COP27

I cambiamenti climatici come «600 mila bombe atomiche al giorno»

Lo afferma l'ex presidente USA Al Gore, mettendo in guardia sul rischio di «un miliardo di migranti climatici»
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Ats
07.11.2022 15:18

L'ex presidente americano e attivista per l'ambiente Al Gore, parlando alla Cop27 a Sharm El Sheikh, ha citato l'esempio della secca del Po nel sottolineare gli effetti dei cambiamenti del clima causati dall'uomo.

Sprigionando il calore equivalente a quello prodotto da «600 mila bombe atomiche», questi cambiamenti potrebbero creare «un miliardo di migranti climatici», ha avvertito l'ex-vice dell'allora presidente Bill Clinton tra il 1993 e il 2001.

«Il delta del Nilo si sta salinizzando» e «noi stiamo causando la salinizzazione delle più grandi aree agricole in Egitto» e altrove nel mondo, ha detto Gore sottolineando che «le siccità stanno prosciugando il possente Mississippi nel mio Paese; il Tigri e l'Eufrate, la culla della civiltà; il fiume Po in Italia, la Loira in Francia, il Reno in Germania».

«Gli esperti prevedono un miliardo di migranti climatici che attraverseranno confini internazionali in questo secolo», ha ricordato Gore sottolineando «la xenofobia e l'autoritarismo populista che stanno causando» attualmente già «milioni» di migranti.

«Oggi come ogni giorno stiamo emettendo nel cielo 162 milioni tonnellate di inquinamento prodotto dall'uomo che intrappola calore e che si accumulano e restano lì», ha ricordato Gore.

«In media ogni molecola resta sospesa cento anni e la quantità accumulata ha ora un calore extra equivalente a quello che sarebbe sprigionato da 600 mila bombe atomiche tipo-Hiroshima che esplodessero ogni giorno sul nostro Pianeta. Per questo stiamo assistendo a questi disastri, ha sostenuto l'ex-vicepresidente elencandone un serie, dalla Nigeria al Pakistan.

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