Guerra

Il piano di pace della Cina piace solo alla Russia

Li Hui, l'inviato cinese per la guerra in Ucraina, ha chiesto all'Occidente di lasciare a Mosca i territori occupati scatenando l'ira di Kiev: «Perché i singoli attori pubblici continuano a interpretare lo “scenario mediatico russo” e a prolungare il conflitto?»
© SERGEI ILNITSKY
Red. Online
26.05.2023 18:00

Li Hui, inviato cinese per la guerra in Ucraina, ha incontrato il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov. Cogliendo l'occasione per lanciare un appello ai Paesi europei: «Gli alleati degli Stati Uniti in Europa devono chiedere un cessate il fuoco immediato, lasciando alla Russia quei territori che attualmente occupa». Tradotto: la Cina, di fatto, spinge affinché l'Occidente riconosca al Cremlino il controllo delle aree occupate dall'esercito russo a partire dal febbraio 2022: Lugansk, Donetsk, Kherson e Zaporizhzhia. 

Li Hui avrebbe pure suggerito ai Paesi europei di considerare Pechino quale unica, vera alternativa economica agli Stati Uniti. Secondo alcuni funzionari, citati dal Wall Street Journal, l'invito sarebbe quello di premere per una risoluzione del conflitto. La posizione cinese è piaciuta, e non poco, a Lavrov. Il quale ha espresso «gratitudine alla parte cinese per la sua posizione equilibrata riguardo alla crisi in Ucraina». Durante il faccia a faccia, ha fatto sapere il Ministero degli Esteri russo attraverso un comunicato, Lavrov avrebbe si sarebbe anche lamentato dei «seri ostacoli creati dalla parte ucraina e dai suoi gestori occidentali per una ripresa dei negoziati di pace».

La replica di Kiev, va da sé, non si è fatta attendere. L'Ucraina ha ribadito un punto fermo, fermissimo in materia di negoziati di pace: il suo governo non si accomoderà ad alcun tavolo fintantoché le truppe russe non avranno lasciato il Paese. Così, su Twitter, Mykhailo Podolyak, il consigliere del presidente Volodymyr Zelensky: «Qualsiasi “scenario di compromesso” che preveda la non liberazione di tutti i territori dell’Ucraina, di cui periodicamente parlano “fonti anonime” nelle élite europee e americane, equivale ad ammettere la sconfitta della democrazia, la vittoria della Russia, la conservazione del regime di Putin e di conseguenza il forte aumento dei conflitti nella politica globale. Tutto questo è il caro sogno della Russia». E ancora: «La domanda è retorica: perché i singoli attori pubblici continuano a interpretare lo “scenario mediatico russo” e a prolungare il conflitto?».

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