L'analisi

Ma come sono andate, dunque, queste Comunali?

Prosegue la crescita dell’alleanza Lega-UDC, grazie al traino democentrista - Piero Marchesi: «Ora il rapporto di forza è paritario, si rivedano gli accordi» - Tengono i partiti di centro, mentre l’onda ecologista rallenta - Fabrizio Sirica: «Credo nella strategia ma serve chiarezza»
© CdT/Gabriele Putzu

Ancora una volta a brindare è la destra. Al termine della tornata elettorale, la compagine Lega-UDC ha infatti incrementato i propri rappresentanti sia nei Consigli comunali sia nei Municipi. «Abbiamo sempre riscontrato una differenza abissale tra le Federali e le Comunali, con in mezzo il dato delle Cantonali. Adesso, per la prima volta, vediamo che in diversi Comuni ci avviciniamo al dato nazionale», premette il presidente democentrista Piero Marchesi. «Siamo cresciuti quasi ovunque, portando a una sessantina il numero di seggi nei Consigli comunali, con un incremento di 25 rappresentanti sul territorio». Una crescita che ha trascinato l’intera area di destra e che, una volta di più, consente all'UDC di rivedere i rapporti di forza con i cugini leghisti. «Alle Federali abbiamo superato la Lega; alle Cantonali ci siamo avvicinati. Ora, anche a livello comunale possiamo vantare un rapporto paritario».

Archiviato l’anno elettorale e l’intesa siglata con via Monte Boglia, secondo Marchesi è tempo di pensare a una nuova collaborazione che tenga conto degli ultimi risultati. «L’accordo terminava con le elezioni comunali. Presto dovremo tornare a sederci attorno a un tavolo e in quella occasione discuteremo anche dei posti in lista in vista dei prossimi appuntamenti elettorali».

«Calma e gesso»

Dal canto suo, però, Antonella Bignasca, anima storica della Lega, frena. «Dobbiamo prima vedere nel dettaglio i risultati complessivi. A Lugano comunque abbiamo il doppio dei voti dell’UDC e in tutti i casi sarebbe meglio non crescere a scapito dell’alleato». Secondo Bignasca i rapporti di forza si misureranno tra tre anni alle Cantonali: «Saranno gli elettori a decidere se uno dei due seggi d’area andrà all’UDC o meno».

Tornando ai risultati della Lega, Bignasca commenta positivamente la crescita nei Municipi. «Nei Consigli comunali, invece, il dato va ancora chiarito, ma a Lugano abbiamo perso solo un seggio. Con la frammentazione in atto, è un ottimo risultato. Se anche ci fosse stato un travaso verso l’UDC, il dato che conta è il risultato d’area».

«Dovremo incontrarci»

Decisamente più complicata, invece, la situazione a sinistra, dove l’area rossoverde nel suo insieme ha registrato un arretramento, sia a livello di Municipi che di Consigli comunali. Il presidente del PS Fabrizio Sirica parla di un bilancio in chiaroscuro: «Da un lato, le sfide più significative - nei poli di Lugano, Locarno e Bellinzona - le abbiamo vinte. Dall’altro, non possiamo non constatare come l’area rossoverde sia tornata al livello di tre anni fa. Avevamo guadagnato una dozzina di municipali e una quarantina di consiglieri comunali e adesso li abbiamo persi». La tendenza, ammette il co-presidente del PS, «è tuttavia innegabile: come area siamo andati indietro». Ma se invece si considera il solo PS, secondo Sirica il discorso cambia: «I principali banchi di prova confermano una tenuta, se non addirittura una crescita, come nel caso di Locarno e di Lugano».

A far indietreggiare il fronte rossoverde, insomma, è stato piuttosto il risultato dei Verdi? «Non vogliamo attribuire alcuna colpa o responsabilità, ma è chiaro che l’ondata ecologista di tre anni fa, oggi non c’è più. Il trend del resto era evidente già durante le Cantonali ed è proseguito con le Federali». Alla luce dei dati deludenti, tuttavia, Sirica non intende mettere in discussione l’alleanza con i Verdi. «È però giusto che ci sia un incontro per confrontarci e chiederci come continuare. Sarebbe sbagliato separare le nostre strade». Sirica tuttavia non si capacita di come in alcuni grandi centri i Verdi abbiano deciso di correre da soli, pregiudicando il risultato finale in termini d’area. Per continuare insieme, secondo Sirica occorre quindi «lavorare sodo, ripartire dalle fondamenta per ricostruire un’intesa che funzioni davvero e un progetto più solido e condiviso».

«Numeri da rivedere»

Pronta la risposta della co-coordinatrice dei Verdi Samantha Bourgoin: «Noi di candidati ecologisti ne abbiamo persi pochissimi. Ne avevamo circa 60 e oggi ne contiamo 55». L’arretramento d’area a livello di legislativo, secondo Bourgoin non è quindi da imputare ai Verdi.

Guardando invece al futuro, in particolare all’incontro chiesto dal PS per rivedere la strategia, Bourgoin taglia corto: «Ne parleremo il giorno in cui ci incontreremo. Con il PS lavoriamo volentieri sui temi, ma siamo un partito orizzontale. Non possiamo quindi imporre alle sezioni di correre con una formazione piuttosto che con un’altra». In tutti i casi, i Verdi analizzeranno i risultati in base alle alleanze: «Dovremo effettivamente capire se abbiamo più successo da soli, con il PS o con le liste civiche».

«Restiamo il primo partito»

Il risultato delle Comunali testimonia anche la sostanziale tenuta dei partiti di centro. Il PLR si conferma la prima forza politica del cantone, pur contando una ventina di consiglieri comunali in meno nei legislativi. Per contro, negli Esecutivi, i liberali radicali sono riusciti addirittura a incrementare il numero di municipali. «Nel complesso siamo contenti», commenta il presidente Alessandro Speziali. «Per noi il dato essenziale era quello relativo ai municipali e ai sindaci, perché è lì che si avverte il maggior peso della conduzione dei Comuni. In questo senso, siamo rimasti piacevolmente sorpresi, considerando che avevamo molte sfide aperte e parecchio ricambio». Nei Consigli comunali, invece, i liberali radicali hanno faticato di più a imporsi. «Stimiamo di aver perso circa un consigliere comunale ogni tre Comuni, ma rimaniamo comunque di gran lunga il primo partito in Ticino». Nei legislativi, dice Speziali, un partito storico come il PLR ha soprattutto dovuto fare i conti con le liste civiche e i partitini. «Abbiamo accusato la proliferazione di queste liste alternative, che hanno eroso un po’ dei nostri consensi, ma lo avevamo già messo in conto perché è sistemico». Guardando unicamente ai principali centri, il PLR ha perso 5 seggi nei Consigli comunali. «Abbiamo resistito», commenta Speziali, «soprattutto se consideriamo che c’erano situazioni critiche, specialmente a Lugano, viste le partenze di 7 consiglieri comunali, tra i quali anche figure di peso come Fulvio Pelli e Rupen Nacaroglu». A Lugano, in particolare, il PLR ha tenuto, perdendo solo un seggio. «Questo testimonia il buon andamento del nostro partito. Peraltro, ci conforta il fatto che il processo di rinnovo delle cariche all’interno del partito sta funzionando. A differenza del passato, infatti, non abbiamo più vuoti generazionali. E i temi cari alla popolazione non ci mancano». Insomma, evidenzia Speziali, «le elezioni sono andate bene, e questo è un dato oggettivo. Che ci spinge a impegnarci ancor di più per ripagare la fiducia ricevuta».

«Grinta ritrovata»

Anche il Centro può festeggiare. «A livello di municipali, il nostro partito è quello che ne ha guadagnati di più. Per quanto riguarda invece i legislativi registriamo una sostanziale stabilità. Addirittura, nei principali centri abbiamo guadagnato un consigliere comunale, quindi non posso che essere molto contento di questa tornata elettorale», commenta il presidente Fiorenzo Dadò. Una tornata elettorale che conferma la ripresa del Centro dopo anni difficili. «Nel 2019 abbiamo iniziato lentamente a risalire la china e con le Cantonali prima, le Federali poi e ora con le Comunali possiamo dire di aver centrato i nostri obiettivi». Alla base del risultato, dice Dadò, ci sono una serie di fattori. «In primis, la nuova linfa del partito, che si è dato una marcia in più con politiche chiare e proposte concrete e vicine al cittadino. E poi c’è un rinnovato entusiasmo generale, specialmente nelle sezioni e nel movimento giovanile, che si è molto rafforzato». Infine, sostiene Dadò, anche il cambiamento del nome del partito ha contribuito a dare una mano: «Ha rappresentato un rinnovamento d’immagine che ha permesso di avvicinare nuovi elettori che prima mai ci avrebbero votato».

«Abbiamo messo radici»

Non ha tradito le aspettative il movimento Avanti con Ticino e lavoro, che ha ottenuto 19 seggi nei Consigli comunali e un municipale (Matteo Muschietti a Coldrerio). «Siamo molto contenti», commenta Amalia Mirante, fondatrice del movimento Avanti. «Nei centri in cui abbiamo presentato una lista siamo riusciti a ottenere almeno una persona eletta in Consiglio comunale e nella metà dei casi abbiamo fatto gruppo. Ciò significa che il nostro movimento sta iniziando a mettere radici anche a livello comunale. Non possiamo che esserne soddisfatti». Infine, il Partito dei Verdi liberali ha riconfermato a Val Mara il seggio in Municipio. In crescita anche il numero dei seggi nei legislativi.