Boeing patteggia per i disastri dei 737 Max

La Boeing ha raggiunto un accordo con il Dipartimento di Giustizia che eviterà all'azienda di assumersi la responsabilità penale per i due disastri aerei che hanno coinvolto jet 737 Max nel 2018 e nel 2019. Osteggiata da molte famiglie delle 346 vittime, l'intesa prevede che Boeing ammetta di aver ostacolato la supervisione federale, paghi una multa, contribuisca a un fondo per le famiglie e investa in programmi per la sicurezza e la qualità.
Il nuovo accordo deve essere ancora approvato dal giudice che ha la supervisione del caso.
L'ultimo sviluppo in una lunga saga giudiziaria sugli incidenti, iniziata negli ultimi giorni della prima amministrazione Trump, l'accordo ribalta una precedente intesa raggiunta la scorsa estate in cui Boeing aveva accettato l'offerta del Dipartimento di Giustizia, sotto l'amministrazione del successore Joe Biden, di dichiararsi colpevole di cospirazione ai danni della Federal Aviation Administration. L'ammissione del colosso aeronautico di aver ostruito la Faa non costituisce una ammissione di colpevolezza, spiega il New York Times.
«Applicando i fatti, la legge e le politiche del Dipartimento, siamo fiduciosi che questa risoluzione rappresenti l'esito più giusto e con benefici concreti», ha dichiarato il Dipartimento di Giustizia in un comunicato: «Nulla potrà colmare le perdite delle vittime, ma questa risoluzione rende Boeing finanziariamente responsabile, offre una conclusione e un risarcimento per le famiglie e contribuisce a migliorare la sicurezza dei futuri viaggiatori aerei».
Il primo 737 Max precipito' nell'ottobre 2018 nel mar di Giava: nella sciagura della indonesiana Lion Air morirono 189 persone. Nel disastro dell'aereo delle Ethiopian Airways cinque mesi dopo, le vittime furono 157 tra cui l'assessore ai Beni culturali della Regione Sicilia Sebastiano Tusa, un archeologo di fama internazionale, che era diretto a Malindi per una conferenza dell'Unesco. E poi Virginia Chimenti, Maria Pilar Buzzetti e Rosemary Mumbi, impegnate a vario titolo con il World Food Programme; il presidente della ong Cisp e rete Link 2007 Paolo Dieci; tre volontari della ong Africa Tremila, Carlo Spini, sua moglie Gabriella Vigiani e il tesoriere Matteo Ravasio.