini».
Qualità e sicurezza
In ogni caso, tornando alla «Città in 15 minuti», la capitale ha delle caratteristiche geografiche e strutturali favorevoli a un simile modello, evidenzia Lepori. Anche dai nuclei più periferici si può infatti raggiungere il centro in breve tempo: «Questo rende possibile un’organizzazione urbana che favorisce la mobilità lenta e il mantenimento dei servizi di prossimità». Un altro punto rilevato dal capodicastero riguarda la riduzione della dipendenza dalle automobili. «Anche perché uno sviluppo urbanistico di prossimità rende le città più vivibili, inclusive e sostenibili. Permette ai cittadini di ridurre gli spostamenti inutili, risparmiando tempo e migliorando la qualità di vita. Promuovere un simile sviluppo significa anche creare le condizioni per rendere realmente competitiva la mobilità lenta. È questo il traguardo che vogliamo raggiungere a Bellinzona».