Tensioni

La Cina dà il via a «manovre militari mirate» circondando Taiwan

Lanciati «diversi missili balistici» nelle acque nordoccidentali e sudoccidentali dell'isola: attivati i sistemi di difesa – Il PLA: «L'intera missione di addestramento al lancio di munizioni vere è stata completata con successo» – Taipei: «Sosterremo il principio di prepararsi alla guerra senza cercare la guerra»
© kEYSTONE (EPA/MARK R. CRISTINO)
Ats
04.08.2022 06:28

La Cina ha dato il via, alle 12 locali (le 6 in Svizzera), alle più grandi esercitazioni militari mai fatte intorno a Taiwan in un crescendo di tensioni in risposta alla visita sull'isola della presidente della Camera USA Nancy Pelosi. I media ufficiali ricordano che si tratta «di manovre militari e d'addestramento su vasta scala» che includono lanci dal vivo di colpi di artiglieria e di missilli in sei aree marittime off-limits a navigazione e sorvolo, in una prova di forza dell'Esercito popolare di liberazione (Pla). Più aree sconfinano nelle acque territoriali e interne di Taiwan, oltre che nella zona economica esclusiva del Giappone.

Le forze armate di Taiwan «operano come al solito e monitorano ciò che ci circonda in risposta alle attività irrazionali» della Repubblica popolare cinese «con l'obiettivo di cambiare lo status quo e di destabilizzare la sicurezza della regione». Lo afferma in una ntoa il ministero della Difesa di Taipei all'avvio delle manovre militari cinesi su vasta scala intorno all'isola. «Non cerchiamo l'escalation, ma non ci fermiamo quando si tratta della nostra sicurezza e sovranità. Sosterremo il principio di prepararsi alla guerra senza cercare la guerra e con l'atteggiamento di "non intensificare i conflitti e non causare controversie"».

Le reazioni

I ministri degli Esteri del'Asean, i 10 Paesi del sudest asiatico (Brunei, Cambogia, Indonesia, Laos, Malaysia, Myanmar, Filippine, Singapore, Thailandia e Vietnam), hanno avvertito che la crescente situazione di tensione intorno a Taiwan potrebbe innescare «conflitti aperti». I ministri, in una dichiarazione congiunta, hanno affermato che la situazione «potrebbe destabilizzare la regione e alla fine potrebbe portare a errori di calcolo, gravi confronti, conflitti aperti e conseguenze imprevedibili tra le principali potenze».

Anche il capo della diplomazia UE Josep Borrell ha condannato le «esercitazioni militari mirate» della Cina intorno a Taiwan, osservando che la visita della speaker della Camera americana Nancy Pelosi sull'isola non è una motivazione valida. «Non c'è alcuna giustificazione per usare una visita come pretesto per un'attività militare aggressiva nello Stretto di Taiwan», ha scritto Borrell su Twitter. «È normale e di routine per i legislatori dei nostri Paesi viaggiare a livello internazionale. Incoraggiamo tutte le parti a mantenere la calma, esercitare moderazione e agire con trasparenza», ha aggiunto Borrell, a Phnom Penh per l'Asean.

La presidente taiwanese Tsai Ing-wen ha ringraziato il G7 per «il sostegno alla pace e alla stabilità della regione. Taiwan è impegnata a difendere lo status quo e la nostra democrazia faticosamente conquistata». Per questo, ha aggiunto Tsai in un tweet, «lavoreremo con i partner che la pensano allo stesso modo per mantenere libera e aperta la regione dell'Indo-Pacifico. Ieri, il G7 ha chiesto alla Cina »di non cambiare unilateralmente lo status quo con la forza nella regione e di risolvere le divergenze tra le due sponde dello Stretto con mezzi pacifici«, in merito alle maxi manovre di Pechino intorno all'isola partite oggi. »Non vi è alcun cambiamento nelle rispettive politiche della Unica Cina, ove applicabili, e nelle posizioni di base su Taiwan dei membri de l G7«, ha recitato una nota dei ministri degli Esteri.

La Cina, dal canto suo, attacca proprio il G7 su Taiwan. «Sono gli Stati Uniti che hanno provocato i guai, la crisi e che continuano ad aumentare le tensioni», ha affermato il ministro degli Esteri Wang Yi, commentando con toni aspri il comunicato congiunto del G7 che ieri ha chiesto a Pechino di evitare una «aggressiva attività militare» per il rischio di una «escalation non necessaria» e di «non cambiare unilateralmente lo status quo con la forza». La «palese provocazione USA», con la visita a Taipei della speaker della Camera Nancy Pelosi, «ha creato un pessimo precedente se non viene corretto e contrastato», ha aggiunto Wang in una nota ministeriale.

Aggiornamento delle 08.00

Giornalisti dell'agenzia di stampa AFP hanno visto proiettili sparati dall'Esercito cinese in direzione dello Stretto di Taiwan. Il ministero della Difesa di Taiwan ha confermato il lancio di «diversi missili balistici» da parte dell'Esercito popolare di liberazione (Pla) a partire dalle 13.46 locali (le 7.46 in Svizzera) nelle acque nordoccidentali e sudoccidentali dell'isola. Lo ha detto il portavoce del ministero in conferenza stampa. In risposta, le forze armate di Taipei hanno attivato i sistemi di difesa. Il ministero, inoltre, ha «condannato le azioni irrazionali» della Cina che «minacciano la space e la stabilità regionali».

La città di Taipei ha incoraggiato i residenti a scaricare una app per localizzare le posizioni degli oltre 5.000 rifugi antiaerei della città. Cheng Ta-chuan, portavoce dell'Ufficio municipale per l'amministrazione degli edifici, ha affermato che Taipei ha 5.771 rifugi antiaerei, che possono ospitare 12,87 milioni di persone, più di cinque volte la popolazione della città. In caso di esercitazione aerea o scoppio di guerra, i rifugi sarebbero aperti al pubblico, su direttiva del ministero della Difesa nazionale, ha aggiunto Cheng, nel resoconto della l'agenzia ufficiale Cna. Nel frattempo, un elenco completo dei rifugi antiaerei a livello nazionale, catalogati per comune, è reperibile sul sito web dell'Ufficio della Protezione civile dell'Agenzia nazionale di polizia.

Aggiornamento delle 10.40

L'Esercito popolare di liberazione (Pla) ha «revocato il controllo marittimo e dello spazio aereo al largo della costa orientale dell'isola di Taiwan» con la riuscita delle manovre di lancio missilistiche che «hanno colpito con precisione tutti gli obiettivi». In una nota, il colonnello Shi Yi, portavoce del Comando del teatro orientale della Pla, ha osservato che le attività sull'area di mare predeterminata al largo di Taiwan hanno permesso di «testare le capacità di attacco di precisione e di blocco dell'area. L'intera missione di addestramento al lancio di munizioni vere è stata completata con successo».