Ancora scontri e arresti a Los Angeles, Trump: «Sono animali pagati da qualcuno»

Quasi 400 arresti in 4 giorni, almeno 23 negozi saccheggiati, proteste, auto in fiamme e scontri con la polizia. In uno scenario da guerra civile, nelle scorse ore è scattato il coprifuoco nell'area più calda di Los Angeles, assediata dai manifestanti scesi nelle strade in segno di protesta contro le misure anti-immigrazione decise dall’Amministrazione Trump. Intanto sullo sfondo delle proteste si consuma la sfida a distanza tra il presidente USA e il governatore della California, Gavin Newsom. Trump, nelle scorse ore, ha gettato ulteriore benzina sul fuoco in un clima tesissimo, attaccando apertamente i dimostranti: dopo averli chiamati «invasori stranieri» e «criminali del terzo mondo», il tycoon ha rincarato la dose definendoli «animali». Di più, Trump è arrivato a sostenere che i manifestanti «sono pagati da qualcuno per sventolare bandiere straniere con l'obiettivo di invaderci», spiegando ai giornalisti di «non sapere chi, ma qualcuno li paga».
Alla domanda se ritenesse se i manifestanti fossero stati pagati dal governatore della California o dalla sindaca di Los Angeles Karen Bass, il tycoon ha quindi risposto: «Non ho detto questo».
Quanto alle regole di ingaggio dei soldati nella «città degli angeli» - si parla di circa 4 mila truppe della Guardia Nazionale e 700 marines - il presidente americano non ha dato indicazioni precise: «È molto semplice: se i manifestanti sono pericolosi, se tirano mattoni, se sputano in faccia agli agenti, se prendono a pugni le persone, l'esercito risponderà con una grande forza e loro finiranno in galera per lungo tempo».
La sindaca di Los Angeles, Karen Bass, non ha potuto far altro che annunciare il coprifuoco in una zona di 2,5 chilometri quadrati nel centro della città californiana, dalle 20 alle 6 ora locale (dalle 5 alle 15 in Svizzera).
«Ho dichiarato l'emergenza locale e imposto il coprifuoco» notturno nella seconda città più grande degli Stati Uniti «per fermare vandalismi e saccheggi», ha detto la Bass in una conferenza stampa.
Le autorità di Los Angeles hanno fatto sapere che circa 23 attività commerciali nel centro di L.A. sono state saccheggiate durante le proteste sull'immigrazione di questa settimana. Questa ondata di «violenza» è in parte il motivo per cui i leader della città hanno deciso di istituire un coprifuoco, ha affermato Karen Bass. Secondo quanto riportato dalla KABC, affiliata alla CNN, la polizia ha dichiarato che i presunti saccheggiatori hanno preso di mira, tra gli altri, un negozio Adidas, un Apple Store, una farmacia e una gioielleria.
Newsom: «La democrazia è sotto attacco»
Il governatore della California, dal canto suo, non ha risparmiato nuove stoccate a Trump, già definito «un dittatore», accusandolo di aver militarizzato la città. Newsom ha affermato che il presidente USA «ha scelto la teatralità rispetto alla sicurezza pubblica» schierando la Guardia Nazionale per rispondere alle proteste di Los Angeles, criticando l’amministrazione USA per aver effettuato «deportazioni di massa».
Secondo il governatore della California, invece di prendere di mira gli immigrati clandestini e i criminali, Trump sta «prendendo di mira indiscriminatamente le famiglie di immigrati che lavorano duramente, indipendentemente dalle loro radici o dal rischio che corrono».
Nel suo discorso ai cittadini della metropoli californiana, Newsom ha messo in guardia dal pericolo che corre la democrazia americana e ha accusato il Congresso di prostrarsi al presidente USA: «La democrazia è sotto attacco davanti ai nostri occhi, il momento che temevamo è arrivato», ha detto l’esponente dem, aggiungendo che il tycoon «sta prendendo di mira il progetto storico dei nostri Padri Fondatori: tre rami di governo indipendenti, tutti uguali. Non ci sono più pesi e contrappesi». Il governatore ha poi ha avvertito che la situazione che si sta sviluppando a Los Angeles è solo l'inizio: «Questo riguarda tutti noi. Riguarda voi. La California potrebbe essere la prima, ma chiaramente non finirà qui. Altri Stati saranno i prossimi».
Newsom ha quindi esortato i cittadini a difendere la democrazia, ma ha anche avvertito: «Se esercitate i vostri diritti sanciti dal Primo Emendamento, fatelo in modo pacifico». Il capo del dipartimento di polizia di Los Angeles, Jim McDonnell, ha fatto sapere che solamente ieri sono state arrestate circa 200 persone.
Intanto, il giudice di San Francisco, Charles S. Breyer, ha fissato un'udienza per le 13.30 ora di Los Angeles di giovedì (le 22.30 in Svizzera) sulla richiesta della California di un'ordinanza restrittiva temporanea che limiti i marines e le truppe della Guardia Nazionale a Los Angeles. Lo riporta il quotidiano statunitense The New York Times. Il governatore Newsom aveva chiesto un'ordinanza entro le 13.00 di ieri, ma il giudice si è rifiutato di emetterla.
Proteste anche in altre città
Centinaia di persone a New York hanno protestato contro le autorità responsabili della gestione dell'immigrazione dopo i disordini di Los Angeles, ha riferito l'emittente televisiva statunitense CNN.
Cortei si sono tenuti anche a Chicago (Illinois), l'altra città dove su ordine del presidente statunitense Donald Trump l'Immigration and Customs Enforcement (ICE, l'agenzia federale statunitense responsabile del controllo della sicurezza delle frontiere e dell'immigrazione) ha condotto retate contro migranti illegali.
Il governatore del Texas, Greg Abbott, ha invece dichiarato che invierà truppe della Guardia Nazionale in tutto lo Stato, mentre le proteste si stanno diffondendo in tutto il Paese.