Eurovision 2022

«Il mondo sarebbe più bello se imparassimo ad apprezzare le diversità»

La commissaria europea per l'uguaglianza Helena Dalli al Corriere del Ticino: «La situazione in Ucraina dimostra che, invece di progredire, siamo in regressione»
Mattia Sacchi
11.05.2022 06:00

L’Eurovision Song Contest non è solo musica, anzi. È da sempre l’occasione per parlare di varie tematiche che riflettono i principi europei di uguaglianza, pace tra i popoli e libertà. E proprio per questo la concomitanza con la giornata dell’Europa del 9 maggio è stata l’occasione per portare a Torino molti rappresentanti delle istituzioni europee per parlare delle sfide in corso. Uno degli appuntamenti più intensi è stato senza dubbio il concerto «Europe for Peace» sul palco dell’Eurovision Village al Parco del Valentino, dove si sono esibiti, tra gli altri, i Melancholia+Little Pieces of Marmelade, il rapper italo-ucraino Slava, Legno e i Negrita, con il leader della band Pau arrivato direttamente da Lugano, dove ha presenziato al vernissage di una mostra di sue opere alla Marco Lucchetti Art Gallery. Ad aprire la serata musicale, un intervento di Helena Dalli, commissaria europea per l’uguaglianza. «Sono contenta di essere qui a Torino, perché l’Eurovision è un potente catalizzatore di messaggi sociali – spiega l’alta funzionaria di origini maltesi al Corriere del Ticino – Ad esempio sono molto contenta che la mia connazionale Emma Muscat si presenti sul palco con il brano «I am what i am»: perché ognuno di noi deve essere fiero di quello che è, senza paura della diversità».

«Il mondo sarebbe più bello se imparassimo ad accettare le nostre differenze, riuscendo a cogliere le diverse sensibilità e sfumature. La sublimazione di questo concetto è stata la vittoria di Conchita Wurst nel 2014: all’inizio ha fatto discutere il suo look con la barba, ma poi ha messo tutti d’accordo grazie al suo talento e la sua voce. Ed è questa la cosa più importante».

Inevitabile comunque parlare delle tensioni nell’Est dell’Europa: «La cosa più triste è vedere come gli sforzi fatti dopo la Seconda Guerra Mondiale siano stati vanificati in un attimo, con migliaia di persone costrette, ne 2022, a scappare dal proprio paese. E molte di loro sono donne, a costante rischio di essere sfruttate. L’auspicio è che questa manifestazione torinese possa essere un momento di riflessione per tutti, perché queste atrocità devono essere fermate al più presto».

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