Dazi USA, la svolta buona per la Svizzera? Parmelin: «Si comunicherà quando tutto sarà definito»

La Svizzera intravede una possibile svolta nella disputa doganale con gli Stati Uniti. Il consigliere federale Guy Parmelin, appena rientrato da Washington, ha definito «molto positivi» i colloqui con il rappresentante commerciale americano Jamieson Greer, spiegando che la maggior parte dei punti è stata chiarita. Ulteriori dettagli verranno forniti solo una volta concluso il processo negoziale.
Parmelin era accompagnato dalla segretaria di Stato della SECO Helene Budliger Artieda. A Washington la delegazione ha avuto incontri «a diversi livelli», ha confermato il portavoce del DEFR Markus Spörndli. Un alto funzionario statunitense citato dall’AFP ha confermato il clima costruttivo dei colloqui, indicando che Berna ha presentato proposte per ridurre gli squilibri commerciali. Secondo la stessa fonte, Washington valuta la possibilità di abbassare i dazi sui prodotti elvetici, mentre si attende in cambio una revisione di alcuni dazi svizzeri e di barriere non tariffarie che limitano l’accesso al mercato americano.
La sovrattassa del 39% imposta da agosto dall’amministrazione Trump pesa in particolare su settori come orologeria, macchinari, apparecchiature elettriche, industria medica e prodotti alimentari. Negli ultimi mesi Parmelin ha intensificato i contatti con gli Stati Uniti: dopo una missione con Karin Keller-Sutter lo scorso luglio e ulteriori discussioni a settembre, l’incontro di questa settimana è il terzo in pochi mesi.
Secondo Bloomberg, un accordo potrebbe essere vicino e riportare i dazi al 15%, livello applicato anche ai principali concorrenti della Svizzera come UE, Giappone e Corea del Sud. Lunedì Donald Trump ha confermato che «si sta lavorando a un’intesa per abbassare i dazi», senza fornire cifre.
Stando alle analisi di UBS, una riduzione tariffaria alleggerirebbe la pressione sulle imprese esportatrici, in particolare nei settori orologiero e medicale. La Banca cantonale di Lucerna ritiene che un riallineamento con l’UE ridurrebbe inoltre il rischio di delocalizzazioni verso Stati Uniti o paesi europei.
La trattativa, alimentata anche dagli incontri della scorsa settimana tra imprenditori svizzeri e Trump alla Casa Bianca, sembra dunque avvicinarsi a una fase decisiva. Ora si attende il completamento delle verifiche tecniche e politiche tra le due delegazioni prima dell’annuncio ufficiale.
