Rincari

La guerra in Ucraina causerà un aumento del costo del pane in Svizzera?

Ne abbiamo parlato con Massimo Turuani, Presidente della Società Mastri Panettieri-Pasticceri-Confettieri del Cantone Ticino e Mesolcina
Diverse sono le variabili che incidono sul prezzo del prodotto finale. © Shutterstock
Martina Ravioli
08.03.2022 11:29

La delicata situazione internazionale inizia a farsi sentire anche sull'economia della Svizzera e non solo. Per capire cosa dobbiamo aspettarci sul fronte degli aumenti di prezzo di un prodotto essenziale come il pane, abbiamo interpellato Massimo Turuani, Presidente della Società Mastri Panettieri-Pasticceri-Confettieri del Cantone Ticino e Mesolcina.

Signor Turuani, la Svizzera rischia di avere difficoltà nell'approvvigionamento di farina per coprire il fabbisogno della popolazione?
«Fortunatamente no. Il contingente svizzero non dipende in alcun modo dal grano coltivato in Ucraina. Dalla seconda guerra mondiale in avanti, infatti, la Confederazione riesce a coprire il 75% del fabbisogno grazie a produzioni locali, mentre il restante 25% delle farine necessarie, viene importato da Austria, Germania e, soprattutto per la farina Manitoba, dal Canada. Ben diversa è la situazione in alcuni paesi confinanti. In Italia, ad esempio, iniziano già a sentire una grossa pressione dei prezzi verso l'alto. Mi è capitato di parlare con alcuni colleghi che operano oltrefrontiera e mi spiegavano che per riuscire a riaversi dei rincari e garantire la produzione nonostante gli aumenti, devono praticare prezzi di anche 5 Euro al chilogrammo».

Quali possono essere, dunque, le cause degli aumenti di prezzo in Svizzera?
«Già a partire dallo scorso autunno, a causa della pandemia, abbiamo avuto difficoltà a reperire dei prodotti correlati. Ad esempio, è stato difficilissimo, lo scorso Natale, trovare le fasce di carta dei panettoni. Qualche problema lo abbiamo avuto anche con la frutta candita, ma ci eravamo preparati adeguatamente con delle scorte. Oggi la grande incognita è il costo dell'energia e dei carburanti».

Dobbiamo, dunque, aspettarci grossi aumenti per quanto riguarda il settore energetico?
«Ho avuto modo di confrontarmi con AIL e, pur nell'attuale situazione di incertezza, le previsioni non sono particolarmente negative per quanto riguarda l'energia elettrica. Questo perché l'approvvigionamento si basa su programmi di lungo periodo e ci sono, sia in fase di studio che in fase operativa, molti progetti per una migliore efficienza energetica. Questo dovrebbe permettere di contenere eventuali aumenti. In ogni caso AIL sta facendo di tutto per trovare soluzioni alternative al puro e semplice aumento di prezzo per il consumatore finale».

Per quanto riguarda i costi di trasporto, invece, qual è la situazione?
«Ecco la grande incognita. Innegabilmente stiamo assistendo a forti aumenti del costo dei carburanti e questo, ovviamente, fa aumentare i costi di trasporto. Anche in questo settore ci sono progetti, ma con un orizzonte temporale decisamente più lungo. Nell'immediato abbiamo la fortuna che, generalmente, i laboratori di panetteria sono contigui, o in ogni caso molto vicini, ai punti vendita e questo ci tutela da costi eccessivi legati al trasporto su lunghe distanze del prodotto finito. La grande distribuzione, invece, riesce a lavorare con enormi quantitativi di prodotto e anche questo permette di assorbire, almeno in parte, le variazioni di prezzo».

In conclusione, quali sono le prospettive per i consumatori nel corto-medio periodo?
«Non possiamo escludere alcuni aumenti, ma se questi ci saranno e sottolineo il se, saranno dei lievi ritocchi che non dovrebbero impattare in modo massiccio sulle tasche del consumatore. La situazione è, chiaramente, mutevole e in continuo divenire e dunque diventa impossibile fare previsioni sul lungo periodo. Chiaramente siamo tutti attenti al tema e ci impegniamo a trovare le migliori soluzioni per garantire la qualità dei prodotti da forno mantenendo, il più possibile, i prezzi invariati o con aumenti minimi».

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