Medio Oriente

L'Iran ha attaccato Israele: ecco che cosa sappiamo finora

Centinaia di droni e missili sono stati lanciati verso lo Stato ebraico – Si tratta del primo attacco diretto compiuto da Teheran: «Un'escalation grave e pericolosa»
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Giacomo Butti
14.04.2024 00:45

L'Iran ha attaccato Israele. Da giorni – ne avevamo parlato qui – l'ipotesi di un'imminente aggressione di Teheran, una vendetta per il raid israeliano su Damasco, ipotesi più non era. Si trattava, solamente, di capire «come» e «quando». I dubbi, appunto, sono stati sciolti sabato sera, quando anticipata dai media locali – è arrivata la notizia, poi confermata dalle autorità israeliane e statunitensi. Teheran non si è «accontentata» della nave sequestrata questa mattina nello Stretto di Hormuz. «L'Iran ha lanciato dei droni verso Israele».

La situazione, come prevedibile, è in costante evoluzione. Queste le informazioni a nostra disposizione al momento: Teheran, stima l'intelligence statunitense citata dal portale israeliano Ynet, ha lanciato almeno 400-500 droni (o Unmanned Aerial Vehicle, UAV) verso Israele. Il lancio è avvenuto in almeno tre ondate. Inizialmente, i media israeliani avevano riferito di un probabile arrivo degli UAV sul territorio israeliano attorno alle 7.30 del mattino, le 6.30 in Svizzera, ma la stima è stata poi smentita e aggiornata dall'esercito israeliano. I droni iraniani impiegano tra le sei e le nove ore a coprire la distanza tra i due Paesi, e i primi hanno praticamente raggiunto Israele mentre scriviamo queste righe. Altri, molti altri sono stati intercettati in anticipo grazie (anche) all'aiuto di Stati Uniti e Gran Bretagna. 

L'Iran, ha poi anticipato il giornale Haaretz, ha lanciato anche dei missili da crociera che – più rapidi – nelle intenzioni di Teheran dovrebbero colpire il territorio di Israele insieme agli UAV, mentre il sistema di difesa antiaereo israeliano, Iron Dome, è impegnato nell'intercettare i droni. La notizia del lancio dei missili è stata confermata dalla TV di Stato iraniana. Secondo funzionari israeliani, i droni e i missili iraniani avevano quale obiettivo siti militari: osservati speciali, le alture del Golan e le basi aeree nel Negev, nel sud di Israele. Ma le sirene antiaeree, riferisce la CNN, stanno risuonando da Gerusalemme al Mar Morto mentre lron Dome intercetta i droni iraniani.

La missione dell'Iran all'ONU, infine, ha affermato che l'attacco contro Israele è stato una risposta all'«aggressione israeliana contro le nostre sedi diplomatiche a Damasco» e «può considerarsi concluso», secondo quanto riferisce la CNN, mentre Israele ha fatto sapere che la minaccia è tutto fuorché superata.

Difesa

Si è trattato, in assoluto, del primo attacco diretto compiuto dall'Iran verso Israele se escludiamo l'episodio del 2018, quando Teheran ha sparato razzi verso le Alture del Golan dalla Siria. Sin qui, Teheran aveva sfruttato e finanziato milizie stanziate in altri Paesi per portare avanti la propria guerra «proxy» nei confronti dello Stato ebraico: da Hezbollah in Libano agli Houthi in Yemen. Proprio gli Houthi, sabato sera, hanno seguito l'Iran nell'offensiva contro Israele, lanciando a loro volta dei droni. Hezbollah, invece, ha annunciato di aver lanciato dei razzi verso le Alture del Golan. L'attacco diretto è stato definito dal portavoce militare israeliano Daniel Hagari «una grave e pericolosa escalation».

Arrivato in serata alla base Kirya, a Tel Aviv, il premier israeliano Benjamin Netanyahu aveva dal canto suo assicurato che «Israele è forte e pronto a difendersi». L'esercito israeliano, ha detto alla CNN un funzionario militare, ha giocato d'anticipo cercando di intercettare i droni prima che raggiungessero i cieli israeliani. Il resto, diciamo, è stato affidato a Iron Dome. Non solo Israele, ma anche Libano e Giordania, nel frattempo, hanno chiuso i propri spazi aerei. E l'aeronautica militare giordana - ripresa dai media israeliani - si è detta pronta a «intercettare e abbattere qualsiasi drone aereo che entri nello spazio aereo» del Regno.

Il ministro della difesa israeliano, Yoav Gallant, ha assicurato che Israele ha «monitorato da vicino» l'attacco, invitando la popolazione a «prestare attenzione a qualsiasi ordine che potrebbe essere emesso dal Comando militare Homefront», il quale mappa i missili in arrivo e altre minacce aeree. I residenti delle cittadine nel nord del Golan, dell'area di Nevatim, di Dimona e di Eilat, in particolare, «dovranno restare vicino a rifugi fino a nuovo ordine», ha fatto sapere l'esercito israeliano.

Preoccupazioni

Segni di nervosismo erano arrivati nelle scorse ore dagli Stati Uniti, a partire dal rapido ritorno del presidente Joe Biden alla Casa Bianca. Dopo aver inizialmente deciso di passare il weekend nella residenza del Delaware, il leader statunitense aveva preferito effettuare un dietrofront, raggiungendo nuovamente Washington. Una decisone improvvisa e segno di un'imminente escalation, avevano fatto notare gli analisti, perché arrivata parecchie ore dopo, troppe, per essere legata solamente alla presa della nave MSC Aries da parte dell'esercito iraniano. Il Wall Street Journal, del resto, aveva fatto sapere che navi da guerra statunitensi – tra le quali anche la portaerei Eisenhower – avevano nelle scorse ore fatto rotta verso Israele, per la crescente preoccupazione di un attacco iraniano.