L’Ariston, i Pooh e YouPorn

Ricordo che negli anni Settanta, tra tutti noi giovani studenti delle scuole superiori appassionati di musica, c’erano un paio di artisti considerati tabù: Lucio Battisti e i Pooh. Il primo perché per strane ragioni veniva ritenuto un fascista e dunque da mettere al bando; i secondi perché giudicati melensi e adatti solo a ragazzine dodicenni. Comperare i loro dischi e ascoltare le canzoni era dunque considerato un marchio d’infamia. Poi però, quando in una festa o in riva al lago spuntava una chitarra e si intonavano le loro canzoni, si scopriva che tutti – dal rocchettaro più incallito all’intellettuale più di sinistra – le conoscevano: e non solo i grandi successi, ma anche il quarto brano della seconda facciata del loro primo album. La stessa cosa accade oggi riguardo a YouPorn, il sito per adulti, terzo al mondo come numero di visite che però nessuno ammette di consultare. Basta tuttavia fare un test in un qualsiasi locale pubblico (cosa fatta dal sottoscritto) buttando lì il nome di un paio delle sue «star», per scoprire che quasi tutti sanno di chi si sta parlando e quali sono le loro «specialità». Cosa c’entra tutto ciò con Sanremo? Semplice: un sondaggio promosso negli scorsi giorni dal nostro sito internet ha indicato che oltre il 90% delle persone non ha mai guardato il festival e che anche quest’anno preferirebbe una condanna ai lavori forzati piuttosto che seguirlo. Peccato però che da anni Sanremo sia in assoluto il programma tv più visto in Ticino e che, durante i giorni in cui si svolge, in ogni luogo di lavoro, bar, centro commerciale o qualsiasi altro luogo d’incontro, non si parli che di ciò che capita al Festival. Che però nessuno segue, alla stregua dei Pooh o di YouPorn.