Italia

Il montone di Messina Denaro

Alcuni commercianti hanno pensato di intercettare la tendenza e senza scrupoli hanno messo in vetrina giacche con il cartellino: «Montone di Matteo Messina Denaro»
©CARABINIERI HANDOUT
Stefano Olivari
25.01.2023 14:30

Le immagini dell’arresto di Matteo Messina Denaro dopo trent’anni di latitanza hanno ispirato discorsi seri ed altri meno seri, come quello del ritorno della moda del montone. Un giaccone in Europa tipico degli anni Settanta e Ottanta e che per la verità non è mai stato associato all’iconografia dei boss mafiosi, ma che adesso in parte lo è, visto quando sta accadendo a Napoli e in altre parti d’Italia.

Messina Denaro style

Alcuni commercianti napoletani hanno pensato di intercettare questa tendenza e senza scrupoli hanno messo in vetrina giacche con un cartellino piuttosto esplicito, ‘Montone di Matteo Messina Denaro’. Fake news? No, ci sono le foto e anche qualche intervista con pentimenti fuori tempo massimo («Non sapevo chi fosse Messina Denaro») da parte di negozianti e clienti. Ironia? Mah. Poi sul perché ragazzi napoletani siano interessati all’acquisto di un capo indossato da un mafioso siciliano si potrebbe fare sociologia da quattro soldi, certo è che il prezzo è leggermente diverso: 59,99 euro il montone messo in vendita da questi furbi negozianti, circa 8.000 quello modello Chelsea indossato da Messina Denaro. I suoi imitatori dovranno ricorrere a prodotti fake anche per quanto riguarda l’orologio, il Franck Muller Cintrée Curvex, cioè uno dei modelli più noti dell’azienda ginevrina: in particolare il modello del boss vale circa 35.000 euro. Ma tornando ai montoni napoletani, sui commercianti si è abbattuta ovviamente una valanga di critiche e insulti, ma i montoni ‘Messina denaro Style’ di questa discutibile promozione li hanno venduti quasi tutti.

Moda

Il montone è in realtà tornato di moda a prescindere da Messina Denaro, da almeno un paio d’anni. In tanti lo hanno proposti in versione moderna, da MaxMara a Balenciaga a Prada, anche se con alcuni punti fermi: l’esterno in pelle di agnello o di montone scamosciata, l'interno foderato con la pelliccia d'agnello rasata e bianca/sbiancata. Di diverso ci sono i colori, non più soltanto il tradizionale beige che riporta indietro di mezzo secolo, a uomini (adesso si punta anche sul pubblico femminile) generalmente di mezza età in fredde mattine invernali a passeggio o al pomeriggio allo stadio. Per questo il montone 2.0 è molto venduto nella sua versione corta, non quella a tre quarti: quasi una citazione delle giacche da aviatore, più giubbotti che giacconi, più Tom Cruise in Top Gun (facciamo Maverick, vista l’età) che il pensionato in coda all’ufficio postale o davanti al bar mentre critica l’allenatore. In montone ci sono anche cappotti di taglio moderno e quasi sempre si pone l’enfasi sul cruelty free: tutto da asteriscare, a meno che non si sia trovato un metodo per usare la pelle dell’animale senza ammazzarlo. Prezzi da 150 a 10.000 euro, a seconda dei modelli e degli stilisti, mentre il modello pressoché unico di inizio anni Ottanta costava l’equivalente, come potere di acquisto, di 400 franchi di oggi.

Yuppies

Il montone è un capo di abbigliamento senza età, in ogni senso visto che negli armadi di mezza Europa ci sono in ottimo stato di conservazione giacconi anche di 40 anni fa: la classica cosa appartenuta a nostro padre, una sorta di padre collettivo perché in certi anni il montone ce l’avevano tutti, che non si ha il coraggio di regalare o vendere, ma nemmeno di indossare. Non c’è comunque dubbio che l’età dell’oro del montone siano gli anni Ottanta: il Jerry Calà di Vacanze di Natale (1983) fece per il suo successo più di quanto oggi farebbero un milione di influencer. L’arrivo di Jerry Calà-Billo a Cortina, sulle note di I like Chopin di Gazebo, con Ray-Ban e montone, spiegò alla classe medio e medio-bassa che attraverso gli oggetti ci si poteva elevare socialmente almeno di un po’: apparire era (è) anche essere. Un concetto non troppo diverso da quello che in quegli anni, ma in fascia di età adolescenziale, fece la fortuna dei paninari. Il montone è stato in molti film portato anche da Guido Nicheli aka Dogui, ma la sua entrata definitiva nello spirito del tempo avvenne con Yuppies, dove l’iconico giaccone veniva indossato da Christian De Sica ed Ezio Greggio (nel film anche Calà e Massimo Boldi, che però indossavano altre giacche). La rappresentazione concreta di un’epoca di ottimismo, senza sensi di colpa per il proprio benessere. Non erano importanti la marca o il negozio: molti montoni di qualità infima (e spesso rubati), pronti a diventare di cartone dopo due gocce di pioggia, venivano venduti a prezzi scontati nei pressi degli autogrill, senza che gli autogrill c’entrassero qualcosa.

Brando e Dean

Nel mondo anglamericano la shearling jacket (cioè il montone) ha altra immagine e significato, merito anche in questo caso del cinema, con il Marlon Brando di Fronte del porto ed il James Dean de Il Gigante su tutti. Non che sia mai stato o sia considerato una giacca da ribelli, o presunti tali: lì è visto come un capo informale, per gente relativamente giovane, da indossare chiuso nelle zone fredde e aperto nelle altre. Poi nella quasi totalità dei casi shearling è giusto un modo di dire, visto che quasi tutte le influencer americane, Kim Kardashian in testa, pubblicizzano soltanto modelli in ecopelle. Negli Stati Uniti del 2023 il montone è quindi una giacca da weekend, più che una citazione vintage o mafiosa. Con un mercato dell’usato vivissimo e per noi quasi inconcepibile, con i pezzi classici in vendita dai 50 ai 100 dollari.

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