Economia

Le imprese europee temono il rallentamento economico della Cina

È quanto emerge dal Business Confidence Survey 2024, il report annuale della Camera di commercio dell'Unione europea stilato raccogliendo lo stato della fiducia dei propri associati
©ALEKSANDAR PLAVEVSKI
Ats
10.05.2024 11:33

Un numero crescente di imprese europee in Cina considera il rallentamento del Dragone come uno dei fattori principali in grado di compromettere la redditività societaria. È quanto emerge dal Business Confidence Survey 2024, il report annuale della Camera di commercio dell'Unione europea stilato raccogliendo lo stato della fiducia dei propri associati.

L'indagine mostra che il 55% degli intervistati ha definito l'incertezza economia tra le prime tre sfide, rispetto al 36% del 2023. «Non riesco a ricordare nella storia del nostro sondaggio che una delle principali preoccupazioni sia potuta crescere del 19% nell'arco di un anno», ha affermato Jens Eskelund, a capo della Camera, nel corso della presentazione. «Inoltre, abbiamo il 68% dei nostri iscritti che ci dice che fattori macroeconomici come l'indebolimento della domanda hanno avuto un impatto negativo sulla loro capacità di fare soldi nel mercato cinese».

I risultati del sondaggio condotto su 529 aziende sono stati diffusi nella stessa settimana in cui il presidente Xi Jinping ha visitato l'Europa per la prima volta dal 2019, promettendo di creare maggiori opportunità di mercato per le imprese del Veccio Continente. Il Dragone, inoltre, sta perdendo appeal come destinazione degli investimenti: solo il 15% degli intervistati considera la Cina la scelta migliore, mentre il 13% la vede come il target principale per gli investimenti futuri. Entrambi i dati sono scesi rispetto al 2023 ai minimi storici. In più, lo studio, condotto da metà gennaio all'inizio di febbraio, ha mostrato che solo tre aziende su 10 hanno riportato margini di profitto più elevati rispetto alla media globale, in calo rispetto a circa la metà nel 2021.

Nel primo trimestre il Pil cinese è cresciuto del 5,3% annuo, malgrado la debole domanda interna e la crisi del settore immobiliare. Tuttavia, Eskelund ha notato che «una crescita legata agli investimenti in capacità produttiva aggiuntiva per la quale non c'è domanda è negativa per le imprese». Usa e Ue hanno accusato più volte Pechino di inondare i mercati globali con prodotti a basso costo per far fronte alla sovraccapacità industriale. Per la prima volta nel sondaggio è stata posta una domanda sulla capacità, con il 36% degli intervistati che ha affermato di aver osservato un eccesso produttivo nei propri settori nel 2023. Il 68%, invece, ha affermato che fare affari nel Dragone è più difficile: una quota ai massimi storici, dovuta a norme e regolamenti ambigui del Paese, nonché a un ambiente legale imprevedibile e a uno imprenditoriale più politicizzato.