L'addio amaro di Enrico Letta
«Non mi candiderò al Congresso ma per le prossime settimane assicurerò la guida del Partito democratico». Parole, queste, di Enrico Letta. Parole amare, figlie della sconfitta elettorale. Le urne, infatti, hanno decretato la sconfitta del Partito Democratico, che non ha raggiunto il 20% e non è stato capace di costruire un fronte unito (e solido) per contrastare il centrodestra.
A marzo, al prossimo Congresso del PD appunto, Letta non si candiderà: «Nei prossimi giorni gli organi di partito si riuniranno per accelerare le preparazioni per un nuovo congresso. Ma non mi ripresenterò come segretario, credo che sia il momento che nuove generazioni guidino il partito».
Ora come ora, però, il focus sarà sull’opposizione al prossimo governo di centrodestra: «Il PD non permetterà che l’Italia esca dal cuore dell’Europa, che si stacchi dai valori europei e che si stacchi dai valori costituenti della Costituzione. Oggi il PD, pur con un risultato insoddisfacente, è il secondo partito del Paese e il secondo gruppo parlamentare e la prima forza di opposizione. Faremo una opposizione dura e intransigente».