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Boris Johnson nella bufera per il Partygate: «Ma vado avanti»

Il Premier inglese ha detto di essersi scusato di persona col personale sottoposto a «Trattamenti irrispettosi e inadeguati»
©Leon Neal
Ats
25.05.2022 19:54

Feste con tanto alcol e vino versato sulle pareti a Downing Street, a volte protratte fino a tardi, con musica a tutto volume e karaoke, funzionari che litigano e uno addirittura che si sente male per aver bevuto troppo. Questo e altro accaduto nel 2020-21, mentre i britannici dovevano rispettare le rigide restrizioni anti Covid con tanto di lockdown imposti dal loro governo, emerge dalle 37 pagine del rapporto indipendente redatto dall'Ata funzionaria Sue Gray sullo scandalo Partygate finalmente pubblicato nella sua versione integrale.

I dettagli imbarazzanti di una mentalità diffusa «che lasciano sgomenti» e sono «ben al di sotto degli standard richiesti», come si legge nel documento, scatenano una nuova bufera di accuse sul premier conservatore Boris Johnson per le violazioni compiute nelle sedi istituzionali in tempo di pandemia.

La responsabilità ricade sui vertici dell'establishment, a livello politico e di funzionari, e il leader Tory di fronte alla Camera dei Comuni ha voluto assumersela «in modo pieno» rinnovando le scuse già fatte altre volte sulla vicenda al Parlamento e alla nazione ma ribadendo sempre di voler «andare avanti» perché «ha imparato la lezione» nonostante le opposizioni gli chiedano di dimettersi, e in fretta. Le tante rivelazioni, che hanno lasciato lui stesso «sorpreso e deluso», e perfino «sconvolto» per i casi di mancanza di rispetto da parte dei funzionari nei confronti degli addetti alla pulizia e alla sicurezza, sono state affrontate anche nel corso di una conferenza stampa tenuta nel pomeriggio.

Johnson ha detto di essersi scusato di persona col personale sottoposto a «trattamenti irrispettosi e inadeguati», ma anche che «insieme alle scuse c'è la necessità di continuare con l'azione di governo e occuparsi delle priorità per i cittadini». L'idea di fondo è che lo scandalo sia già stato affrontato legalmente dall'inchiesta di Scotland Yard con le tante multe inflitte a politici e funzionari trasgressori, una delle quali ha colpito il premier, e che siano bastati i numerosi cambiamenti introdotti tra i collaboratori del primo ministro. Rispetto alla sua partecipazione ad alcuni eventi sotto accusa ha affermato che voleva mostrare vicinanza allo staff. Diversi party, invece, sono avvenuti in sua assenza.

Il rapporto include anche nove fotografie. Quattro riguardano la festa per il compleanno di Johnson del giugno 2020 alla Cabinet Room, per cui il premier e il Cancelliere dello Scacchiere Rishi Sunak sono stati sanzionati da Scotland Yard, e le altre cinque sono quelle relative alla festa di addio del novembre 2020 per l'allora direttore della Comunicazione del governo, l'ex giornalista Lee Cain, a cui ha preso parte il primo ministro ma non è stato sanzionato.

Mentre BoJo cerca di guardare avanti per le opposizioni è già «game over». Per il leader laburista Keir Starmer è ora che «faccia i bagagli» perché non può restare al suo posto chi pretende di fare le leggi e allo stesso tempo le viola e soprattutto mostra una mancanza di leadership in un momento in cui serve un rapido intervento dell'esecutivo contro il caro vita. Mentre il capogruppo ai Comuni degli indipendentisti scozzesi (Snp), Ian Blackford, ha invitato i colleghi conservatori a chiedere la sfiducia del loro leader accusandolo di aver mentito in Parlamento.

Accusa respinta anche oggi da Johnson, insieme a quella di aver cercato di dissuadere Gray dalla pubblicazione del rapporto in un incontro tra i due. Per quanto riguarda la fondamentale tenuta del partito conservatore, i ministri hanno fatto quadrato attorno a Johnson, mentre al momento ci sono solo alcuni deputati che chiedono la sua sfiducia. Resta un grande interrogativo nella compagine Tory e riguarda l'opportunità di candidare alle prossime elezioni l'unico premier multato dalla polizia nella storia britannica.

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