Brasile

Bolsonaro: «Un golpe è un abominio, non l'ho mai pensato»

Nel suo interrogatorio l'ex presidente brasiliano ha respinto a più riprese le accuse di aver guidato un complotto per un tentativo di colpo di stato per impedire l'insediamento del presidente Luiz Inácio Lula da Silva
©Eraldo Peres
Ats
10.06.2025 21:43

«Non si è mai parlato di un colpo di Stato. Un colpo di Stato è una cosa abominevole. Il Brasile non poteva subirlo». Nel suo interrogatorio l'ex presidente brasiliano, Jair Bolsonaro, ha respinto a più riprese le accuse di aver guidato un complotto per un tentativo di colpo di stato per impedire l'insediamento del presidente Luiz Inácio Lula da Silva.

Tra le accuse a suo carico ci sono abolizione violenta dello Stato democratico, colpo di Stato, associazione a delinquere armata, danneggiamento aggravato e distruzione di proprietà, con pene che possono raggiungere i 40 anni di carcere.

«Vostro Onore, non mi avete mai visto agire contro la Costituzione. Mi sono sempre mosso nel perimetro delle regole. A volte mi sono arrabbiato, ho detto cattiverie, ma ho fatto quello che dovevo», ha detto il leader di destra.

La testimonianza di Bolsonaro è cominciata alle 14.33. L'ex presidente ha portato una copia della Costituzione sul tavolo dei testimoni e l'ha tenuta in mano mentre giurava di non aver minato la democrazia. «Un golpe è una cosa abominevole», ha esclamato. «Ho 70 anni. Ho piena coscienza di cosa sia un'azione di questo genere», ha insistito. «L'ipotesi di un colpo di Stato non è stata mai presa in considerazione», ha proseguito l'esponente conservatore incalzato per la prima volta dalle domande del giudice Alexandre de Morais, che in passato aveva definito il suo «arci-nemico».

A tratti più teso, in altri momenti più rilassato, Bolsonaro ha scherzato col giudice: «Vorrei invitarla a essere il mio vicepresidente nel 2026». Anche Moraes si è concesso un sorriso, «Rifiuto di nuovo», ha ribattuto.

Rispondendo sul sistema di voto elettronico, l'ex capo di Stato ha affermato di non essere stato l'unico a criticarlo, evidenziando di aver usato la retorica fin dal 2012. Interrogato sulle accuse che i magistrati avessero preso soldi durante le elezioni, Bolsonaro si è scusato. «Quali prove aveva per dire che stavamo prendendo 50 milioni di dollari, 30 milioni di dollari?», ha chiesto Moraes. «Non c'erano. È stato uno sfogo. Retorica. Mi dispiace, non avevo intenzione di accusarvi di alcuna cattiva condotta», ha risposto l'ex presidente. Quanto a Lula, ha affermato di aver deciso di non passargli la fascia presidenziale, per non doversi «sottoporre ai più grandi fischi della storia» del Brasile.