La società che gestiva i negozi di Chiara Ferragni in liquidazione: bruciati 1,21 milioni di euro in due anni

Dopo lo scandalo «Pandoro Gate» e la fine del matrimonio con il rapper Fedez, arriva un altro duro colpo per Chiara Ferragni. La controllata Fenice Retail Srl, società che gestiva i negozi dell’influencer, è stata messa in liquidazione in seguito a perdite milionarie. Stando a Radiocor, l’agenzia di stampa del Gruppo 24 ORE, nel biennio 2023-2024 sono andati persi 1,21 milioni di euro. Un dato, questo, che conferma il crollo della reputazione dell'imprenditrice e la crisi del suo marchio.
La società, scrive il Sole 24 Ore, si occupava del ramo retail legato al marchio dell’influencer. Nello specifico gestiva i negozi di Chiara Ferragni in via del Babuino a Roma, chiuso a fine maggio, e quello vicino a piazza Gae Aulenti, a Milano, che aveva abbassato le saracinesche già a luglio del 2024.
La messa in liquidazione di Fenice Retail Srl è arrivata insieme alla decisione di chiudere il negozio della Capitale italiana, negli scorsi mesi vandalizzato da ignoti con le scritte «bandita» e «truffatrice». Le pessime performance degli store dell’imprenditrice sono la diretta conseguenza della «pratica commerciale scorretta» legata al pandoro «Pink Christmas» di Balocco, costato a Ferragni e all’azienda dolciaria piemontese una multa da 1,4 milioni di euro inflitta alla fine del 2023 dall’Antitrust. Nel prossimo mese di settembre, inoltre, l’influencer verrà processata a Milano per truffa aggravata. Nonostante la chiusura dei negozi fisici, la Fenice Retail Srl ha fatto sapere che la merce targata Chiara Ferragni, ossia abbigliamento per donne e bambini, scarpe, borse, gioielli, occhiali, biancheria intima, costumi, trucchi e cartoleria, verrà venduta attraverso i canali digitali.
In due anni, la Retail ha continuato a vendere gli oggetti griffati Ferragni, registrando ricavi per un totale di 644 mila euro, ma sostenendo spese decisamente alte. Si parla di una cifra intorno ai 2 milioni di euro. Da qui le perdite che hanno portato alla liquidazione: un buco di circa 530 mila euro nel 2023, con un ulteriore deficit di 684 mila nel 2024, cioè l’anno nel quale la società ha scontato maggiormente l’effetto del cosiddetto “Pandoro Gate”. Il passivo, scrive ancora il Sole 24 Ore, ha quindi portato alla riduzione del capitale sociale della Retail al di sotto del minimo previsto dalla legge italiana, con un patrimonio netto negativo, e alla successiva decisione di sciogliere l’azienda.
Le perdite sono già state coperte dalla maxi-ricapitalizzazione da 6,4 milioni di euro della capogruppo Fenice Srl, amministrata dal manager Claudio Calabi. In una nota diffusa a fine maggio, la società aveva fatto sapere che «il restyling si inserisce in una visione strategica di lungo periodo volta a rilanciare il posizionamento del marchio e rafforzare la sua presenza sul mercato», aggiungendo che «a testimonianza della serietà del piano di rilancio, Chiara Ferragni ha sottoscritto interamente un aumento di capitale di 6,4 milioni di euro, assumendo così il controllo della società con una partecipazione di maggioranza pressoché totalitaria (del 99,8%, ndr)».
La Fenice Srl nel 2023 e nei primi undici mesi del 2024 ha perso nel complesso circa 10,2 milioni di euro. Un deficit, questo, che ha spinto Ferragni a metter mano ai suoi fondi per ripianare il buco di bilancio e annunciare un riposizionamento del suo brand.