Guerra

C'è l'accordo sul gas: l'Europa riuscirà a dire addio all'energia russa?

I Paesi membri UE raggiungono l'intesa sul blocco definitivo delle importazioni di GNL da Mosca, ma il Cremlino avverte: «Pagherete di più per il gas, la vostra economia sarà più debole»
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Michele Montanari
03.12.2025 18:51

L’Unione europea sembra essersi finalmente decisa: basta gas russo entro la fine del 2027. Più facile a dirsi che a farsi, dato che dall’inizio dell’invasione delle truppe di Vladimir Putin ai danni dell’Ucraina, nel febbraio del 2022, i buoni propositi europei hanno spesso trovato ostacoli e resistenze. Di fatto, oggi i Paesi membri UE si impegnano a mettere fine una volta per tutte a quella che è stata una vera e propria dipendenza energetica.

I rappresentanti dei Governi dell'UE e del Parlamento europeo, questa mattina, hanno raggiunto un accordo sulle proposte presentate dalla Commissione europea a giugno per bloccare definitivamente le importazioni da quello che per anni è stato il principale fornitore di gas dell'UE. Nello specifico, le importazioni di gas naturale liquefatto (GNL) saranno eliminate gradualmente entro il 31 dicembre del 2026 e le forniture tramite gasdotto entro la fine il 30 settembre 2027. In base all'accordo, i Paesi UE procederanno pure all'eliminazione graduale del petrolio.

«Basta ricatti da Mosca»

«Ce l'abbiamo fatta: l'Europa chiuderà per sempre il rubinetto del gas russo», ha scritto su X il commissario europeo per l'energia, Dan Jorgensen, aggiungendo: «Basta ricatti. Basta manipolazioni del mercato da parte di Putin». La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ha invece commentato in una nota: «Oggi interrompiamo definitivamente queste importazioni. Esaurendo il tesoro di Putin, siamo solidali con l'Ucraina e puntiamo a nuove partnership e opportunità nel settore energetico».

Stando al comunicato stampa pubblicato sul sito della Commissione UE, «in via eccezionale, gli Stati membri possono prorogare il termine sulle importazioni da gasdotto fino al 31 ottobre 2027, nel caso in cui i loro livelli di stoccaggio siano inferiori ai livelli di riempimento richiesti. In particolare, per i contratti di fornitura a breve termine conclusi prima del 17 giugno 2025 , il divieto di importazione di gas russo si applicherà dal 25 aprile 2026 per il GNL e dal 17 giugno 2026 per il gasdotto; per i contratti a lungo termine per le importazioni di GNL conclusi prima del 17 giugno 2025 , il divieto si applicherà a partire dal primo gennaio 2027 , in linea con il 19esimo pacchetto di sanzioni; le importazioni di gas tramite gasdotti nell'ambito di contratti a lungo termine saranno consentite solo fino al 30 settembre 2027. Nel caso in cui gli Stati membri incontrassero difficoltà a riempire i livelli di stoccaggio richiesti, il divieto di importazione tramite gasdotti si applicherebbe solo a partire dal primo novembre 2027». Le modifiche ai contratti esistenti saranno consentite solo per «scopi operativi strettamente definiti e non potranno comportare un aumento dei volumi o dei prezzi».

La Commissione UE si è inoltre impegnata a eliminare gradualmente le ormai sempre più scarse importazioni di petrolio dalla Russia entro la fine del 2027, con una proposta legislativa che sarà presentata all'inizio del 2026. In base all'accordo di quest'oggi, entro il primo marzo i membri dell'UE presenteranno a Bruxelles piani di «diversificazione nazionale» per quanto riguarda le forniture di petrolio e gas e saranno tenuti a notificare all'esecutivo dell'UE se hanno contratti di fornitura di gas russo o divieti nazionali in vigore.

Per evitare l'elusione del divieto sul gas, si legge ancora sul sito della Commissione UE, il nuovo regolamento istituisce «meccanismi di monitoraggio e l'obbligo per le autorità di cooperare e scambiare informazioni sulle importazioni di GNL. La Commissione sosterrà gli Stati membri e monitorerà attentamente, insieme all'Agenzia dell'UE per la cooperazione fra i regolatori nazionali dell'energia (ACER), alla Procura europea (EPPO) e all'Ufficio europeo per la lotta antifrode (OLAF), i progressi e l'impatto della graduale eliminazione delle importazioni di gas e petrolio dalla Russia».

Ungheria e Slovacchia ancora dipendenti dalla Russia

Nella prima metà del 2025, il 13% delle importazioni di gas e GNL verso l'Unione europea proveniva dalla Russia, in caduta libera rispetto al 45% registrato prima dell'invasione dell'Ucraina, nel febbraio 2022. Oggi i Paesi membri dell'UE che continuano a ricevere forniture di gas russo sono principalmente l'Ungheria, la Francia e il Belgio.

Mentre i volumi provenienti dai gasdotti sono letteralmente crollati, l'Europa in questi anni ha aumentato le importazioni di GNL russo, trasportato via mare e poi rigassificato nei porti del Vecchio continente. Nel 2024, la Russia ha fornito circa il 20% di GNL ai Paesi UE, dietro solo agli Stati Uniti, per un valore complessivo di circa 10 miliardi di euro.

Nonostante l'accordo, il primo ministro ungherese Viktor Orbán, che solamente la scorsa settimana ha incontrato il leader del Cremlino Vladimir Putin, ha espresso la sua intenzione di continuare ad acquistare fonti energetiche russe. Ungheria e Slovacchia hanno fatto sapere che contesteranno la legge una volta adottata. Citato da Euronews, Il ministro degli Esteri ungherese Péter Szijjártó ha affermato che è impossibile applicare il «diktat» di Bruxelles, definendo la legge una «frode» e sostenendo che viola i trattati dell'UE. E ha poi aggiunto: «L'Ungheria non è sola, anche la Slovacchia è stata consultata per prendere provvedimenti». Ungheria e Slovacchia sono gli unici due Paesi dell'UE che ancora importano petrolio russo, il quale rappresenta l'80% delle loro importazioni totali di greggio.

Inutile dire che l'intesa sul gas raggiunta quest'oggi ha provocato reazioni anche a Mosca. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha dichiarato che la rinuncia al gas non farà altro che «accelerare i processo già in atto negli ultimi anni di perdita del potenziale di leadership dell'economia europea», ossia «l'Europa dipenderà da un gas che costa di più - a volte molto di più - rispetto al gas russo. In questo modo l'Europa si condanna a fonti di energia decisamente più costose, il che inevitabilmente porterà a conseguenze per l'economia europea e a una diminuzione della competitività dell'Europa».

Un iter durato quasi 4 anni

I leader dell'UE hanno concordato l'eliminazione graduale dell'energia russa attraverso la Dichiarazione di Versailles del marzo 2022. Come risposta immediata alla guerra in Ucraina e alla militarizzazione delle forniture energetiche da parte della Russia, la Commissione europea ha presentato il piano REPowerEU nel maggio 2022. Come detto, dall'inizio della guerra, la dipendenza dell'UE dal gas russo è crollata, tuttavia, lo scorso anno, sono entrati nel sistema energetico dell'UE 35 miliardi di metri cubi di gas russo, per un valore stimato di 10 miliardi di euro. Tutte le importazioni di carbone russo sono state vietate dalle sanzioni, mentre le importazioni di petrolio si sono ridotte dal 27% all'inizio del 2022 al 2% attuale.

Il 6 maggio 2025, la Commissione ha adottato la tabella di marcia REPowerEU, aprendo la strada alla piena indipendenza energetica dell'UE dalla Russia. Il 17 giugno 2025, la Commissione UE ha quindi presentato la proposta legislativa per vietare  tutte le importazioni di gas russo e garantire la graduale eliminazione del petrolio russo. A ottobre, è stato adottato il 19esimo pacchetto di sanzioni contro Mosca, con l'obiettivo di ridurre le entrate della Russia derivanti dalle esportazioni di energia, vietando le importazioni di GNL russo a partire dal primo gennaio 2027 per i contratti a lungo termine ed entro sei mesi dall'entrata in vigore delle sanzioni per i contratti a breve termine.

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