Rivelazioni

Le «soffiate» di Peter Lauener sono sfociate in battaglie legali

Le indagini partite dalla vicenda Crypto hanno fatto emergere i rapporti segreti tra il braccio destro di Berset e il CEO di Ringier - Il procuratore straordinario, a sua volta denunciato, potrebbe essersi spinto oltre i limiti del suo mandato
© KEYSTONE/Alessandro della Valle
Luca Faranda
17.01.2023 21:04

Le «soffiate» durante il periodo pandemico al CEO di Ringier Marc Walder da parte di Peter Lauener, ex braccio destro di Alain Berset, continuano a tenere banco. Il gruppo mediatico nega ogni accusa, ma la vicenda, tra denunce e controdenunce, appare sempre più complicata.

1. Da cosa ha origine questa vicenda?

All’inizio del 2021 l’Autorità di vigilanza sul Ministero pubblico della Confederazione (AV-MPC) ha nominato Peter Marti procuratore straordinario per indagare sulla divulgazione ai media di informazioni riservate legate alla vicenda Crypto, un’azienda di Steinhausen (ZG) specializzata in decrittazione e controllata segretamente dai servizi di spionaggio statunitensi e tedeschi.

L’inchiesta ha portato alla luce indizi di ulteriori violazioni del segreto d’ufficio in seno all’Amministrazione: l’AV-MPC, lo scorso anno, ha dunque incaricato Marti di indagare anche su di essi.

2. Che ruolo ha avuto Peter Lauener?

La vicenda Crypto era sfociata in azioni penali contro alcuni impiegati della Confederazione, tra cui Lauener. L’ex capo della comunicazione del Dipartimento federale dell’interno (DFI), dimessosi a giugno, avrebbe trascorso alcuni giorni in detenzione preventiva. Dai verbali degli interrogatori del procuratore straordinario, finiti nelle mani dei giornalisti di CH Media, è emerso che gli scambi di informazioni (ad esempio tramite mail) tra Lauener e Walder erano circa 180. Per 204 volte Lauener ha risposto «non dico nulla» alle domande di Marti.

3. In che modo la vicenda può danneggiare Berset?

Lauener è stato il braccio destro di Berset per una decina di anni. Le indiscrezioni pubblicate di recente hanno spianato la strada alle critiche all’indirizzo dell’attuale presidente della Confederazione: per gli avversari politici o Berset era al corrente di quanto avveniva (e dunque è connivente), oppure il «ministro» della Sanità ha un problema di conduzione del Dipartimento, poiché significherebbe che non ha il controllo sui suoi funzionari più fidati.

Attualmente il presidente della Confederazione non è indagato. È stato ascoltato dal procuratore straordinario come persona informata sui fatti. Il socialista friburghese finora si è limitato a dire che a causa di un procedimento in corso (non diretto contro di lui) non può dire nulla. Ha parlato tuttavia di indiscrezioni «illegali» e «piuttosto scandalose», riferendosi alle rivelazioni di CH Media. Delle fughe di notizie se ne occuperà anche la politica: le Commissioni della gestione delle due Camere all’inizio della prossima settimana decideranno quali passi intraprendere.

5. Cosa ha fatto il DFI sulla fuga di notizie?

Ringier – in particolare con «Blick» e «SonntagsBlick» – non era l’unico gruppo mediatico ad avere in anteprima le misure sul coronavirus discusse in Governo. Il DFI già nel gennaio 2021 ha presentato una denuncia penale contro ignoti al Ministero pubblico della Confederazione (MPC) per violazione del segreto d’ufficio. Da noi contattata, la procura federale ha spiegato che il procedimento penale - avviato nel marzo 2021 - è stato nel frattempo sospeso, «poiché non è stato possibile identificare gli autori nonostante le misure investigative adottate». Tuttavia, l’MPC può riprendere le indagini in qualsiasi momento se il motivo della sospensione è venuto meno.

6. Quanti procedimenti sono in corso?

Il procedimento principale è l’indagine avviata per il caso Crypto, affidata a Marti, e poi allargatasi anche ad altre presunte violazioni del segreto d’ufficio. Lo stesso Lauener – secondo le testate di Tamedia - avrebbe sporto denuncia penale contro Marti per essere andato oltre i limiti del suo mandato. Per esaminare le accuse di abuso di autorità di questo caso specifico, l’AV-MPC ha nominato un ulteriore procuratore federale straordinario, Stephan Zimmerli.

Ora l’MPC è chiamato anche ad indagare sulle rivelazioni uscite sabato sui giornali del gruppo CH Media: dovrà chiarire come possano essere trapelati e-mail e verbali del procedimento contro Lauener. Quest’ultimo potrebbe tuttavia essere a rischio: sarà la giudice dei provvedimenti coercitivi del canton Berna a decidere se il procuratore straordinario avrà il diritto di utilizzare prove emerse dai mezzi di comunicazione sequestrati al braccio destro di Berset.

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