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Attacco «israeliano» contro l'ambasciata dell'Iran a Damasco

Tra le vittime ci sarebbe un esponente di spicco delle Forze Quds in Siria e Libano – «L'esercito israeliano ha lasciato l'ospedale di al-Shifa» – Nuova riunione del Consiglio di Sicurezza ONU su Gaza – TUTTI GLI AGGIORNAMENTI
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Attacco «israeliano» contro l'ambasciata dell'Iran a Damasco
Red. Online
01.04.2024 07:32
23:26
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Consiglio di sicurezza ONU: la Francia chiede il cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi

«La Francia introduce oggi una nuova bozza di risoluzione onnicomprensiva, che anzitutto chiede un cessate il fuoco a Gaza senza una limitazione temporale, così come il rilascio immediato di tutti gli ostaggi, e condanna l'attacco del 7 ottobre di Hamas». Lo ha detto l'ambasciatore di Parigi all'ONU Nicolas de Riviere prima delle consultazioni a porte chiuse dei Quindici. «Il Consiglio di Sicurezza deve fare di più, non si può aspettare», ha aggiunto, sottolineando che si tratta di un «progetto ambizioso».

L'ambasciatore francese all'ONU ha poi sottolineato che «questa bozza di risoluzione affronta le questioni più urgenti, e oltre il cessate il fuoco chiede un accesso umanitario immediato e completo, inoltre affronta la ricostruzione, il recupero e la governance a Gaza. Soprattutto, sottolinea l'importanza di un effettivo ripristino del controllo della Striscia da parte dell'Autorità Palestinese». Infine, ha aggiunto, «il Consiglio deve affrontare le cause profonde di questa crisi, deve sollecitare l'intensificazione degli sforzi internazionali per il raggiungimento di una soluzione globale, giusta e pacifica al conflitto israelo-palestinese. La crisi in corso ha dimostrato che è necessario raggiungere urgentemente una soluzione negoziata verso i due Stati». La Francia «ritiene che sia giunto il momento di adottare un approccio globale per porre fine alla crisi in corso a Gaza, consentire la riduzione della tensione nella regione e garantire che nessun 7 ottobre possa mai più verificarsi».

22:53
22:53
Salgono a 11 i morti nel raid a Damasco

L'Osservatorio siriano per i diritti umani ha affermato che il bilancio delle vittime dell'attacco aereo contro l'edificio annesso dell'ambasciata iraniana a Damasco - ampiamente attribuito a Israele - è salito a 11.

«Il bilancio delle vittime degli attacchi israeliani all'edificio annesso all'ambasciata iraniana è salito a 11: otto iraniani, due siriani e un libanese - tutti combattenti, nessun civile», ha affermato Rami Abdel Rahman, che dirige l'Osservatorio con sede in Gran Bretagna. L'osservatorio aveva precedentemente detto che ci sarebbero stati otto morti.

19:38
19:38
Su Damasco 6 missili lanciati da jet F35

Gli odierni attacchi israeliani al consolato iraniano a Damasco sono stati compiuti «da aerei da caccia F-35 e l'edificio è stato colpito da sei missili». Lo ha detto l'ambasciatore iraniano a Damasco Hossein Akbari ai giornalisti. Oggi un raid attribuito a Israele ha preso di mira un annesso dell'ambasciata iraniana a Damasco, con almeno otto morti secondo l'Osservatorio siriano dei diritti umani. Il raid, il quinto in otto giorni contro la Siria, dove l'Iran e i suoi alleati sostengono il potere di Bashar al-Assad, avviene in un contesto regionale estremamente teso sullo sfondo della guerra nella Striscia di Gaza.

«Il nemico israeliano ha lanciato attacchi aerei dal Golan siriano occupato, prendendo di mira l'annesso dell'ambasciata iraniana a Damasco», ha affermato il ministero della Difesa siriano, che ha parlato di diversi morti e feriti, aggiungendo che l'attacco ha «completamente distrutto l'edificio», situato a Mezzeh secondo l'agenzia di stampa ufficiale siriana Sana, un quartiere che ospita ambasciate ed edifici delle Nazioni Unite. «Tutti quelli all'interno sono stati uccisi o feriti», ha proseguito il ministero. «Condanniamo fermamente questo atroce attacco terroristico» che ha ucciso «numerose persone innocenti», ha dichiarato il ministro degli Esteri siriano Faisal Mekdad.

19:37
19:37
Iran: «La risposta al raid su Damasco sarà dura»

L'ambasciatore iraniano a Damasco, Hossein Akbari, ha affermato che «la risposta di Teheran sarà dura». Lo riportano i media iraniani. Il diplomatico ha poi aggiunto che «dopo aver rimosso le macerie del palazzo distrutto dal raid sarà reso noto il numero esatto delle vittime».

L'ambasciatore iraniano a Damasco ha affermato che l'attacco israeliano nella capitale siriana dimostra che l'entità sionista non rispetta il diritto internazionale. Il diplomatico ha rinnovato il sostegno dell'Iran alla «resistenza» contro Israele, precisando inoltre di «non essere preoccupati per qualsiasi azione intrapresa dall'occupazione» israeliana.

.Akbari ha poi aggiunto che l'attacco israeliano al consolato iraniano «riflette la realtà dell'entità occupante, che fa tutto ciò che è disumano per ottenere ciò che vuole». Lo riporta la tv iraniana Al Alam sul suo sito.

17:50
17:50
Nuova riunione del Consiglio di Sicurezza ONU su Gaza

Il Consiglio di Sicurezza dell'ONU si riunisce nuovamente sulla situazione a Gaza. I Quindici terranno consultazioni a porte chiuse alle 16 locali di oggi, le 22 in Svizzera. L'incontro è stato chiesto dalla Francia.

17:45
17:45
«Attacco israeliano» contro un quartiere della capitale Damasco

L'agenzia di stampa siriana Sana ha reso noto di un «attacco israeliano» contro un quartiere della capitale Damasco. È stato colpito un palazzo che «appartiene all'Ambasciata della Repubblica Islamica dell'Iran e aveva una bandiera».

Lo riporta su X la rete iraniana Snn, (Students News Network). Secondo al Arabya l'attacco, attribuito ad Israele e che avrebbe colpito il consolato e la residenza dell'ambasciatore, ha provocato almeno sei morti.

Media internazionali, tra cui il canale saudita al Hadth, hanno riferito che nel raid è stato ucciso, tra gli altri, un alto comandante dei Guardiani della Rivoluzione iraniani, Mohammad Reza Zahedi, esponente di spicco delle Forze Quds in Siria e Libano. Lo riportano anche i media israeliani.

09:52
09:52
La conferma: «L'esercito ha lasciato l'ospedale Shifa a Gaza City»

ATSI - L'esercito israeliano ha confermato di aver completato le "operazioni mirate" all'ospedale Shifa a Gaza City e di essere "uscito" dal complesso.

Lo ha fatto sapere il portavoce militare, secondo cui i soldati "hanno ucciso terroristi in scontri ravvicinati, hanno localizzato numerose armi e documenti di intelligence in tutto l'ospedale, prevenendo danni a civili, pazienti ed équipe mediche".

Sempre a Gaza City - secondo la stessa fonte - "un elicottero ha colpito un complesso militare di Hamas dotato di trappole esplosive".

A Khan Yunis, commando dell'Idf - ha aggiunto il portavoce militare - stanno operando nell'area di al-Amal dove "sono stati uccisi terroristi in scontri ravvicinati e altri sono stati catturati".

08:20
08:20
«Arrestata nel sud di Israele la sorella del leader di Hamas»

ATSI - La sorella del leader di Hamas Ismail Haniyeh è stata arrestata nel sud di Israele, nel sospetto "di contatti con operativi della fazione islamica e di sostegno ad atti di terrorismo".

Secondo la polizia - citata dai media - la donna, 57 anni, è stata arrestata in un'operazione congiunta con lo Shin Bet, il servizio di sicurezza interna. Secondo la stessa fonte, nella sua abitazione sono trovati documenti, telefoni e altre prove che la legano "a serie offese alla sicurezza".

07:32
07:32
Il punto alle 7.30

L'esercito israeliano avrebbe rimosso stamattina i propri carri armati dall'ospedale al-Shifa: lo afferma il ministero della Sanità della Striscia di Gaza. Le forze di difesa israeliane (IDF) avrebbero sparato proiettili per coprire la ritirata dei mezzi corazzati, lasciando il quartiere di al-Rimal per dirigersi a sudovest della città di Gaza, verso il distretto di Tel al-Hawa. Le IDF non hanno al momento confermato ufficialmente il ritiro, ma il ministero della Sanità palestinese ha dichiarato di aver potuto entrare nella struttura ospedaliera, trovando «decine di cadaveri». «Decine di corpi di martiri, alcuni in stato di decomposizione, sono stati rinvenuti nel complesso e attorno all'ospedale», afferma il dicastero in un comunicato stampa precisando che ci sono danni materiali sono «molto significativi» su tutti gli edifici.

Nelle ore precedenti l'annuncio, il direttore generale dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), Tedros Adhanom Ghebreyesus, aveva affermato che «21 pazienti sono morti» dall'inizio dell'assedio israeliano all'ospedale Shifa di Gaza il 18 marzo. In un post pubblicato ieri sera sul suo account X, Ghebreyesus denunciava poi che al momento «107 pazienti si trovano in un edificio inadeguato all'interno del complesso ospedaliero, privi del supporto sanitario, delle cure mediche e delle forniture necessarie. Molti hanno ferite infette e sono disidratati. Resta solo una bottiglia d'acqua ogni 15 persone. Le malattie contagiose si stanno diffondendo a causa delle condizioni estremamente antigeniche. Il cibo è estremamente limitato».

Il direttore generale dell'Oms tornava quindi a chiedere un cessate il fuoco, esortando Israele «a facilitare urgentemente l'accesso e un corridoio umanitario» in modo da poter «effettuare il trasferimento salvavita dei pazienti».

Nel frattempo, Hamas ha chiesto scusa per la prima volta agli abitanti della Striscia di Gaza per le sofferenze causate dalla guerra, in una lunga dichiarazione pubblicata ieri sera sul suo canale Telegram.

Il movimento islamista palestinese «si scusa» per le difficoltà causate dal conflitto contro l'esercito israeliano che dura da quasi sei mesi. Ma ribadisce anche il desiderio di continuare questa guerra che, secondo Hamas, deve consentire di ottenere «vittoria e libertà» per i palestinesi.

Il movimento al potere nella Striscia ha inviato «un messaggio di ringraziamento al popolo» palestinese, di cui riconosce «l'esaurimento». Hamas ha insistito sulle misure che ha cercato di mettere in atto per alleviare le difficoltà, in particolare tentativi di «controllo dei prezzi» entro i limiti delle sue capacità «vista l'aggressione in corso». Ha inoltre affermato di comunicare con «tutte le componenti» della società di Gaza, citando altri movimenti armati, «comitati popolari» e «famiglie» per «risolvere i problemi causati dall'occupazione» israeliana.

600 soldati morti in combattimento
Con la morte ieri del sergente maggiore Nadav Cohen in combattimento a Gaza è salito a 600 il bilancio dei soldati rimasti uccisi dal 7 ottobre scorso nella Striscia, in Israele e nei Territori palestinesi.

Il numero di quelli morti dall'inizio delle operazioni di terra a Gaza è di 256, hanno reso noto stamattina le IDF. I palestinesi morti nella Striscia dal 7 ottobre sono finora circa 32.800, secondo il Ministero della Sanità locale gestito da Hamas.