Guerra

Jet russo contro drone statunitense: che cosa sappiamo?

Washington convoca l'ambasciatore russo e definisce l'incidente «pericoloso e non professionale», mentre il ministero della Difesa di Mosca nega che i suoi aerei siano entrati in contratto o abbiano usato armi: «Il velivolo stava volando in direzione dei nostri confini»
Un Reaper americano. © Massoud Hossaini
Red. Online
14.03.2023 20:00

Sì, un jet russo si è scontrato – sopra il Mar Nero – con un drone da ricognizione statunitense, poi precipitato in acque internazionali. La notizia sta facendo il giro del mondo e, soprattutto, scatenando reazioni di ogni sorta. A cominciare dalla convocazione dell’ambasciatore russo da parte della Casa Bianca. Della serie: «Si spieghi e ci spieghi».

Secondo le prime ricostruzioni, il Su-27 avrebbe urtato l’elica dell’MQ-9 Reaper, ha spiegato il Pentagono, costringendo i piloti che lo controllavano da remoto a farlo schiantare.

La reazione americana

«Questo incidente segue uno schema di azioni pericolose da parte di piloti russi che interagiscono con velivoli statunitensi e alleati nello spazio aereo internazionale, anche sul Mar Nero», ha fatto sapere attraverso una nota lo US Eucom, il comando degli Stati Uniti per l’Europa. «Queste azioni aggressive da parte dell’equipaggio russo sono pericolose e potrebbero portare a calcoli errati e a un’escalation involontaria».

La CNN, citando un funzionario americano a conoscenza del dossier, ha spiegato che al momento dell’incidente c’erano due Su-27 russi. Prima del danneggiamento all’elica, uno dei due jet ha intenzionalmente scaricato del carburante di fronte al drone.

Il generale Christopher Cavoli, comandante militare della NATO, ha prontamente avvisato i trenta Stati che formano l’alleanza. Così, invece, il generale della US Air Force, Hames Hecker: «Il nostro velivolo MQ-9 stava conducendo operazioni di routine nello spazio aereo internazionale, quando è stato intercettato e colpito da un aereo russo, che ha comportato la perdita dell’apparecchio».

Quello appena consumatosi sui cieli del Mar Nero è stato, manco a dirlo, il primo confronto diretto fra Stati Uniti e Russia dall’inizio del conflitto in Ucraina, sebbene nei cieli del Mar Nero le interazioni fra velivoli alleati e russi siano frequenti, ha precisato il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale John Kirby. Come frequenti sono state le intercettazioni negli ultimi mesi. Questo incidente, in ogni caso, è degno di nota perché «pericoloso e non professionale». E ancora: «In questo senso è stato unico», ha spiegato Kirby. «Non sappiamo quale fosse l’intenzione dei russi, ma se il messaggio era quello di esercitare deterrenza contro i nostri sorvoli nello spazio aereo internazionale sul Mar Nero, o la nostra navigazione in acque internazionali sul Mar Nero, è destinato a fallire».

Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden è stato immediatamente informato dell’incidente, ha ribadito Kirby, spiegando che il dipartimento di Stato parlerà con la propria controparte ed esprimerà la propria preoccupazione: l’ambasciatore russo a Washington è stato convocato nel pomeriggio, dicevamo, mentre il rappresentante a stelle e strisce a Mosca ha riportato un messaggio dai toni pesanti al ministero degli Esteri russo.

Che cosa dice Mosca

Non si è fatta attendere la reazione russa. «Questa mattina, sul Mar Nero nella regione della penisola di Crimea, il controllo delle forze aerospaziali russe ha registrato il volo di un veicolo aereo senza pilota americano MQ-9 in direzione del confine di Stato della Federazione Russa» ha detto il ministero della Difesa russo, citato dall'agenzia di stampa ufficiale Tass, precisando che il drone volava con i transponder spenti «in violazione del regime temporaneo per l'uso dello spazio aereo, istituito ai fini dello svolgimento di un'operazione militare speciale». Dopo il rilevamento del drone, «combattenti delle forze di difesa aerea in servizio sono stati alzati in volo».

Il ministero della Difesa russo ha pure dichiarato che i suoi jet non sono entrati in contatto e non hanno usato armi contro il drone, che sarebbe caduto a causa delle sue stesse «brusche manovre». «A seguito di brusche manovre, il veicolo aereo senza pilota MQ-9 è entrato in volo incontrollato con perdita di quota e si è scontrato con la superficie dell'acqua. I combattenti russi non hanno usato armi aviotrasportate, non sono entrati in contatto con il veicolo aereo senza equipaggio e sono tornati sani e salvi alla base», si legge in una nota citata sempre dalla Tass.

«Il drone stava volando con i transponder spenti ed è entrato nella zona dell'operazione militare speciale» ha indicato dal canto suo Anatoly Antonov, ambasciatore russo negli Stati Uniti, al termine del suo incontro al Dipartimento di Stato. «Le informazioni sulla zona sono state rese pubbliche tramite canali internazionali. Noi, Russia, abbiamo avvertito tutti al riguardo. Penso che questa sia stato una vera e propria provocazione», ha precisato ai giornalisti il diplomatico russo. «Ci hanno provocato a intraprendere una certa azione, che consente loro di accusare la Russia e l'esercito russo di non essere professionali».

L'uso dei droni

Dall’inizio della guerra sono stati numerosi i voli con drone effettuati dai Paesi occidentali, che hanno ovviamente intensificato i pattugliamenti e le operazioni di intelligence, vitali per dare informazioni all’esercito di Kiev. Voli che, finora, sono sempre rimasti al di fuori dei confini ucraini e nel cosiddetto spazio internazionale.

Aerei russi, concludendo, sono stati intercettati dagli americani anche al largo dell’Alaska mentre gli alleati ne hanno «respinti» diversi nel Nord Europa.

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