Fiamme e caos a Los Angeles, Newsom sfida Trump: «Ha militarizzato la città, è un dittatore»

Auto in fiamme, scene di violenza, scontri con le autorità e 27 arresti. Nel centro di Los Angeles la rivolta contro le misure sull’immigrazione volute dal presidente USA Donald Trump è degenerata nel caos. Tra i presunti crimini commessi, i media americani segnalano il lancio di una molotov contro un agente e una motocicletta finita contro un cordone di polizia, provocando il ferimento di due agenti. Degli arresti di ieri (erano stati 29 sabato),17 sono stati effettuati dalla California Highway Patrol mentre sgomberava i manifestanti dalla Highway 101. La polizia di Los Angeles ha invece effettuato 10 fermi durante le risse in centro. Lo ha affermato il capo della polizia in una conferenza stampa.
I manifestanti protestano da tre giorni contro i raid delle autorità per l'immigrazione, le quali hanno arrestato centinaia di persone nelle ultime settimane. Il caos è cominciato venerdì pomeriggio, la notte in Svizzera, quando una protesta contro l'arresto di 44 migranti è degenerata con la polizia che ha usato gas lacrimogeni e granate stordenti per disperdere i manifestanti. Le immagini delle strade del centro di Los Angeles avvolte dal fumo, gli agenti in tenuta antisommossa e decine di persone che cercavano vie di fuga, ma anche di alcuni con il volto coperto da una mascherina che hanno dato fuoco ad un'auto, hanno fatto il giro del mondo rivelando il clima tesissimo che si respira in alcune parti degli Stati Uniti da quando Trump ha lanciato la sua campagna contro l'immigrazione illegale. Durante le proteste, la bandiera messicana è stata eletta a simbolo della resistenza alle politiche di Trump.
Domenica almeno 300 soldati della Guardia nazionale della California sono stati dispiegati nelle strade di Los Angeles nel tentativo di sedare il terzo giorno di proteste. Una misura che il governatore democratico dello Stato, Gavin Newsom, ha definito «illegale».
Newsom si è poi scagliato contro Tom Homan, un membro del Gabinetto di Trump: «Lo zar dei confini di Trump minaccia di arrestarmi per aver parlato apertamente. Vieni a prendermi, spaccone. Non me ne frega niente. Non mi impedirà di difendere la California», ha commentato il governatore della California su X, rispondendo a una presunta minaccia di arresto da parte di Homan.
Newsom ha definito il tycoon un «dittatore», accusandolo di «incitare e provocare la violenza, creare caos di massa, militarizzare le città, arrestare gli oppositori. Questi sono atti di un dittatore, non di un presidente».
Le truppe della Guardia Nazionale sono state schierate per sorvegliare gli edifici del governo federale, mentre la polizia e i dimostranti si scontravano per le strade di L.A. Tra i numerosi incidenti documentati, con gli agenti che hanno usato i manganelli e i gas lacrimogeni sui manifestanti, una giornalista australiana di 9News è stata colpita da un proiettile di gomma mentre raccontava i disordini nelle strade.
La polizia ha fatto sapere che diverse manifestazioni erano «assemblee illegali», accusando alcuni dimostranti di aver lanciato pezzi di cemento, bottiglie e altri oggetti contro gli agenti.
Alcuni video mostrano diverse auto date alle fiamme in una strada del centro città, mentre i manifestanti gridano in coro «vergogna!» ai poliziotti, lanciando loro diversi oggetti. Trump ha definito i manifestanti «delinquenti», mentre la Casa Bianca in una nota ha denunciato «il caos, la violenza e l'illegalità».
Il presidente USA sul social Truth ha parlato di «folle violente e insurrezionali», affermando di aver ordinato ai funzionari della sua Amministrazione «di prendere tutte le misure necessarie» per fermare quelle che ha definito «rivolte».
Trump ha sottolineato che a Los Angeles la situazione è «davvero brutta» chiedendo di «fare arrivare le truppe». E ordinando «l'arresto di chiunque indossi una mascherina». Alcuni manifestanti sono stati infatti ripresi con il volto coperto da una mascherina mentre davano fuoco ad un'auto.
L'FBI ha offerto una ricompensa di 50 mila dollari per informazioni su un sospettato accusato di aver lanciato sassi contro i veicoli della polizia a Paramount, ferendo un agente federale.
Il segretario alla Difesa Pete Hegseth ha avvertito che il Pentagono è pronto a mobilitare le truppe in servizio attivo «se la violenza continua» a Los Angeles, affermando che i Marines nel vicino Camp Pendleton sono in «massima allerta».
Il sindaco di Los Angeles, Karen Bass, ha accusato l'amministrazione Trump di aver fomentato la tensione inviando la Guardia Nazionale, ma ha anche condannato le violenze dei manifestanti.
Nelle scorse ore è pure entrato in vigore il divieto d'ingresso negli Stati Uniti per i cittadini di 12 Paesi. La misura voluta da Trump mira a «proteggere gli Stati Uniti da terroristi stranieri e altre minacce alla sicurezza nazionale» e riguarda i cittadini di Afghanistan, Myanmar, Ciad, Congo-Brazzaville, Guinea Equatoriale, Eritrea, Haiti, Iran, Libia, Somalia, Sudan e Yemen.