La testimonianza

«L'Etna? Gli aerei erano completamente neri, allucinante»

La testimonianza di Alessandra, una lettrice del CdT rimasta bloccata a Catania a causa dell'attività vulcanica: «Parlando con i catanesi ho capito che, per loro, tutto questo è routine»
Una foto d'archivio dello scalo catanese. © Shutterstock
Marcello Pelizzari
22.05.2023 12:30

Ponte dell’Ascensione, che si fa? Partire, si ma dove? Sicilia? D’accordo. Alessandra, una lettrice del CdT, come molti ticinesi ha scelto l’Italia per qualche giorno di relax. Peccato che, ieri, il suo rientro sia stato «rovinato» da sua maestà l’Etna: nuova fase eruttiva con, va da sé, conseguenze sull’aeroporto di Catania e sulle normali operazioni di volo. Lo scalo, a causa della caduta di cenere, è stato chiuso fino a stamattina. «E io – dice la nostra interlocutrice – sarei dovuta partire per Milano Malpensa attorno alle 14.30 di domenica».

Confusione

«Sarei», già. Alessandra ripercorre per noi una giornata certo diversa dalle altre: «Fino all’ultimo sembrava tutto normale. Il gate per il mio volo era stato regolarmente assegnato. Vedevo, però, che sul tabellone delle partenze accanto al volo precedente, diretto a Roma-Fiumicino, c’era ancora l’invito ad andare al check-in. Mi sono detta: com’è possibile? Ho chiesto informazioni al personale dello scalo e mi è stato detto che il volo per Roma non sarebbe partito e che, probabilmente, l’intero aeroporto sarebbe stato chiuso».

La nostra lettrice, a quel punto, ha fatto due più due. Sebbene la confusione, lì per lì, regnasse sovrana: «Il personale non dava indicazioni precise, non si parlava dell’Etna. C’erano diverse comunicazioni all’altoparlante, ma non si sentiva granché. Dell’attività vulcanica, alla fine, abbiamo appreso tramite i siti di informazione».

Una cosa, invero, Alessandra l’aveva notata: «Gli aerei in pista erano neri, completamente neri. Sulle prime non ho pensato a chissà che cosa, poi però ho collegato. Una cosa allucinante, davvero. Nella sfortuna, almeno, ho avuto la fortuna di incontrare, in aeroporto, i miei suoceri. Abbiamo passato del tempo assieme, cercando di capire quando sarebbero ripresi i voli».

La pista è stata riaperta alle nove, stamane, ma i ritardi sono notevoli. C’è la possibilità che il mio volo, riprogrammato stasera tardi, venga spostato a Palermo o Comiso
Alessandra, lettrice di CdT.ch

Rimborsi? Snì

Alessandra, come tanti, ha trovato un albergo per la notte nei pressi dell’aeroporto e, ora, spera di fare finalmente ritorno a casa. «Anche perché devo andare a lavorare» dice sorridendo. «La pista è stata riaperta alle nove, stamane, ma i ritardi sono notevoli. C’è la possibilità che il mio volo, riprogrammato stasera tardi, venga spostato a Palermo o Comiso, come è accaduto ai miei suoceri: loro sarebbero dovuti ripartire da Catania alle 6.25, invece sono partiti da Comiso diverse ore più tardi, attorno alle 11».

D’accordo, ma eventuali rimborsi per il disguido? Sentite Alessandra: «Trattandosi di un danno naturale, difficilmente la notte in albergo mi verrà riconosciuta. La compagnia, giustamente, si è premurata di riprogrammare il mio volo e di offrirmi appunto un’opzione per il rientro. Ma sul rimborsare anche una o più notti in albergo, come dicevo, dubito. Il mio caso, in fondo, è routine. Penso però ad alcuni ragazzi in hotel: devono tornare in Texas, spero riescano a trovare una nuova combinazione di scali».

Di certo, l’esperienza è di quelle da raccontare: «Parlando con i catanesi, però, capisco quanto per loro l’Etna in attività sia una cosa normale. Capita spesso, infatti, rimanendo agli aerei, che i voli da e per Catania vengano dirottati su Palermo, Reggio Calabria o appunto Comiso. Mi resterà, questo sì, l’immagine della cenere. Era anche sulle nostre valigie, penso saranno da buttare».

Quella volta nel 2010

Cenere, al di là di Lazza, richiama alla memoria l’eruzione dell’impronunciabile Eyjafjallajökull nel 2010, in Islanda. Un’eruzione che, dal 15 al 23 aprile, ma anche dopo, creò seri problemi all’aviazione in Europa a causa della nube di cenere diffusasi nell’atmosfera. In quella settimana, infatti, lo spazio aereo nel continente venne in gran parte chiuso per motivi di sicurezza mentre nelle settimane successive si registrarono disagi e chiusure in molti Paesi dell’Europa centrale. La IATA, l’associazione delle compagnie aeree, stimò una perdita di circa 200 milioni di dollari al giorno per i vettori.

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