Regno Unito

Il giorno dopo il funerale della regina Elisabetta II

Il Regno Unito è tornato oggi a un primo giorno di normalità, dopo le quasi due settimane del lungo addio alla sovrana di una vita, spirata a 96 anni l'8 settembre
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Ats
20.09.2022 12:15

Il Regno Unito è tornato oggi a un primo giorno di normalità, dopo le quasi due settimane del lungo addio alla regina Elisabetta - sovrana di una vita spirata 96.enne l'8 settembre - culminate ieri nei solenni funerali di Stato di Londra.

La riapertura generale è segnata ancora da manifestazioni di omaggio in alcuni locali pubblici e qua e là per strada. Ma l'ordinarietà ha ripreso per lo più a prevalere. Mentre fra gli osservatori di cose reali ci s'interroga sul futuro del regno di Carlo III, apparso ieri commosso e a tratti turbato o assorto; e tanta gente comune riappare distaccata, o quanto meno costretta a guardare avanti da uno scenario di crisi, d'inflazione, di caro bollette che pesa sul futuro prossimo dell'isola come di altri paesi come effetto della guerra russo-ucraina e non solo.

I giornali comunque sono compatti, per oggi ancora, a riservare inni d'apertura a tutta pagina di saluto a Sua Maestà. Il Telegraph evoca «l'ondata d'amore» alla sua memoria, espresso da larghi strati della popolazione a margine dello «splendore e della solennità» delle cerimonie di commiato di ieri davanti ai potenti della Terra. Il Times fa eco, descrivendo l'organizzazione come «impeccabile». E anche il progressista Guardian s'inchina «al congedo finale» dalla regina, congedo che per il liberale I segna «La fine dell'era elisabettiana» bis.

Persino l'edizione britannica del Financial Times è dominata dalle esequie reali: con un richiamo all'elogio al «raro spirito di servizio» di Elisabetta II, ripreso pari pari dal sermone di una delle ultime liturgie.

Lirici, o addirittura mistici, infine, i toni dei tabloid della stampa popolare: «Dio benedica la Regina, Dio salvi il Re», titola il Sun; «Che la nostra Regina riposi in Dio», intona il Daily Express; «Ci rivedremo», conclude il filo-laburista Mirror.