Svizzera

La produzione di alluminio soffre per la crisi del comparto automobilistico

Alu.ch: «Ad eccezione del fiorente settore edile in Svizzera, tutti i nostri principali mercati in Europa sono risultati sotto pressione a partire dall'estate»
Ats
09.04.2024 13:41

Produzione di alluminio in calo nel 2023 in Svizzera: ha pesato in particolare la crisi del comparto automobilistico in Germania e in Francia. Le tonnellate uscite dagli impianti di laminazione e di pressatura sono state 206'767, il 2% in meno dell'anno prima.

In un comunicato odierno l'associazione di categoria Alu.ch parla di un esercizio estremamente impegnativo. «Ad eccezione del fiorente settore edile in Svizzera, tutti i nostri principali mercati in Europa sono risultati sotto pressione a partire dall'estate», spiega il presidente dell'organizzazione Roland Hörzer, citato nella nota.

«Abbiamo chiaramente risentito di questo rallentamento economico: sono stati cancellati ordini e non ne sono arrivati di nuovi», afferma il dirigente della filiale elvetica della multinazionale Reynaers Aluminium. «Di conseguenza alcune aziende associate hanno dovuto annunciare il lavoro ridotto».

La domanda dell'industria automobilistica, solitamente uno dei più forti motori di crescita, è rimasta ben al di sotto dei valori dell'anno precedente. Con l'eccezione di alcune case automobilistiche che sono state in grado di resistere alla pressione dei prezzi e alla ritrosia dei consumatori verso i nuovi acquisti il comparto ha registrato un andamento in flessione. Contrariamente alle aspettative non c'è stato un aumento della domanda di auto elettriche, il che ha provocato una reazione a catena con «dolorosi cali degli ordinativi» per i fornitori elvetici.

Secondo Alu.ch le politiche di sovvenzione internazionali stanno ulteriormente peggiorando la situazione: in Europa, la Germania in particolare è costretta a competere con gli Stati Uniti e la Cina in termini di sussidi per evitare che le aziende si spostino. «Con il cosiddetto 'Green Deal europeo', la politica sta distorcendo le condizioni di concorrenza e le strutture dei prezzi a nostro svantaggio», argomenta Hörzer. «Un paese piccolo come la Svizzera ha solo possibilità limitate di tenere il passo».

Il 2024 si presenta ancora volatile, ma secondo l'associazione dei produttori la domanda a lungo termine di strutture leggere in alluminio made in Switzerland è assicurata. «Nell'elettromobilità, negli imballaggi sostenibili, nelle soluzioni emergenti di tecnologia pulita e nell'uso di energie rinnovabili le nostre aziende associate e i loro dipartimenti di sviluppo agiscono come importanti forze trainanti e sono il primo punto di riferimento per i principali attori del mercato», sostiene il direttore generale di Alu.ch Marcel Menet, a sua volta citato nel comunicato. «Grazie al suo peso ridotto, all'elevata resistenza e all'eccellente riciclabilità l'alluminio svolge già un ruolo importante in tutti i settori della vita». Il settore è anche un importante datore di lavoro: si parla di 8000 dipendenti.