Spionaggio

Cuba nega l'esistenza di un accordo con la Cina per spiare gli Stati Uniti

Il viceministro degli Esteri cubano ha sottolineato che si tratta di «bugie promosse con il perfido intento di giustificare l'intensificarsi senza precedenti del blocco economico di Washington contro la nazione caraibica e le continue campagne di destabilizzazione»
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Ats
09.06.2023 07:50

Cuba ha definito come «informazione del tutto mendace e infondata» l'articolo pubblicato dal quotidiano statunitense The Wall Street Journal su un presunto suo accordo con la Cina, in materia militare, per l'installazione di una base di spionaggio potenzialmente rivolta contro gli Stati Uniti.

In un comunicato, il viceministro degli Esteri cubano Carlos Fernández de Cossío ha sottolineato che si tratta di «bugie promosse con il perfido intento di giustificare l'intensificarsi senza precedenti del blocco economico di Washington contro la nazione caraibica e le continue campagne di destabilizzazione».

Si tratta, ha ancora osservato il responsabile governativo, di ingannare l'opinione pubblica negli Usa e nel mondo, aggiungendo che si tratta spesso di calunnie fabbricate da funzionari statunitensi, «apparentemente a conoscenza di informazioni di intelligence».

In passato, ha poi detto, si sono avuti vari episodi di questo genere, come «i presunti attacchi acustici contro il personale diplomatico statunitense all'Avana, la menzogna sull'inesistente presenza militare cubana in Venezuela e la bugia sull'esistenza immaginaria di laboratori di armi biologiche».

«Indipendentemente dai diritti sovrani di Cuba in materia di difesa - ha sottolineato De Cossío - il nostro Paese è parte della Dichiarazione dell'America Latina e dei Caraibi come Zona di Pace, firmata all'Avana nel gennaio 2014. In virtù di essa, rifiutiamo qualsiasi presenza militare straniera in Latino America e Caraibi».

In conformità con questi principi, ha concluso il viceministro, Cuba «ripudia anche le numerose basi militari e truppe statunitensi nella regione, in particolare quella che attualmente occupa illegalmente una parte del territorio cubano nella provincia di Guantánamo».