Spazi alternativi

Lugano vuole far crescere la cultura dal basso

La Città sta provando a rivitalizzare un «ecosistema» orfano di molti dei suoi luoghi simbolo – Da più parti viene rimarcata la mancanza di locali – Badaracco: «Il contesto culturale fa crescere le istituzioni»
Spazio Morel: per la demolizione non c'è ancora una decisione. © CdT/Gabriele Putzu

Per alcuni è un segnale d’apertura nei confronti della cultura dal basso, per altri una sorta di cerotto che copre una ferita cronica: la mancanza di spazi per chi orbita fuori dalle logiche di mercato. In realtà, quella torre «Straordinaria» di undici metri che sorgerà da dicembre a marzo sullo sterrato della Gerra a Cornaredo e che ospiterà per la prima volta in Ticino la «Tour Vagabonde» (vedi scheda a lato) è retta da una volontà, se non un’esigenza, che fa parecchio rumore a Lugano: rilanciare l’ecosistema culturale cittadino dopo la «chiusura» di spazi simbolo della scena alternativa come il Living Room, il Casotto, lo Spazio Morel, l’ex Macello, il Domani, il Turba e lo Spazio 1929. Partiamo proprio da qui, da questi nomi messi in fila che rappresentano una realtà che spesso viaggia su binari paralleli a quelli delle autorità.

Una presa di coscienza

Un paio di precisazioni sono d’obbligo. Si parla sempre di cultura dal basso. Bene, ma in che senso? Lo abbiamo chiesto a chi ha deciso di lanciare un segnale d’apertura e riconoscimento verso la cultura indipendente, ovvero la Città. «Parliamo di proposte spontanee in vari ambiti culturali che provengono da gruppi di persone oppure dagli stessi giovani – precisa il vicesindaco e titolare del Dicastero cultura, sport ed eventi Roberto Badaracco –. Ci siamo resi conto che esiste tanta fecondità culturale a Lugano, ma quello che tutti rimarcano, anche a livello più strutturato, è la mancanza di spazi dove poter esercitarsi, creare e produrre». La Città, lo ricordiamo, mette già a disposizione degli spazi – in realtà sono sale di quartiere –, ma che poggiano sempre sulle spalle delle istituzioni. Fuori da questo contesto, invece, è noto che i giovani (ma non solo) cercano insistentemente, di continuo, un luogo dove esprimersi, ma senza successo. A fronte di questa presa di coscienza, pare chiaro che la proposta dell’Associazione Idra di portare a Lugano uno spazio culturale itinerante (Tour Vagabonde) con cinquanta eventi e più di cento artisti sull’arco di tre mesi, sia arrivata sul tavolo dell’Esecutivo nel momento migliore. «L’iniziativa è giunta in un momento importante e abbiamo colto subito l’occasione per mostrare il grande potenziale della scena indipendente – rileva Badaracco –. Abbiamo dato un sostanzioso contributo al progetto e concesso lo sterrato della Gerra per tre mesi praticamente a titolo gratuito».

Problemi «logistici»

Parliamo di quelle realtà che più di altre hanno avuto seri problemi di spazi, anche «logistici», in un certo senso, come lo Spazio Morel o l’ex Macello, che dovrebbero lasciare posto a un complesso immobiliare e rispettivamente al campus Matrix (attualmente fermo per via della vicenda penale ancora aperta). Per quanto riguarda i locali di via Adamini, la procedura edilizia per la demolizione degli spazi attuali e la costruzioni di quelli nuovi è ancora aperta. Non si muove nulla nemmeno per la sola demolizione. A febbraio, secondo nostre informazioni, la Città ha chiesto all’istante (ovvero la Art Building SA, proprietaria del terreno) di completare la documentazione riguardante la domanda di demolizione, ma la pratica è ancora pendente.

«Squallido chiacchiericcio»

E il Molino? È passato un anno e mezzo dalla demolizione del centro sociale di viale Cassarate. Gli autogestiti hanno denunciato con forza quell’atto. Continuano a denunciarlo, ma non è chiaro se siano disposti a discutere con l’autorità sulla concessione di nuovi locali. È tutto fermo e non ci sono segnali che le cose possano cambiare. Gli stessi anarchici, domenica, in un comunicato, hanno fatto un loro punto della situazione. «Se oggi non esiste ancora una sede stabile per il Molino – hanno scritto – non è certo per la nostra mancanza di dialogo, o peggio per estinzione di determinate pratiche sociali di lotta politica, ma perché i nostri percorsi di riappropriazione e le nostre pratiche di autogestione le intendiamo ancora come pratiche autonome, collettive e dal basso». Pratiche che non si sono spente. «Non abbiamo ancora finito di sperimentare e tentare di riaffermare la nostra presenza libera e autodeterminata in questa città». In merito alle altre esperienze di cultura dal basso a Lugano, il Molino rifiuta lo «squallido chiacchiericcio sulle “autogestioni buone”» e chiarisce: «Non abbiamo mai inteso il nostro modo di autogestirci come il migliore o unico possibile».

Doppio beneficio

E gli altri? Il Casotto è chiuso, lo Spazio 1929 ha cambiato identità, il Turba non fa più eventi e il Domani ne fa pochi (forse). Ma nel concreto, cosa rappresenta questa «estinzione» culturale per Lugano? «Dimostra che per garantire una continuità alla scena indipendente non basta pensare che vadano bene solo gli spazi privati. L’ente pubblico deve dare una mano. Se vengono concessi degli spazi gratuiti, da utilizzare liberamente e per crescere, la continuità e il futuro sono garantiti. Stiamo lavorando molto sul territorio, nei quartieri e sul tessuto culturale cittadino. Vogliamo promuovere i giovani, sostenerli, dare occasione per esprimersi e far rifiorire questa realtà. È un discorso che va a beneficio anche degli enti istituzionali: dico sempre che il Lac è una pianta molto forte, ma ha bisogno di radici che devono muoversi sul terreno della città. Il contesto culturale fa crescere le istituzioni».

A Cornaredo sorgerà una torre di 11 metri

Dal 28 dicembre al 28 marzo l’Associazione Idra porterà a Lugano, sullo sterrato della Gerra, lo spazio culturale itinerante «Tour Vagabonde» che accoglierà «La Straordinaria»: una programmazione dedicata alle numerose sfaccettature delle arti contemporanee. Verranno presentati oltre 50 eventi che coinvolgeranno più di 100 artisti provenienti da tutta la Svizzera e dall’Europa, attivi in tutti gli ambiti della cultura. Per maggiori informazioni www.lastraordinaria.ch

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