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Libertà di stampa: la Svizzera si piazza al 12.esimo posto

Rispetto all'anno scorso c'è stato un miglioramento di due posizioni legato alla fine della pandemia di Covid-19
© CdT/Chiara Zocchetti
Ats
03.05.2023 06:48

(Aggiornamento 09.20)

La Svizzera si piazza quest'anno al 12° posto su 180 Paesi nella classifica della libertà di stampa di Reporter senza frontiere (Rsf). Rispetto all'anno scorso c'è stato un miglioramento di due posizioni legato alla fine della pandemia di Covid-19.

Ciò ha attenuato un clima di intimidazione, ostilità e persino violenza fisica da parte degli oppositori alle misure contro il coronavirus, scrive Rsf in una nota odierna. Un clima aggressivo che nel 2022 aveva fatto scendere la Svizzera dal 10° al 14° posto.

Il livello della libertà di stampa - che in base alla classifica di Rsf è ora considerata soltanto «piuttosto buona» - non è però tornato tornato al livello del 2021. La causa è da attribuire al legislatore: in relazione a questo sotto indicatore la Svizzera è infatti scesa dal 29° al 37° posto.

Uno dei motivi è l'estensione da parte del Parlamento della possibilità data ai giudici di ordinare provvedimenti superprovvisionali nei confronti dei media: ossia il divieto di pubblicare una notizia, nel caso qualcuno ritenga di poterne subire uno svantaggio, ancor prima del confronto in un'aula di tribunale. In precedenza chi si considerava parte lesa era tenuto a dimostrare uno svantaggio particolarmente grave.

Un altro fattore che continua a limitare la libertà di stampa è il cosiddetto articolo «museruola» contemplato dalla legge svizzera sulle banche. In base ad esso, i giornalisti rischiano fino a tre anni di carcere se pubblicano informazioni basate su dati rubati o trapelati illegalmente. La situazione economica di molti media rimane peraltro fragile e ciò ha influito sul sotto indicatore legato alla pluralità delle informazioni.

Norvegia al primo posto

In base alla 21° classifica internazionale pubblicata oggi da Rsf, la libertà di stampa è considerata «molto scarsa» in 31 Paesi, «difficile» in 42 e «problematica» in altri 55. Fanalini di coda sono il Vietnam (178°), la Cina (179°) e la Corea del Nord (180°).

La libertà dei media è invece considerata «buona» o «piuttosto buona» in 52 Paesi. La Norvegia mantiene il primo posto per la settima volta consecutiva. L'Irlanda si piazza al secondo posto, seguita da Danimarca e Paesi Bassi. Reporter senza frontiere pubblica la classifica ogni 3 maggio, in occasione della Giornata della libertà di stampa.

Condizioni «pessime» in molti Paesi

Secondo l'ultimo report annuale del World Press Freedom Index, la libertà dei media è in pessime condizioni in un numero record di Paesi: la disinformazione, la propaganda e l'intelligenza artificiale rappresentano minacce crescenti per il giornalismo, come riporta il Guardian.

Il World Press Freedom Index ha rivelato uno scioccante calo nella libertà dei media, con 31 paesi ritenuti in una «situazione molto grave», il punteggio più basso del rapporto, senza precedenti, rispetto ai 21 di appena due anni fa.

L'aumento dell'aggressività da parte dei governi autocratici - e di alcuni che sono considerati democratici - unita a «massicce campagne di disinformazione o propaganda» ha fatto peggiorare la situazione, secondo l'elenco, pubblicato dal gruppo di Reporters sans frontières (Rsf).