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Londra valuta la sospensione della vendita di armi a Israele

La misura verrebbe applicata se il premier israeliano Benjamin Netanyahu dovesse portare avanti un'offensiva di terra potenzialmente devastante sulla città palestinese di Rafah – TUTTI GLI AGGIORNAMENTI
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Londra valuta la sospensione della vendita di armi a Israele
Red. Online
22.02.2024 06:00
22:22
22:22
«Attacco israeliano a Jenin in Cisgiordania»

«Una persona è stata uccisa e altre quattro sono rimaste ferite, di cui una gravemente, questa sera in un attacco israeliano contro un'auto a Jenin». Lo ha riferito il ministero della Salute palestinese.

18:58
18:58
«L'esercito israeliano ha terminato le operazioni all'ospedale Nasser»

Le forze israeliane hanno terminato le operazioni all'interno dell'ospedale Nasser di Khan Yunis (Nel sud della striscia) e si sono ritirate oggi da quella struttura. Lo ha riferito la agenzia di stampa palestinese Shehab. In Israele la notizia e' stata confermata dalla radio pubblica Kan.

In precedenza l'esercito israeliano aveva riferito di aver trovato nel perimetro di quell'ospedale veicoli utilizzati da Hamas per lanciare l'attacco del 7 ottobre ed anche automobili rubate in quella occasione in un kibbutz vicino. In tutto l'esercito ha arrestato nell'ospedale 200 palestinesi sospettati di aver partecipato ad operazioni di Hamas.

18:08
18:08
Missile Houthi su una nave britannica

Una persona è rimasta ferita dopo che un missile degli Houthi ha colpito una nave mercantile di proprietà del Regno Unito nel Golfo di Aden. Lo riporta SkyNews citando le forze armate statunitensi.

Secondo il comando centrale degli Stati Uniti la MV Islander battente bandiera di Palau è stata colpita dopo che gli Houthi hanno lanciato due missili balistici antinave dallo Yemen meridionale, «causando un ferito lieve e danni».

La nave sta «continuando il suo viaggio» dopo l'incidente, ha detto il Comando Centrale. L'episodio è avvenuto dopo che 6 droni Houthi erano stati abbattuti dagli Usa e da un loro alleato nel Mar Rosso.

16:26
16:26
«Israele prepara la continuazione di intense azioni di terra»

«Amplieremo l'autorità data ai nostri negoziatori di ostaggi. Al tempo stesso l'esercito sta preparando la continuazione delle intense operazioni di terra». Lo ha detto il ministro della difesa israeliano Yoav Gallant nell'incontro con l'inviato della Casa Bianca Brett McGurk.

15:59
15:59
«Hamas accetterebbe lo scambio di 3 mila detenuti palestinesi per gli ostaggi israeliani»

Hamas è pronto ad accettare il rilascio di 3 mila detenuti palestinesi in Israele in cambio degli ostaggi israeliani. Lo ha riferito il Wall Street Journal (Wsj) che cita fonti egiziane. Tuttavia - secondo le stesse fonti - Hamas chiede ancora il rilascio dei detenuti in Israele condannati a lunghe pene e che la discussione di un cessate il fuoco permanente cominci all'inizio di una tregua di 6 settimane.

In questo caso - se le trattative andranno avanti - continuerà il rilascio di tutti gli ostaggi.

15:24
15:24
«Ci sarebbero delle vittime in un raid israeliano su un edificio dell'Unrwa a Jabalia»

Al Jazeera riporta vittime a seguito di un bombardamento israeliano che ha colpito un edificio dell'Unrwa che ospita sfollati nel campo profughi di Jabalia, nel nord della Striscia di Gaza.

Secondo quanto scrive l'emittente, un raid israeliano ha preso di mira un veicolo palestinese a est del campo. Il filmato dell'incidente, verificato da Al Jazeera, evidenzia la morte di almeno una persona e il ferimento di molte altre. «Un aereo da ricognizione israeliano ha bombardato l'auto e abbiamo trovato morti e feriti per strada», ha detto un testimone.

15:07
15:07
Houthi: «Le navi di Israele, Stati Uniti e Gran Bretagna sono bandite dal Mar Rosso»

Gli Houthi dello Yemen hanno annunciato che le navi che sono interamente o parzialmente di proprietà di individui o entità israeliane e le navi battenti bandiera israeliana sono «bandite» dal Mar Rosso, dal Golfo di Aden e dal Mar Arabico. Lo riporta Al Jazeera.

Il Centro di coordinamento delle operazioni umanitarie degli Houthi, agenzia controllata dal gruppo, ha inviato una dichiarazione agli assicuratori marittimi e alle aziende che operano nella regione. Sono vietate anche le navi di proprietà di individui o entità statunitensi o britannici, o che navigano sotto la loro bandiera.

I ribelli yemeniti Houthi, sostenuti dall'Iran, hanno introdotto «armi sottomarine» nei loro attacchi alle navi in transito nel Mar Rosso, che dicono di portare avanti in solidarietà con i palestinesi nella guerra di Gaza, ha da parte sua affermato oggi il loro leader Abdulmalik al-Houthi in un discorso televisivo.

«Le operazioni nel Mar Rosso e nel Mar Arabico, a Bab al-Mandeb Starit e nel Golfo di Aden continuano, si stanno intensificando e sono efficaci», ha aggiunto Abdulmalik al-Houthi, come riferisce Al Arabiya nel suo sito web.

14:27
14:27
«Progressi nella posizione di Hamas al Cairo»

«Si sono registrati progressi positivi nella posizione della delegazione di Hamas al Cairo ed ora i risultati dei negoziati saranno trasmessi a Israele». Lo hanno detto fonti egiziane citate dal quotidiano saudita 'A-Sharq', ripreso dai media israeliani. Secondo le stesse fonti, il processo di negoziazione al Cairo dovrebbe concludersi oggi.

13:15
13:15
«Lo Shin Bet chiese più volte di poter colpire Yayha Sinwar»

Da quando Yahya Sinwar - ora capo di Hamas a Gaza - è stato rilasciato nel 2011 grazie all'accordo per la liberazione del soldato Gilad Shalit, lo Shin Bet ha chiesto più volte l'autorizzazione al governo di colpirlo. Lo ha riferito sul quotidiano Yediot Ahronot il giornalista della testata Nadav Eyal.

Benjamin Netanyahu - secondo la stessa fonte - nei suoi vari incarichi da premier ha messo il veto alla richiesta per ben cinque volte nel timore di una guerra con Hamas.

Anche Naftali Bennett come premier rifletté sull'idea. Durante l'attacco terroristico del maggio 2022 a Elad che fece tre morti israeliani, lo Shin Bet ripropose la richiesta ma né l'esercito né l'allora ministro della Difesa Benny Gantz - ha continuato il giornalista - accettarono.

11:59
11:59
Bufera sui laburisti dopo la mozione annacquata su Gaza

Monta la bufera sull'opposizione laburista britannica, data per favorita in vista delle elezioni politiche previste entro l'anno, dopo la procedura «truccata», secondo le denunce di molti, che ha portato ieri sera all'approvazione nel caos alla Camera dei Comuni di una mozione annacquata sulla richiesta di cessate il fuoco nella Striscia di Gaza, evitando al partito di Keir Starmer di esporre le sue divisioni sempre più evidenti in materia.

A finire sotto tiro, con esplicite richieste di dimissioni, è stato in particolare lo speaker, Lyndsay Hoyle, proveniente dai ranghi del Labour ma obbligato dal ruolo di presidente dell'assemblea - secondo la tradizione parlamentare del Regno - a una stretta neutralità super partes, sul quale pesa invece ora l'accusa d'essersi fatto condizionare dal partito di origine.

Contro di lui è stata formalizzata oggi una mozione di sfiducia, fatto con pochi e gravi precedenti, sottoscritta dall'intero gruppo degli indipendentisti scozzesi dell'Snp (terza forza a Westminster) e da alcune decine di deputati della maggioranza Tory. Deputati a cui non bastano le scuse plateali e confusionarie fatte alla fine ieri dallo stesso presidente all'aula.

Tutto è nato dalla decisione irrituale di Hoyle di consentire di far votare preliminarmente un emendamento laburista per modificare la versione originale della mozione proposta dall'Snp - che invocava uno stop tout court dell'azione militare d'Israele a Gaza - sfumando la richiesta a quella di un «cessate il fuoco umanitario immediato».

Uno strappo rispetto alla prassi, tanto più in presenza già d'un emendamento del governo, che ha finito per impedire di far andare ai voti il testo degli indipendentisti scozzesi: testo che quasi metà del gruppo laburista avrebbe potuto votare in dissenso rispetto alla linea più cauta e filo-israeliana imputata al neomoderato Starmer. Con la conclusione d'un via libera per acclamazione della versione emendata, alla presenza del solo Labour e mentre gli altri abbandonavano l'aula per protesta.

Di qui la reazione furente del capogruppo dell'Snp, Stephen Flynn, che ha accusato lo speaker di aver «oltraggiato» il suo partito e le regole, ma anche di esponenti conservatori e di altre formazioni. L'imputazione nei riguardi di Hoyle è quella di aver voluto favorire il Labour, ma anche di aver concordato la procedura con Sue Gray, controversa capo dello staff di Starmer.

Sospetto che la leadership laburista ha liquidato come «spazzatura» e Hoyle ha negato (smentendo d'aver incontrato Gray, ma solo in riferimento alla giornata). E che tuttavia trova nuove e ancor più clamorose conferme nella rivelazione odierna del Daily Telegraph su un incontro riservato avuto proprio ieri direttamente da Starmer con lo speaker per «spiegare le ragioni» dell'emendamento. Una rivelazione che rinfocola lo sdegno delle voci critiche e potrebbe portare ulteriori consensi alla mozione di sfiducia: a dispetto del tentativo di Lyndsay Hoyle di minimizzare l'accaduto come un passo falso in buona fede e della sua offerta di un chiarimento «in privato» con tutti i capigruppo.

11:39
11:39
«I Paesi musulmani taglino i rapporti con Israele»

La Guida Suprema dell'Iran, Ali Khamenei, ha criticato i governi dei Paesi musulmani per non avere interrotto i rapporti con Israele e ha lanciato un appello affinché esprimano la loro opposizione a Tel Aviv, tagliando le relazioni con il Paese e il sostegno.

«Il mondo musulmano è certamente in lutto per Gaza», ha aggiunto la Guida suprema, come riporta PressTV, invitando le popolazioni dei Paesi musulmani a fare pressioni sui loro governi affinché agiscano in modo più determinato per sostenere i palestinesi nella Striscia.

Durante una cerimonia a Teheran, a cui ha partecipato anche il presidente iraniano Ebrahim Raisi, Khamenei ha aggiunto che il popolo palestinese raggiungerà la vittoria e il mondo musulmano assisterà alla distruzione del «tumore sionista».

11:23
11:23
Il capo della CIA sarà a Parigi per colloqui su un accordo a Gaza

Il direttore della Cia Bill Burns si recherà a Parigi domani per colloqui con funzionari del Qatar, egiziani e israeliani per discutere un accordo sugli ostaggi. Due fonti hanno detto ad Axios che Burns parteciperà ai colloqui, con gli Stati Uniti che puntano a un accordo prima del Ramadan, che inizierà tra meno di tre settimane.

Il punto critico - scrive Axios - è il numero di prigionieri palestinesi che verranno rilasciati e come verrà determinata la lista. La stessa fonte conferma che una delegazione di Hamas è arrivata ieri al Cairo per colloqui con funzionari dell'intelligence egiziana sul possibile accordo sugli ostaggi.

10:23
10:23
Missili contro una nave nel Golfo di Aden, incendio a bordo

Un attacco missilistico contro una nave in transito nel Golfo di Aden, al largo dello Yemen, ha provocato un incendio a bordo, ha riferito l'agenzia britannica per la sicurezza marittima Ukmto.

«Una nave è stata attaccata con due missili, che hanno provocato un incendio a bordo», ha detto l'agenzia, aggiungendo che «le forze della coalizione stanno rispondendo».

09:16
09:16
Attentato palestinese in Cisgiordania, un israeliano morto

Un israeliano ucciso e altri otto feriti: questo il primo bilancio di un attentato terroristico palestinese avvenuto oggi nei pressi della città-colonia Maaleh Adumim, in Cisgiordania. Lo ha reso noto Eli Bin, il direttore del Magen David Adom, equivalente locale della Croce Rossa.

Tre palestinesi armati hanno aperto il fuoco ad un posto di blocco situato presso la città-colonia, ha riferito il portavoce della polizia israeliana Eli Levi, secondo cui due di essi sono stati 'neutralizzati' sul posto ed un terzo è stato catturato dopo un inseguimento.

09:11
09:11
«Sui diritti umani gli USA adottano standard diversi»

La Corea del Nord ha accusato gli Stati Uniti di usare un «doppio standard» nei confronti dei diritti umani, sollecitando l'inviato speciale americano sulle questioni collegate a visitare il Medio Oriente piuttosto che «tramare» contro Pyongyang.

«Se sei un vero campione dei diritti umani, allora vai in Medio Oriente» dove la questione «più urgente è proteggere la vita della popolazione di Gaza», ha tuonato in un pesante editoriale l'agenzia ufficiale Kcna, rivolgendosi a Julie Turner, rappresentante speciale USA per i diritti umani della Corea del Nord, che ha visitato la Corea del Sud all'inizio della settimana.

Il Paese eremita ha accusato Washington di trascurare la situazione a Gaza schierandosi con Israele, utilizzando i diritti umani come «strumento di invasione e interferenza negli affari interni». Il Nord ha sottolineato l'importanza di difendere i diritti umani con sovranità e potere, rilevando che avrebbe «sofferto la sfortuna dei palestinesi» se non avesse rafforzato il proprio potere di autodifesa.

La visita di Turner a Seul è avvenuta in occasione del decimo anniversario della pubblicazione dello storico rapporto delle Nazioni Unite sugli abusi dei diritti umani da parte della Corea del Nord, ritenuti «diffusi, sistematici e gravi».

06:00
06:00
Il punto alle 6.00

È salito ad almeno tre il bilancio delle vittime del raid aereo su Damasco; a riferirlo è l’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria.

Nella notte, intanto, Israele ha lanciato nuovi attacchi aerei contro Rafah; a riferirlo è un giornalista dell’Afp.

Il Governo britannico prenderà in considerazione l'eventuale sospensione delle licenze di esportazione di armi verso Israele se il premier israeliano Benjamin Netanyahu dovesse portare avanti un'offensiva di terra potenzialmente devastante sulla città palestinese di Rafah, nel sud di Gaza. Lo scrive il Guardian, precisando che con il peggioramento della situazione umanitaria a Gaza è aumentata la pressione diplomatica sul Regno Unito affinché segua gli altri Paesi e sospenda l'export di armi verso Israele. Fonti ministeriali hanno affermato che, sebbene non sia stata presa alcuna decisione sulla sospensione delle licenze di esportazione di armi, il Regno Unito agirebbe rapidamente qualora consulenti legali del Governo dimostrassero che Israele sta violando il diritto umanitario internazionale.

La United Airlines, infine, ha annunciato ieri la ripresa dei suoi voli verso Israele a partire dal mese prossimo, diventando la prima compagnia aerea americana a prendere questa decisione dagli attentati di Hamas il 7 ottobre. United Airlines prevede la ripresa dei primi voli per Tel Aviv da Newark, vicino a New York, il 2 e 4 marzo, con l'obiettivo di ripristinare il suo programma giornaliero dal 6 marzo. «United ha condotto un'analisi dettagliata della sicurezza prima di prendere questa decisione», ha affermato la compagnia aerea in una nota sottolineando che continuerà a «monitorare la situazione a Tel Aviv» e ad adattare il suo programma «di conseguenza».