Socialità

Losone ha fame di alloggi per la terza e la quarta età

Prevista la trasformazione di Casa Patrizia in una struttura medicalizzata da affiancare a quella attuale e l’edificazione di una palazzina con appartamenti protetti per una cinquantina di ospiti Gestione divisa sulla forma del contributo comunale di 200 mila franchi per il concorso di progetto
In primo piano, Casa ai Noci e, sullo sfondo a sinistra, Casa Patrizia © Policentro anziani Losone
Spartaco De Bernardi
12.12.2025 06:00

Una struttura medicalizzata da 60 posti letto, denominata Casa ai Noci, e una palazzina di appartamenti protetti che dispone di 39 posti, meglio nota come casa Patrizia. Questo, in sintesi, il Policentro anziani di Losone che, in un futuro prossimo, potrebbe crescere ulteriormente. L’istituto per la terza età, gestito da una fondazione, è infatti confrontato con una pressione crescente nelle richieste di ammissione. E questo sia per la casa medicalizzata, sia per gli appartamenti protetti. Le richieste superano regolarmente e di parecchio l’attuale capacità di accoglienza. Ma non è tutto: per Casa Patrizia si rende infatti necessaria una ristrutturazione importante. Da questa duplice esigenza ha preso forma l’idea di convertirla in una casa medicalizzata da 40 o 50 posti letto, da integrare nell’attuale Casa ai Noci. Ciò consentirebbe di rispondere in modo mirato all’aumento del bisogno di cure in ambito stazionario nella regione. Per garantire la presa a carico degli attuali residenti negli appartamenti protetti, è stato invece concepito un secondo edificio di nuova costruzione, sempre da 40/50 posti letto, che verrebbe realizzato su di un terreno concesso in diritto di superficie per 99 anni dal locale Patriziato. Il pianterreno di questa struttura potrà accogliere ulteriori servizi integrativi legati al contesto di vita e cura delle persone anziane, in coerenza con il modello abitativo di Curaviva Svizzera. Insomma, un potenziamento in grande stile dell’offerta del Policentro anziani.

L’offerta futura consentirebbe di meglio rispondere all’aumento di richieste di ammissione

Visione condivisa

«Questa proposta - scrive il Municipio nel messaggio con il quale propone di versare alla fondazione la somma di 200 mila franchi quale contributo alle spese per l’allestimento del concorso di progettazione degli interventi descritti - è stata condivisa con l’Ufficio anziani e cure a domicilio, che ha espresso un parere favorevole all’avvio di una prima valutazione tecnica di Casa Patrizia allo scopo di determinare l’effettiva possibilità di trasformarla in casa medicalizzata». Ebbene, lo studio di fattibilità ha dato esito positivo, confermando la sostenibilità tecnica e funzionale del progetto di trasformazione. Tanto che il progetto completo - comprendente anche la costruzione della palazzina con gli appartamenti protetti per ulteriori 50 posti letto - è stato quindi condiviso con il Comune e il Patriziato di Losone, ottenendo un ampio sostegno politico. Sostegno che da politico si tratta ora di tramutare in finanziario. In particolare per quel che concerne, come accennato, la partecipazione ai costi per l’allestimento del concorso di progettazione della nuova palazzina con gli appartamenti protetti. La spesa per questa prima tappa ammonta a 400 mila franchi. Non disponendo della liquidità necessaria, la Fondazione che gestisce il Policentro anziani ha chiesto a Comune e Patriziato la disponibilità a finanziare tale onere nella misura del 50% ciascuno. Richiesta che ora l’Esecutivo losonese sottopone al Legislativo, che si esprimerà al riguardo nella seduta convocata per lunedì prossimo, 15 dicembre.

Due rapporti sul tavolo

Se sulla necessità di ampliare l’offerta di alloggi per la terza età il consenso è unanime, non così si può dire sulla forma del contributo comunale che il Municipio propone di elargire a favore della Fondazione per finanziare il concorso di progettazione della palazzina con gli appartamenti protetti. Sui banchi del Legislativo sono infatti giunti due rapporti della Commissione della Gestione. Quello favorevole alla concessione di un credito di 200 mila franchi a fondo perso per un progetto utile e strategico lo sottoscrive la maggioranza commissionale (composta dai rappresentanti di PLR, Centro, Sinistra e UDC), mentre il rappresentante della Lega firma il rapporto di minoranza nel quale propone di trasformare il contributo a fondo perso in un prestito rimborsabile in 20 anni. E questo per evitare che il Comune si esponga finanziariamente qualora il progetto non dovesse andare a buon fine o, comunque, nel caso in cui le spese per il concorso dovessero rivelarsi superiori a quanto previsto. La possibilità di trasformare il contributo a fondo perso, ad ogni modo «plafonato» a 200 mila franchi, in prestito è per contro giudicata impraticabile dalla maggioranza della Gestione, i cui commissari sottolineano come questo investimento sia da considerarsi a favore di tutta la collettività.

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