Il caso

In Italia i POS tornano online, 100 milioni di euro i danni di un Black Friday azzoppato

Dopo quasi due giorni i terminali hanno ripreso a funzionare, ma le perdite economiche causate dal disservizio sono ingenti – ANSA aveva parlato di un danneggiamento ai cavi in fibra avvenuto sul territorio svizzero – Confesercenti: «Valutiamo azioni legali»
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Red. Online
30.11.2024 16:30

Dopo quasi due giorni, in Italia i POS sono tornati a funzionare. «Un giorno nerissimo», così i media italiani hanno descritto il Black Friday di ieri. Una giornata che doveva essere all'insegna dello shopping, anche sfrenato, e che invece ha visto gli utenti riscontrare problematiche nei pagamenti digitali. Problematiche che hanno reso difficile, e spesso impossibile, l'acquisto di merce e servizi in tutta la Penisola. I disservizi, registrati già nella mattinata di giovedì 28, sono stati attribuiti al danneggiamento di cavi in fibra durante la posa di tubi del gas. Un danneggiamento – è questa la ricostruzione fatta dall'ANSA – che sarebbe avvenuto in territorio svizzero, ma non è chiaro in quale cantone. Nello stesso tratto, aveva spiegato ieri l'agenzia italiana, viaggiavano sia la linea dell'operatore telecom principale sia quello alternativo, da attivare in caso di emergenza: una circostanza singolare che ha provocato  il blocco delle attività della società Wordline e, a cascata, dei circuiti di pagamento.

Oggi, appunto, i pagamenti via carta sono tornati a funzionare. Troppo tardi? Decisamente sì. Ingenti, secondo Confesercenti, le perdite economiche registrate nel giorno più caldo dell'anno. In un comunicato, l'associazione di categoria che rappresenta le imprese italiane del commercio, del turismo e dei servizi, dell'artigianato e della piccola industria ha definito la giornata «un vero e proprio venerdì nero per la moneta elettronica e per i negozi di vicinato che hanno visto clienti andar via e sfumare vendite e affari».

Tra gli associati, ha rivelato Confesercenti, un negozio su quattro «ha segnalato criticità sull’utilizzo della moneta elettronica e la conseguente impossibilità di procedere ai pagamenti, se non in contanti». Quindi il numero, da far strabuzzare gli occhi: «Si stimano mancate vendite per circa 100 milioni di euro».

Azioni legali e contanti

Confesercenti, nel suo comunicato si è detta pronta a valutare «azioni – legali, va da sé – a tutela dell'intera categoria». Il caso ha spinto molti, nella vicina Penisola, a una riflessione sull'uso del POS (già osteggiato da molte categorie) e sulla necessità di mantenere in uso i contati. «La situazione verificatasi in questi giorni e la non totale affidabilità del sistema che regge la moneta elettronica confermano l’assurdità della proposta di superare completamente l’utilizzo del contante», ha affermato Confesercenti. Interrogato dall'ANSA, Mauro Paissan, presidente di Confesercenti del Trentino, ha commentato: «La sfida è trovare un equilibrio tra tradizione e innovazione: preservare l'utilizzo flessibile del contante significa garantire una sicurezza immediata nei pagamenti, complementare ai progressi tecnologici che tutti auspichiamo. Quanto accaduto in questi giorni dimostra che la rete di moneta elettronica non è immune da problemi, e non possiamo permettere che i negozianti, già in difficoltà, paghino il prezzo di un sistema che non offre ancora la totale affidabilità necessaria».

La posizione di Worldline

Ieri, Nexi, la società italiana che si occupa di pagamenti online, ha da parte sua comunicato confermato che i disservizi sono imputabili alla sola rete Worldline. Interrogata da Reuters, l'azienda francese fintech si è assunta le responsabilità del disservizio, dovuto alla «installazione dei tubi del gas da parte delle autorità locali che ha danneggiato gravemente i cavi e la rete del nostro fornitore». Nessun dettaglio che spieghi di quali "autorità locali", esattamente, si tratti. «Continuiamo a monitorare la situazione da vicino per garantire che ogni problema rimanente sia risolto e manterremo una maggiore vigilanza nei giorni a venire», ha aggiunto il portavoce, scusandosi con i consumatori per l'inconveniente.