L'impronta di Sempio, la conversazione tra Alberto e Stefania e non solo: le novità sul delitto di Garlasco

Tutti i riflettori, ormai da giorni, sono puntati su Garlasco. L'omicidio di Chiara Poggi è tornato sulle prime pagine dei media italiani. Complici le nuove testimonianze e le nuove indagini che, da qualche mese, promettono di dare una svolta decisiva al caso. Per il delitto è stato condannato a 16 anni di carcere Alberto Stasi, fidanzato della vittima. Ma ora, nuove rivelazioni e indiscrezioni potrebbero – il condizionale rimane d'obbligo – portare a galla una verità diversa da quella raccontata in questi 18 anni.
L'impronta di Sempio
Dopo l'intervento del «supertestimone» delle Iene di martedì sera, le discussioni sull'omicidio di Chiara Poggi si sono fatte ancora più intense di quanto non lo fossero già diventate nelle scorse settimane. In particolare, l'attenzione, nelle ultime ore, si è concentrata sull'impronta numero 33 attribuita a Sempio. Come anticipato martedì pomeriggio dal Tg1, la traccia palmare trovata sulle scale della villetta di Garlasco, vicino al corpo di Chiara, apparterrebbe all'amico di Marco Poggi, fratello della vittima. Tuttavia, nel corso delle ultime ore, sono stati fatti alcuni passi indietro sulla questione.
Quest'impronta ha subito una perizia esclusivamente dattiloscopica: motivo per cui non è possibile, al momento, parlare di «traccia insanguinata o con presenza di particelle ematiche». A confermarlo sono state fonti vicine alle indagini, dopo la rivalutazione del reperto e la sua accertata compatibilità con Andrea Sempio. L'unico indagato nel nuovo filone d'inchiesta per l'omicidio di Chiara. Sebbene sui social sia stata diffusa un'impronta rossa – che molti hanno erroneamente pensato fosse sporca di sangue – il colore rossastro potrebbe essere stato causato dall'applicazione di un reagente: la ninidrina.
Sull'impronta si è espressa anche Angela Taccia, avvocata di Sempio. Secondo la donna, Sempio avrebbe «frequentato ogni angolo di casa Poggi tranne la camera da letto dei genitori di Chiara e Marco». Dunque, anche la taverna e le scale in fondo alle quali venne trovato il corpo di Chiara e dove venne repertata, sulla parete destra, l'impronta del palmo di una mano, ora attribuita al 37.enne. Il legale dei Poggi, Gian Luigi Tizzoni, a sua volta ha definito l'impronta «non decisiva», dal momento che Marco teneva i videogiochi e la playstation – con cui giocava proprio con Andrea Sempio – nella tavernetta che si trova nel piano seminterrato. Motivo per cui, avrebbe percorso spesso quelle scale, lasciando tracce.
Tuttavia, ciò entra in contrasto con ciò che hanno più volte dichiarato i genitori di Marco e Chiara. A loro dire, playstation e videogiochi si trovavano in un mobile con quattro cassetti nella sala TV, e non nella tavernetta, dove invece – come riferì anche Marco Poggi in un primo momento – erano conservate bottiglie di vino, pacchi natalizi, giochi da tavolo, costumi, scatole di scarpe, libri e riviste. Anche nella foto scattata dai carabinieri il giorno dell'omicidio, la consolle risulta posizionata in salotto. Inoltre, come testimoniano i primi verbali, la comitiva di amici – composta da Marco Poggi, Andrea Sempio, Roberto Freddi, Mattia Capra e Alessandro Biasibetti – era solita spostarsi solo in due stanze della casa: il salone al piano terra e la stanza, al primo piano, di Chiara, dove era presente un computer. Nelle testimonianze più recenti, il fratello della vittima e l'indagato avrebbero però cambiato versione.
E ancora, i genitori di Marco, in un’intervista alla Provincia Pavese, aveva escluso che Sempio fosse mai entrato in casa loro. «Non c’è mai entrato, suonava il campanello, Marco usciva e andavano in giro per Garlasco», avevano spiegato, contraddicendo quanto dichiarato dal figlio in questi anni.
La conversazione tra Alberto e Stefania
A far discutere è anche la conversazione tra Alberto Stasi e Stefania Cappa intercettata dai carabinieri, quattro giorni dopo il delitto. In un video inedito mandato in onda dalla trasmissione di Rai Tre Chi l'ha visto?, si vedono i due esprimere le loro ipotesi su cosa possa essere accaduto a Chiara. Stefania, in particolare, sembra essere convinta che dietro all'omicidio di Chiara ci sia una rapina finita male. «Qualcuno ha studiato la situazione e ha deciso di rapinare», aveva detto la giovane ad Alberto. «Hanno già fatto due furti».
Alberto le aveva risposto che Chiara glielo aveva raccontato. «Eh sì, lei me lo diceva. So che proprio in quella via diverse volte hanno rubato». «Di solito questi scappano, vanno via», aveva proseguito Stefania. Sulla questione, Alberto si era dimostrato più perplesso. «Non so... però (...) hanno rubato anche il formaggio nel frigo. Cioè il formaggio nel frigo chi è che lo va a rubare?». «Qualcuno ha studiato la situazione, ha visto che era in casa da sola e ha deciso di rapinare, punto», aveva quindi sentenziato all'epoca la 23.enne.
Le misteriose telefonate di Sempio
C'è un altro elemento su cui si stanno concentrando le indagini. Vale a dire, le due telefonate che Sempio avrebbe fatto a casa Poggi tra il 7 e l'8 agosto 2007. Pochi giorni prima del delitto, quando l'amico Marco era già partito per la montagna con i genitori. A insospettire è il fatto che negli otto mesi precedenti Sempio aveva chiamato casa Poggi solo altre tre volte per avvisare del rientro di Marco a casa la sera.
Le parole di Angela Taccia
Non finisce qui. Al centro delle discussioni è finita anche l'intervista di La Repubblica ad Angela Taccia, avvocata di Andrea Sempio. La donna, interpellata sulla questione ha dichiarato quanto segue. «Ho il sospetto che l'indagine sia molto debole e che quindi stiano cercando di creare il mostro mediatico. Perché se l'indagine fosse forte, Sempio sarebbe già stato arrestato».
Le altre impronte
Ma a far discutere non è solo l'impronta attribuita ad Andrea Sempio. Ci sono, infatti, anche altre undici impronte senza identità trovate sulla porta di casa e sul muro delle scale che conducono al piano seminterrato. La speranza, ora, è che grazie ai progressi delle tecniche scientifiche si riesca a dare loro un nome e cognome. Nello specifico, all'epoca del delitto, erano state isolate altre sei tracce palmari mai identificate, vicino a dove è stata trovata quella attribuita a Sempio. Rilette di recente, non hanno dato alcun esisto. Tuttavia, sono state ritenute tutte «comparabili», anche se non utili per un'identificazione. Grazie a un lavoro di «esclusione», è stato accertato che non appartengono né a Stasi né a Sempio. E nemmeno ai familiari della vittima, alla cugina Stefania Cappa o agli amici del fratello di Marco. Particolarmente rilevante è l'impronta numero 10, relativa a una presunta «mano sporca».