Il personaggio

Altro che balli proibiti, Luigi Di Maio escluso dal parlamento

Il ministro degli Esteri è stato battuto nel collegio uninominale di Napoli Fuorigrotta da Sergio Costa del Movimento 5 Stelle – E il suo partito non ha raggiunto nemmeno l’1% dei voti
© EPA/CIRO FUSCO
Marcello Pelizzari
26.09.2022 10:22

Volava, sulle note di (I’ve Had) The Time of My Life, imitando la mitica scena di Dirty Dancing. Sotto di lui, tantissime mani pronte a sostenerlo. Della serie: non cado, no che non cado. E invece, Luigi Di Maio è caduto. Fuori dal parlamento. Di più, sui social le battute si sprecano. Proprio ricordando quel momento da Nennella, a Napoli. C’è chi, addirittura, ora si immagina un ritorno al San Paolo, anche se «Giggino» in realtà non ha mai fatto il venditore di bibite allo stadio. Resta, questo sì, la disfatta per il fondatore di Impegno Civico.

Sconfitto a casa sua

I fatti, innanzitutto. Il collegio uninominale alla Camera di Napoli Fuorigrotta sarà vinto dall’ex ministro Sergio Costa del Movimento 5 Stelle. Tradotto: il citato Luigi Di Maio non sarà rieletto in parlamento, dopo dieci anni da deputato e quasi cinque da ministro, dapprima del Lavoro e dello Sviluppo economico nel primo governo Conte, quindi degli Esteri nel Conte bis e nel governo Draghi. Una beffa, già. Soprattutto per chi, uscendo dai 5 Stelle, sognava di annullare Conte. Ha finito per resuscitarlo.

Impegno civico, mentre scriviamo queste righe, balla in zona 1%. Sta sotto, addirittura. Cifre ridicole, che annullano l’offerta di Enrico Letta di entrare nella coalizione del PD. Di Maio, in campagna, ha difeso Draghi e la sua agenda, annunciato che lui, beh, avrebbe sorpreso tutto e tutti e, ancora, portato sul palco una sagoma di Salvini affermando che il leader della Lega aveva rifiutato il confronto.

È stato sconfitto praticamente a casa sua, nel collegio di Fuorigrotta. Sconfitto da un avversario che, si mormora, gli aveva giurato fedeltà. Salvo poi virare su Conte. E proprio i 5 Stelle, adesso, non nascondono la propria soddisfazione.

Le forbici di cartone

Di Maio, in fondo, rimarrà l’uomo che esultò dal balcone di Palazzo Chigi gridando di avere abolito la povertà grazie al reddito di cittadinanza. Con il passare del tempo, si è pentito di molte cose. Anche, e soprattutto, della sua militanza come leader grillino. In questa impresa al contrario, ora, lo hanno seguito una settantina di parlamentari. Le «apette», simbolo ideato con Bruno Tabacci.

Di Maio ci ha messo la faccia, combattendo «a mani nude» come è stato detto. È stato distrutto da ex amici ed ex colleghi. Volava, sulle note di (I’ve Had) The Time of My Life, imitando la mitica scena di Dirty Dancing. Lo ha avuto, «il tempo della sua vita». Come quando, nel 2019, fu immortalato a Montecitorio con forbici di cartone per fare a pezzi la cosiddetta casta: il taglio dei parlamentari era appena diventato realtà.