L'assalto

Lula: «I terroristi saranno puniti in modo esemplare»

Ripreso il controllo del Palazzo presidenziale e del Parlamento – Migliaia di sostenitori di Bolsonaro hanno fatto irruzione nel Parlamento di Brasilia per contestare l'elezione di Lula – La polizia è entrata in assetto antisommossa – Riunione d'emergenza del Governo, il presidente brasiliano ordina la chiusura del centro della capitale – Condanna assoluta da parte di UE e USA – Almeno 150 arresti – LE FOTO
© EPA/ANDRE BORGES
Red. Online
08.01.2023 19:52

(In aggiornamento)

Scontri che ricordano quelli di Capitol Hill sono attualmente in corso al Congresso di Brasilia tra la polizia e i sostenitori di dell'ex presidente Jair Bolsonaro, come mostrano le immagini che stanno circolando sui social in questo momento.

La polizia brasiliana ha usato dei candelotti di gas lacrimogeni per cercare di respingere centinaia di sostenitori dell'ex presidente di estrema destra Jair Bolsonaro che si sono riversati fuori dal Congresso di Brasilia, una settimana dopo l'insediamento del presidente di sinistra Luiz Inacio Lula da Silva.

L'area intorno al congresso era stata transennata dalle autorità, ma i bolsonaristi che si rifiutano di accettare l'elezione di Lula sono riusciti a sfondare i cordoni di sicurezza e alcune decine di loro sono riusciti a salire sulla rampa del moderno edificio architettonico per occuparne il tetto.

L'irruzione nel palazzo del Congresso

I sostenitori dell'ex presidente Bolsonaro hanno già fatto irruzione nella sede del Parlamento e nell'edificio del Planalto, sede dell'esecutivo e, secondo quanto riporta il canale CNN Brasile, anche nell'edificio del Tribunale supremo elettorale (Tse).

Il presidente in carica, Luiz Inacio Lula da Silva, non si trova in questo momento a Brasilia, bensì nello stato di San Paolo in visita ad alcune aree alluvionate.

In migliaia dentro le sedi delle istituzioni a Brasilia

Sono migliaia i sostenitori dell'ex presidente ultra conservatore Jair Bolsonaro che hanno occupato gli edifici amministrativi della capitale Brasilia. I manifestanti hanno forzato le difese delle forze di polizia e dopo essere saliti sul tetto del parlamento hanno fatto irruzione occupando uffici e sale.

«Vetri rotti e seggi della plenaria distrutti»

I manifestanti, vestiti di giallo e verde, hanno attaccato il Parlamento, il tribunale supremo elettorale e la Corte suprema e – secondo quanto riporta O Globo – sono in atto episodi di vandalismo.

I video rilasciati da persone all'interno degli edifici, scrive ad esempio un giornale brasiliano, mostrano persone che rompono i seggi della plenaria. A Palazzo Planalto, il piazzale dove si trovano la sede della residenza presidenziale, il parlamento brasiliano e della Corte suprema, sono «stati rotti vetri delle finestre».

I manifestanti sono giunti sul posto dopo aver sfondato un blocco delle forze di sicurezza al termine di una prevista manifestazione a sostegno dell'ex presidente.

La polizia si prepara a entrare nel Parlamento

Le forze di polizia, in assetto antisommossa, si stanno preparando per fare irruzione dentro il Parlamento di Brasilia, occupato dai sostenitori di Bolsonaro. Come si vede dalla diretta della CNN Brasile, centinaia di poliziotti stanno avanzando a testuggine fuori dal Palazzo per cercare di sgomberare i luoghi.

Intanto il presidente del senato brasiliano Rodrigo Pacheco ha condannato gli «atti di terrorismo» visti a Brasilia e ha affermato che i golpisti devono «subire immediatamente tutto il rigore della legge».

Pacheco ha anche detto di aver parlato per telefono con il governatore di Brasilia, Ibaneis Rocha. «Ho parlato poco fa, per telefono, con il governatore del Distretto Federale, Ibaneis Rocha», che lo ha informato che «sta concentrando gli sforzi di tutto l'apparato di polizia per controllare la situazione».

«Le forze di sicurezza del Distretto Federale sono impegnate - ha assicurato Rocha - insieme oltre al contingente di polizia di cui dispone il Parlamento».

Sparati proiettili di gomma dagli elicotteri

La polizia militare sta sparando proiettili di gomma e stordenti dagli elicotteri per disperdere i manifestanti pro-Bolsonaro che hanno invaso i palazzi istituzionali di Brasilia. Lo riportano i media locali.

Tutte le finestre del primo piano del Senato sono state distrutte e alcuni dei manifestanti sono già entrati al secondo piano. Nonostante la Polizia Legislativa e gli artificieri abbiano ripreso la rampa di accesso al Congresso, la parte superiore dell'edificio è ancora occupata.

Ripreso il controllo della Corte suprema

La polizia brasiliana ha ripreso il controllo degli edifici della Corte suprema ma il Congresso continua ad essere occupato dai sostenitori di Bolsonaro. Lo scrive O Globo.

«Non ci lasceremo intimidire»

«Non ci lasceremo intimidire da azioni criminali contrarie allo stato di diritto democratico». Così si è espressa la presidente della Corte suprema del Brasile (Superior tribunal federal - Stf), Rosa Weber, a poche ore dall'aggressione di sostenitori dell'ex presidente Jair Bolsonari alle sedi dei tre poteri dello Stato nella capitale Brasilia. «Le sedi dei tre poteri sono state vilipese (...) il Brasile ha vissuto oggi una pagina triste e disdicevole della sua storia, frutto della frustrazione di chi si rifiuta ad accettare le regole della democrazia», ha aggiunto Weber, sottolineando che «la Corte suprema agirà affinché i terroristi che hanno partecipato di questi atti siano processati debitamente e puniti in modo esemplare».

Lula: «Saranno puniti in modo esemplare»

«Queste persone devono essere punite in modo esemplare»: così il presidente del Brasile, Luis Inacio Lula da Silva in una dichiarazione alla stampa, mentre i bolsonaristi prendono d'assedio Brasilia. «Pagheranno con tutta la forza della legge», ha avvertito il leader del Pt, definendoli «terroristi».

Il presidente brasiliano ha condannato oggi l'attacco «vandalo e fascista» contro le istituzioni democratiche da parte dei sostenitori dell'ex presidente Jair Bolsonaro e ha decretato l'intervento delle forze federali. Queste le prime decisioni prese dal presidente e annunciate in una conferenza stampa. «Tutti i responsabili saranno individuati e giudicati», ha aggiunto Lula.

«Valutiamo la possibilità» di schierare «l'esercito per far sgomberare» ha aggiunto Lula in una dichiarazione dopo l'assalto ai palazzi del potere del Brasile.

Lula firma il decreto di intervento federale

Nel decreto firmato da Lula per «mettere fine alla grave alterazione dell'ordine pubblico», «agli atti di violenza e all'invasione di edifici pubblici», è stato disposto un intervento federale di cui «sarà responsabile l'attuale segretario esecutivo del ministero della Giustizia, Ricardo Garcia Cappelli».

In base al decreto Garcia Cappelli, alle dirette dipendenze del capo dello stato, potrà adottare «tutte le misure necessarie di ordine pubblico» e non «sarà sottomesso alle norme distrettuali che fossero in conflitto con le misure necessarie ad eseguire l'intervento».

Cappelli inoltre potrà «esigere da qualunque organismo civile o militare, e all'amministrazione pubblica federale, i mezzi necessari per raggiungere l'obiettivo del suo intervento».

Ordinata la chiusura del centro della capitale

Il presidente brasiliano Lula ha ordinato la chiusura del centro di Brasilia, dove si trovano gli edifici amministrativi e governativi, per 24 ore, in attesa che la guardia nazionale ripristini l'ordine. Lo riporta la Bbc.

La polizia riprende il controllo del Palazzo presidenziale

La polizia brasiliana ha ripreso il controllo anche del Palazzo del Planalto, sede della presidenza, dopo la sede del Tribunale supremo federale. Lo riferisce O Globo, aggiungendo che le forze di sicurezza sono impegnate ancora a far sgomberare i sostenitori di Bolsonaro dal Congresso.

Le forze di polizia avanzano verso il Parlamento

Dopo aver sgomberato la Corte Suprema e il Palazzo presidenziale, il Planalto, le forze di sicurezza avanzano verso il Congresso. Truppe d'assalto della Polizia Militare del Distretto Federale cercano di riprendere il controllo del Congresso Nazionale.

Lula fa rientro nella capitale

Il presidente brasiliano Lula lascia Araraquara, dopo aver parlato alla nazione, partirà a breve per Brasilia. Lo hanno riferito i media locali, aggiungendo che la sicurezza del capo dello stato è stata rafforzata nell'interno della città di San Paolo e intorno all'hotel dove alloggia nella zona centrale della capitale. «Ora torno a Brasilia, vado a visitare i tre palazzi che sono stati distrutti e potete stare certi che non succederà più, scopriremo chi ha finanziato tutto questo», ha detto Lula.

Almeno 150 gli arresti

Almeno 150 sostenitori dell'ex presidente di estrema destra del Brasile, Jair Bolsonaro, sono stati arrestati dopo l'assalto ai palazzi del potere a Brasilia. Lo riferiscono diversi media.

Le immagini trasmesse dalla CNN Brasile mostrano i bolsonaristi vestiti di giallo e verde scendere in fila indiana, con le mani dietro la schiena, la rampa del Palazzo presidenziale di Planalto, circondati dalla polizia. In altre immagini si vede un bus pieno di manifestanti arrestati partire in direzione di un commissariato. In precedenza, la polizia al Senato ha annunciato di aver arrestato 30 persone nella Camera. Con il passare delle ore, le forze dell'ordine sembravano riprendere gradualmente il controllo della situazione anche se decine di manifestanti sono ancora sul posto.

La polizia ha ripreso il controllo del Parlamento 

La polizia brasiliana ha ripreso anche il controllo del palazzo del Congresso, il Parlamento, evacuando i manifestanti pro Bolsonaro. Lo riferisce O Globo. In precedenza le forze di polizia avevano evacuato la Corte Suprema e il Palazzo Presidenza, sempre secondo il canale televisivo brasiliano GloboNews.

«L'esercito ha 2.500 uomini in attesa»

L'esercito ha già 2.500 soldati in attesa di agire a Brasilia se saranno chiamati attraverso un decreto che può essere deciso solo dal Presidente della Repubblica su richiesta del Governatore. Il presidente Lula ha appena detto che «si valuta la possibilità» di schierare «l'esercito per far sgomberare».

Lula attacca la polizia di Brasilia: «Non ha fatto niente»

Il presidente brasiliano Lula ha puntato il dito contro la polizia schierata oggi a Brasilia, condannandola per non essere entrata tempestivamente in azione. «La polizia non ha fatto niente. Hanno solo lasciato entrare i manifestanti», ha detto Lula secondo quanto riporta la Bbc.

Riunione d'emergenza del Governo con Lula

Il presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva ha tenuto una riunione d'emergenza con i ministri dell'Esecutivo, dopo l'assalto dei sostenitori di Jair Bolsonaro ai palazzi delle istituzioni. Lula si trova ad Araquara, nello stato di San Paolo. Alla riunione hanno partecipato i ministri della Difesa, della Giustizia e dei rapporti istituzionali. Lo riportano i media locali.

Esonerato il ministro della Sicurezza

Il governatore del distretto federale di Brasilia, Ibaneis Rocha, ha disposto oggi l'esonero del suo ministro della Sicurezza, Anderson Torres, considerato vicino a Jair Bolsonaro e ritenuto da vari leader politici responsabile del caos legato con l'offensiva del «popolo di Bolsonaro» oggi nella capitale.

Secondo il quotidiano Estadão, Torres si è recato a Orlando, in Florida, dove si trova Bolsonaro.

Chiesto l'arresto per Anderson Torres

L'organo che rappresenta il Paese di fronte alla Giustizia, l'Advocacia Geral da Uniao (Agu), ha presentato una richiesta di arresto immediato dell'ex segretario di Pubblica Sicurezza del Distretto Federale di Brasilia, Anderson Torres. A seguito dell'assedio ai palazzi del potere, il governatore Ibaneis Rocha aveva deciso l'esonero di Torres.

«Condanna assoluta»

«Condanna assoluta dell'assalto alle istituzioni democratiche del Brasile. Pieno sostegno al Presidente Lula Da Silva, democraticamente eletto da milioni di brasiliani attraverso elezioni giuste e libere». Lo scrive in un tweet il presidente del Consiglio UE Charles Michel.

«Condanniamo gli attacchi di oggi alla Presidenza, al Congresso e alla Corte Suprema del Brasile. Usare la violenza per attaccare le istituzioni democratiche è sempre inaccettabile. Ci uniamo al presidente Lula nel sollecitare la fine immediata di queste azioni». Lo ha scritto su Twitter il segretario di stato americano, Antony Blinken.

Il ministro della Giustizia: «La forza non prevarrà»

«Questo assurdo tentativo di imporre la volontà con la forza non prevarrà. Il governo del Distretto Federale afferma che ci saranno rinforzi. E le forze a nostra disposizione sono al lavoro. Io sono nella sede del ministero della Giustizia». Così su twitter il ministro della giustizia brasiliana Flavio Dino sull'assalto alle sedi istituzionali a Brasilia da parte di sostenitori dell'ex presidente Bolsonaro.

Bolsonaro è in Florida dal 30 dicembre

L'ex presidente Jair Bolsonaro, che non ha mai fatto le congratulazioni a Lula per la sua elezione, ha lasciato il Brasile il 30 dicembre, due giorni prima della fine del suo mandato, e a bordo dell'aereo presidenziale dell'aviazione militare è andato in Florida, negli Stati Uniti.

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