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Disastro del Mottarone: prorogate le indagini

Seconda la giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Verbania, Annalisa Palomba, è necessario un «tempo di riflessione»
©Luca Bruno (AP)
Ats
16.01.2023 17:23

«Un 'tempo di riflessione' risulta necessario al fine di valutare la possibilità di archiviare alcune posizioni, riqualificare taluni reati, acquisire prove a favore delle parti». Con queste motivazioni il giudice per le indagini preliminari (gip) Annalisa Palomba, del Tribunale di Verbania, ha respinto la richiesta di non concedere la proroga delle indagini sulla tragedia del Mottarone avanzata dalla difesa di Enrico Perocchio, il direttore d'esercizio della funivia e tra gli indagati per l'incidente avvenuto il 23 maggio 2021. La Procura potrà indagare per altri sei mesi.

Il gip, nell'ordinanza con la quale ha rigettato l'opposizione avanzata dall'avvocato Andrea Da Prato, difensore di Perocchio, e autorizzato la prosecuzione delle indagini preliminari sull'incidente del Mottarone, ha sottolineato che si tratta di un «procedimento caratterizzato dalla presenza di molteplici parti (indagate ed offese) nonché da particolare complessità tecnica, giuridica e istruttoria».

Dall'incidente probatorio, concluso lo scorso dicembre al termine di otto udienze e definito dal giudice una «prova centrale, anche se non 'regina' dell'intero procedimento», sono scaturite «emergenze tecniche di particolare complessità» e «spunti suggestivi a favore e contro tutte le parti».

Nell'udienza dello scorso 11 gennaio, convocata in seguito all'opposizione della difesa di Perocchio, la stessa Procura aveva sottolineato che dalle risultanze dell'incidente probatorio e dal contraddittorio tra le parti erano emersi notevoli spunti investigativi. Tra gli elementi che potrebbero essere approfonditi, la questione dei controlli: incaricato di vigilare sull'impianto era anche l'Ustif, una struttura periferica del ministero dei Trasporti italiano. A proposito della loro presunta «carenza», lo scorso ottobre l'avvocato Pasquale Pantano, difensore dell'amministratore della società Ferrovie del Mottarone Luigi Nerini, aveva parlato dell'esistenza di «un'organizzazione esterna all'azienda che doveva funzionare e probabilmente non ha funzionato».