Il profilo

Chi è Robert Fico, il primo ministro della Slovacchia ferito in un attentato

Gli esordi nel Partito Comunista nell'allora Cecoslovacchia, la fondazione di Smer a cavallo del nuovo millennio e l'abbandono, graduale, delle posizioni europeiste fino alla sparatoria odierna
© Petr David Josek
Marcello Pelizzari
15.05.2024 16:30

L'attentato a Robert Fico ha scioccato l'Europa e il mondo. Ma di chi stiamo parlando, esattamente? Fico, dall'ottobre del 2023, è il primo ministro della Slovacchia. Un ruolo che aveva già ricoperto dal 2006 al 2010 e, in due governi, dal 2012 al 2018. Alle ultime elezioni, il suo partito – Smer-Ds – aveva vinto con oltre il 23% dei voti. Nato e affermatosi come un politico europeo e, soprattutto, europeista, Fico negli ultimi anni ha assunto delle posizioni differenti rispetto a Bruxelles. In particolare sull'invio di armi all'Ucraina e sull'accoglienza nei confronti dei migranti. Oggi, 15 maggio 2024, è stato raggiunto da colpi di arma da fuoco e ferito gravemente subito dopo una riunione di governo a Handlova, vicino Bratislava.

Nato il 15 settembre del 1964 a Topo'čany, nell'allora Cecoslovacchia, dopo la laurea in legge a Bratislava, nel 1987, Fico si iscrisse al Partito Comunista. In seguito alla Rivoluzione di Velluto, con la nascita di Repubblica Ceca e Slovacchia, entrò nel Partito della Sinistra Democratica. Una formazione politica che raccolse, nella neonata Slovacchia, l'eredità del Partito Comunista. Dal 1994 al 2000, per sei anni, Fico rappresentò il suo Paese alla Corte europea dei diritti dell'uomo. Fu in quel periodo, di fatto, che cominciò la sua scalata nelle gerarchie politiche slovacche. Nel 1999, dopo essere uscito dalla Sinistra Democratica, Fico fondò lo Smer. Un'alternativa, se vogliamo, tanto ai comunisti quanto ai socialisti. O, se preferite, una sinistra più vicina al centro. Lo Smer partecipò, per la prima volta, alle elezioni del 2002, diventando immediatamente la terza forza del Paese e affermandosi come partito di opposizione al governo democristiano targato Dzurinda. 

Presto, tuttavia, molto presto verrebbe da dire, lo Smer assunse posizioni più dure e nazionaliste. Posizioni che favorirono, nel 2006, la vittoria del partito con il 29,1% dei voti. Fico, quell'anno, diventò premier per la primissima volta, a capo di una coalizione con il Partito Nazionale Slovacco e il Partito Popolare-Movimento per una Slovacchia Democratica. Dopo un breve passaggio, nuovamente, all'opposizione Fico ottenne un vero e proprio plebiscito nel 2012, con lo Smer oltre il 44% e un altro mandato come premier per l'oramai ex comunista. Il terzo mandato, con percentuali più contenute, si consumò fra il 2016 e il 2018. Due anni soltanto, proprio così, complici le proteste per l'omicidio del giornalista Jan Kuciak e della sua compagna Martina Kusnirova. Kuciak, giova ricordarlo, stava lavorando ad alcune inchieste legate a corruzione e truffe attorno ai fondi dell'Unione Europea ricevuti dalla Slovacchia. Non solo, il giornalista denunciò la vicinanza di alcuni politici nell'area di Fico alla 'Ndrangheta. 

Una vicenda, quella, che pareva aver fatto calare una volta per tutte il sipario sulla carriera di Fico. E invece, l'attuale premier lo scorso settembre è tornato in sella sfruttando l'insoddisfazione popolare dopo la caduta del governo di Heger cui è seguita una formazione tecnica guidata da Odor. Se dobbiamo a Fico, fra le altre cose, l'adozione dell'euro quale moneta da parte della Slovacchia, al quarto giro il primo ministro si è dimostrato piuttosto intransigente nei confronti dell'Unione Europea. Durante la campagna elettorale, ad esempio, Fico ha attaccato senza pietà Bruxelles, accusandola di un appoggio sconsiderato all'Ucraina nella guerra contro la Russia e di aver applicato a cuor leggero le sanzioni nei confronti di Mosca. Di più, Fico sin dal principio si è opposto all'adesione alla NATO da parte di Kiev.

Negli ultimi mesi, l'Unione non ha nascosto una certa preoccupazione rispetto alle posizioni di Fico, simili e paragonabili a quelle dell'Ungheria. Una tendenza filorussa giudicata pericolosa, accompagnata da una certa nostalgia per l'Unione Sovietica. Non solo, detto che lo Smer all'Europarlamento siede assieme a Socialisti e Democratici, le posizioni sui migranti del partito sono tendenzialmente di destra. Fico, al riguardo, ha criticato apertamente la presidente slovacca Zuzana Caputova e i governi precedenti. «Useremo anche la forza per proteggere il nostro Paese dai migranti» ha spesso ribadito Fico. Anche sulle adozioni di figli da parte di coppie omosessuali Fico ha assunto posizioni ferree e vicine alla destra, definendo queste adozioni una »perversione« e affermando che non sarebbe «mai» stato a favore dei matrimoni fra persone dello stesso sesso. 

In questo articolo: