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L'Egitto nega: «Se si raggiungerà un accordo, sarà aperto in entrambe le direzioni» – L'Assemblea ONU chiede il ritiro di Israele da Alture del Golan, Cisgiordania e Gerusalemme Est – TUTTI GLI AGGIORNAMENTI
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15:17
15:17
Civili uccisi a Gaza sepolti «in fosse improvvisate e non contrassegnate» con bulldozer
Corpi di civili palestinesi uccisi l'estate scorsa a Gaza in punti di consegna di aiuti umanitari da militari israeliani sarebbero stati, in alcuni casi, sepolti «in fosse improvvisate e non contrassegnate» con bulldozer usati dalle Forze di difesa israeliane (IDF), oppure «lasciati in decomposizione all'aperto», senza poter essere recuperati: è quanto rivela un'inchiesta giornalistica della CNN, basata principalmente su «video, immagini satellitari e racconti di testimoni».
Questo tipo di sepoltura senza identificazione dei cadaveri o in tombe non appropriate, documentata almeno per quanto riguarda il varco di accesso alla Striscia nel nord a Zikim, potrebbe costituire «una violazione del diritto internazionale», puntualizza l'emittente statunitense citando esperti in questa materia legale.
La CNN spiega che ci sono «decine» di famiglie palestinesi attualmente in cerca di persone considerate disperse dall'estate scorsa nel nord della Striscia. In quel periodo, precedente alla tregua entrata in vigore in ottobre, ci furono diversi episodi di civili uccisi da colpi dei militari mentre si ammassavano in punti di consegna di aiuti.
Tra le fonti che hanno confermato gli episodi di seppellimenti non appropriati a Zikim ci sono due ex militari israeliani e diversi autisti di camion con aiuti umanitari, segnala ancora l'emittente americana.
L'IDF, aggiunge, ha «negato di aver usato bulldozer per 'rimuovere' cadaveri, ma non ha chiarito se li abbia usati per seppellirli», pur riconoscendo che l'uso di questi mezzi nella zona «era una questione di routine» per «scopi operativi». In aggiunta, le Forze armate israeliane affermano che «non sparano intenzionalmente a civili innocenti» e, già in passato, hanno negato di aver seppellito palestinesi in «fosse comuni».
15:16
15:16
Israele si sta preparando a ricevere il corpo di un ostaggio
L'ufficio del primo ministro ha confermato che Israele si sta preparando a ricevere nelle prossime ore dalla Croce Rossa la bara di un ostaggio, localizzato oggi durante le ricerche nel nord della Striscia di Gaza. Lo riportano i media israeliani.
La salma sarà poi trasferita all'Istituto Nazionale di Medicina Legale per l'identificazione. Le autorità sono in costante contatto con le famiglie degli ultimi due ostaggi deceduti, l'israeliano Ran Gvili e il thailandese Sudthisak Rinthalak.
14:10
14:10
L'Egitto smentisce Israele: «Se si raggiungerà un accordo per aprire il valico di Rafah, sarà aperto in entrambe le direzioni»
L'Egitto ha negato di aver concordato con Israele l'apertura del valico di Rafah verso la Striscia di Gaza per consentire l'uscita dei residenti del territorio palestinese, insistendo sul fatto che dovrà essere aperto in entrambe le direzioni.
«Se si raggiungerà un accordo per aprire il valico, sarà aperto in entrambe le direzioni, per entrare e uscire dalla Striscia di Gaza, in conformità con il piano del presidente degli Stati Uniti Donald Trump», ha affermato l'agenzia di stampa statale in una nota, citando una fonte ufficiale egiziana.
12:27
12:27
«Trovato il corpo di un ostaggio, sarà consegnato oggi»
Hamas e la Jihad Islamica palestinese hanno annunciato di aver trovato il corpo di un ostaggio nel nord della Striscia di Gaza che sarà consegnato alle 17.00 ora locale, le 16.00 in Svizzera.
«Come parte dell'accordo, si sta lavorando per completare le procedure prima della consegna del corpo, in conformità con i protocolli stabiliti», riferisce la Jihad in un comunicato ripreso dai media israeliani.
Hamas e Jihad hanno tuttavia riferito all'AFP che «un campione del corpo sarà consegnato a Israele, attraverso la Croce Rossa».
Ieri erano stati restituiti a Israele dei «reperti» umani che però, in base alle analisi forensi condotte a Tel Aviv, non appartenevano a nessuno dei due ostaggi deceduti rimasti ancora a Gaza.
11:40
11:40
Netanyahu invia un rappresentante in Libano per gli incontri
Il premier israeliano Benyamin Netanyahu ha incaricato il capo ad interim del Consiglio di sicurezza nazionale israeliano di inviare un rappresentante a un incontro con i funzionari governativi ed economici in Libano.
Lo ha annunciato l'ufficio del primo ministro, sottolineando che «si tratta di un primo tentativo di gettare le basi per una relazione e una cooperazione economica tra Israele e Libano».
09:43
09:43
Israele aprirà il valico di Rafah, ma «esclusivamente per l'uscita dei residenti»
Israele aprirà il valico di Rafah, tra la Striscia di Gaza e l'Egitto, «nei prossimo giorni esclusivamente per l'uscita dei residenti» palestinesi. Lo annuncia il Cogat, l'organismo del ministero della difesa israeliano che gestisce le attività civili nei Territori palestinesi.
L'uscita dei residenti attraverso il valico di Rafah, precisa il Cogat, sarà facilitata tramite il coordinamento con l'Egitto, previa approvazione delle misure di sicurezza da parte di Israele e sotto la supervisione della missione dell'Unione europea.
07:42
07:42
I resti consegnati ieri «non sono di un ostaggio»
I «reperti» umani consegnati ieri da Hamas a Israele per essere analizzati non appartengono a nessuno dei due ostaggi ancora a Gaza. Lo riferisce l'ufficio del primo ministro Benyamin Netanyahu, aggiungendo che le famiglie sono state aggiornate.
La fazione palestinese deve ancora restituire i corpi dell'israeliano Ran Gvili e del thailandese Sudthisak Rinthalak. «Gli sforzi per il loro rientro non cesseranno fino al completamento della missione, per garantire loro una degna sepoltura in patria», conclude l'ufficio del premier.
I media israeliani riferiscono che dopo che i resti umani consegnati ieri a Israele sono risultati non appartenere a nessuno dei rapiti deceduti, Hamas e la Jihad islamica hanno ripreso le ricerche del corpo di un ostaggio nella zona di Beit Lahia, nel nord della Striscia di Gaza.
06:36
06:36
Il punto alle 06.00
L'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha approvato due risoluzioni che chiedono a Israele di ritirarsi dalle alture del Golan, dalla Cisgiordania e da Gerusalemme Est. Lo riportano i media dello Stato ebraico. Il provvedimento su Cisgiordania e Gerusalemme Est è stato approvata con 151 paesi a favore, 11 contrari e 11 astensioni; quello sul Golan con 123 paesi a favore, sette contrari e 41 astensioni. In entrambi i casi Israele e gli Stati Uniti hanno votato contro. L'ambasciatore israeliano alle Nazioni Unite, Danny Danon, ha criticato duramente la risoluzione. «L'Assemblea generale dimostra ancora una volta quanto sia lontana dalla realtà», scrive su X. «Invece di affrontare i crimini dell'asse iraniano e le pericolose attività delle milizie in Siria, chiede a Israele di ritirarsi dalle alture del Golan, una linea di difesa vitale che protegge i nostri cittadini».
Il premier israeliano Benjamin Netanyahu avrebbe sostenuto l'autorizzazione di avamposti agricoli illegali in Cisgiordania, alcuni dei quali ospitano il movimento estremista dei coloni Hilltop Youth. Netanyahu avrebbe anche chiesto misure educative per ridurre la violenza di quest'ultimi. La posizione del premier è stata esposta in un documento ottenuto dal quotidiano ebraico Ynet che riassume una discussione del mese scorso sulla lotta alla violenza degli Hilltop Youth. Alla discussione avrebbero partecipato anche il ministro della Difesa israeliano Israel Katz e il capo del Comando centrale delle Forze di difesa israeliane (Idf) Avi Bluth. Ynet riporta che una sezione del documento intitolata 'Riepilogo del primo ministro' definisce le fattorie «una risposta positiva necessaria per salvaguardare l'Area C», la parte della Cisgiordania sotto il pieno controllo israeliano, e afferma che «agiscono come risposta alle attività palestinesi nell'area». Netanyahu avrebbe anche spinto per la legalizzazione delle fattorie, sebbene gli edifici siano illegali. «L'obiettivo che dovremmo perseguire è utilizzare strumenti educativi per allontanare il maggior numero possibile di giovani ebrei dal ciclo di attività violente in Giudea e Samaria», si legge nel documento, che utilizza il termine governativo per la Cisgiordania.
L'ambasciatore israeliano alle Nazioni Unite, Danny Danon, accompagnerà il suo omologo statunitense Mike Waltz in visita nello Stato ebraico dall'8 al 10 dicembre. Lo riportano i media israeliani, citando l'ufficio di Danon.
