La Bulgaria sempre più vicina all'euro, von der Leyen: «La sua economia sarà più forte»

La Bulgaria diventerà presto il 21esimo Stato dell'Eurozona. Oggi la Commissione europea ha concluso che Sofia è pronta ad adottare l'euro a partire dal primo gennaio 2026.
La valutazione è contenuta nella Relazione sulla convergenza 2025, che segna, sottolinea l'esecutivo Ue, una tappa «fondamentale e storica» nel percorso del Paese, membro dell'Ue dal 2007.
Per la Commissione, la Bulgaria soddisfa i quattro criteri di convergenza nominali, volti a garantire che un Paese sia pronto ad adottare l'euro e che la sua economia sia sufficientemente preparata.
«L'euro - afferma la presidente della Commissione Ursula von der Leyen - è un simbolo tangibile della forza e dell'unità europea. Oggi la Bulgaria è un passo più vicina alla sua adozione come moneta. Grazie all'euro, l'economia bulgara diventerà più forte, con maggiori scambi commerciali con i partner dell'area dell'euro, investimenti diretti esteri, accesso ai finanziamenti, posti di lavoro di qualità e redditi reali. E la Bulgaria avrà il ruolo che le spetta nel plasmare le decisioni al centro dell'area dell'euro. Congratulazioni, Bulgaria».
Il Consiglio Ue adotterà le decisioni definitive sull'adozione dell'euro da parte della Bulgaria dopo discussioni nell'Eurogruppo e nel Consiglio Europeo e dopo i pareri di Parlamento Europeo e Banca centrale europea.
La moneta unica è stata adottata inizialmente da undici Stati membri il primo gennaio 1999: Italia, Belgio, Germania, Spagna, Finlandia, Francia, Irlanda, Lussemburgo, Paesi Bassi, Austria e Portogallo.
Successivamente, altri nove Paesi hanno fatto il loro ingresso nella zona euro: Grecia nel 2001, Slovenia nel 2007, Cipro e Malta nel 2008, Slovacchia nel 2009, Estonia nel 2011, Lettonia nel 2014, Lituania nel 2015 e, più recentemente, Croazia nel 2023.
Resteranno dunque sei Stati membri dell'Unione europea fuori dall'euro, con situazioni differenti. La Romania partecipa attivamente al meccanismo di cambio, ma non soddisfa ancora i criteri per l'adozione della moneta unica.
La Danimarca dispone di un opt-out permanente dall'euro, ottenuto con il Trattato di Maastricht. La Svezia, pur senza opt-out formale, ha respinto l'ingresso nell'euro tramite referendum nel 2003 e non partecipa al meccanismo di cambio, evitando di fatto l'adozione della valuta comune.
Infine, Cechia, Ungheria e Polonia non partecipano al meccanismo di cambio e non hanno avviato il percorso tecnico verso l'euro, pur essendo giuridicamente obbligate a farlo in futuro secondo i Trattati europei.